Un risultato così era veramente difficile da prevedere: oltre 6 milioni per Torsione di Giovanni Anselmo, vera star italiana nelle aste newyorchesi della scorsa settimana che, nel loro complesso, hanno totalizzato 1.4 miliardi di dollari. Accanto a lui brillano solo Stingel e Cattelan. Delude, invece, The Great Wonderful, la prima asta tutta di arte italiana in territorio statunitense, organizzata da Phillips de Pury sotto la regia di Francesco Bonami. La vendita si ferma a poco più di 13 milioni, ben lontana da quei 20 dell’aspettativa minima.
Christie’s: l’incredibile notte di Giovanni Anselmo
Nella notte di Mark Rothko, Andy Warhol e Lucian Freud la stella italiana che brilla più luminosa di ogni altra è quella di Giovanni Anselmo. E’ mercoledì 13 maggio e l’orologio segna le ore 19. Lo sfondo è quello della evening sale di Christie’s, asta dalle aggiudicazioni super milionarie e un totale di ben 658 milioni di $ con l’88% di lotti venduti e 8 record. Jussy Pylkkanen, presidente globale della casa d’aste e banditore della serata, chiama il primo lotto: Torsione, opera del 1968 di Giovanni Anselmo, inserita in catalogo con una stima di 600-800 mila. Una stima che poteva quasi sembrare ardita, se si considera che nelle ultime aste londinesi questo maestro dell’Arte Povera non ha mai superato i 300 mila dollari. E, invece, dopo una vera e propria lotta tra bidder di tutto il mondo, Torsione viene battuta alla bellezza di 6.4 milioni di dollari. Un risultato che lascia letteralmente a bocca aperta.
Per l’arte italiana la serata di Christie’s è decisamente un successo. Oltre ad Anselmo, salgono sul “podio”, Michelangelo Pistoletto con La stufa di Oldenburg – opera del 1965 in catalogo con una stima di 1-1.5 milioni $ e venduta per oltre 2 milioni – e Rudolf Stingel con un Untitled del 1993 che, partendo da una stima di 2.5-3.5 milioni di dollari, viene venduto a più di 4.7 milioni. E anche il 14 maggio, con la seconda parte della day sale iniziata il 12, le cose vanno bene per i pochi lotti italiani in catalogo: Cane che Sbadiglia, quadro specchiante del 1962-67 di Pistoletto proveniente dalla collezione di Ileana Sonnabend e stimato da 600 a 800 mila dollari viene venduto a 1.2 milioni di dollari, mentre Pagina Solare di Arnaldo Pomodoro (18-25 mila dollari), opera del 1982 che tornava sul mercato dopo 28 anni, raggiunge quota 69 mila.
Un risultato, quello maturato da Christie’s per l’arte italiana, che dà una sferzata all’andamento delle vendite dei nostri artisti inseriti nei cataloghi newyorchesi, fino a qual momento abbastanza “soft” e con una sola star: Rudolf Stingel. La day sale di Sotheby’s, in programma nello stesso giorno, ha visto vari lotti italiani invenduti. Ma per un Cattelan che rimane nei magazzini e un Fontana che non brilla (fatta eccezione per la scultura Concetto Spaziale (two works) del 1967 venduta a 137 mila $ contro una stima massima di 80mila), c’è uno Stingel che scalda i motori in vista della evening sale di Phillips dove sarà assoluto protagonista. Cinque i suoi lavori inseriti nel catalogo di Sotheby’s e tutti e cinque fanno registrare ottime aggiudicazioni tra le quali spiccano quelle del lotto 407 – un Untitled del 2013 che, partendo da una stima di 500-700 mila $, è stato venduto a 814 mila $ – e del lotto 463: un Untitled datato 2002 (stima: 700-900 mila $) battuto a oltre 1.2 milioni di dollari. Quest’opera, che tornava sul mercato dopo sette anni dall’ultimo passaggio in asta, era stata venduta nel 2008 da Phillips de Pury per 490 mila dollari. Un incremento del 145% in valore, che la dice lunga sull’andamento del mercato dell’artista meranese.
Sotheby’s: nel segno di Cattelan
Se Anselmo e Stingel sono i protagonisti del 13 maggio. Nell’asta serale di Sotheby’s (12/05), che ha realizzato un totale di 379.7 milioni di $ con l’87% di lotti venduti e 7 record d’asta, è Maurizio Cattelan – unico italiano in catalogo – a tenere alto il tricolore dell’arte contemporanea. L’artista italiano ha visto, infatti, il suo Untitled venduto per circa 1.3 milioni di euro. La stessa opera, nel 2006, era stata venduta per poco più di 260 mila euro. Un risultato che potrebbe segnare una ripartenza per il mercato del nostro artista che, dopo l’annuncio del pensionamento, aveva subito un momento di stallo. Nessun particolare sussulto, invece, per gli italiani presenti della day sale di Christie’s dello stesso giorno dove, comunque, va sottolineato il buon risultato per i giovani Roberto Cuoghi (n. 1973) e Paola Pivi (n. 1971) che, centrando le aspettative, hanno confermato il loro valore di mercato.
L’Untitled di Cuoghi inserito in catalogo ha raggiungo i 15 mila dollari della stima massima, mentre Whipped Cream di Paola Pivi è stata venduta per 18.125 $. Bene anche Stingel e Cattelan, entrambi con un’opera ciascuno in catalogo, venduti entro le stime pre-asta.
Phillips: una “italian sale” piccola piccola
L’evento rimarrà certamente storico. The Great Wonderful è comunque la prima asta tutta di arte italiana mai organizzata a New York, e i primati fanno curriculum. Ma al di là di una medaglia al valore, non c’è molto da dire. Il 13 maggio la sala di Phillips de Pury è fiacca e nessun lotto scalda i collezionisti intervenuti alla vendita curata da Francesco Bonami. Le opere dei nomi più noti (Fontana, Scheggi, Manzoni) non sono certo della qualità di quelli che si vedono a Londra (o a Milano) e più che aver attirato l’attenzione sembrano averla respinta: di fatto sono tutti bocciati, anche perché per gli stessi soldi (e anche meno) si possono comprare opere di maggior qualità di artisti magari un po’ meno conosciuti. Ed è quello che avviene. Il pubblico si fa convincere dai primi lotti di Francesco Vimercati, ma lascia a casa Pino Pascali e Paolo Scheggi. Va bene al primo Boetti e a Burri, che raggiungono entrambi la stima minima: 1.5 milioni di dollari (buyer premium escluso) offerti per una Mappa del 1988 e 400 mila dollari per una Combustione del 1964. Pollice verso, invece, per Lucio Fontana, Piero Manzoni, Maurizio Cattelan… ma insomma, nella sala la tensione non sale mai e alla fine il totale supera di poco i 13 milioni di dollari quando, invece, se ne aspettavano almeno 20.7.
Gli unici momenti con un minimo di fibrillazione si registrano quando sale il lotto n. 41 – un Untitled di Turi Simeti che parte da una stima di 20-30 mila $ e viene aggiudicato a 45 mila (b.p. escluso) – e il lotto n. 60: Untitled (Interim), opera del 2011 di Elisa Sighicelli, valutata tra 8 e 10 mila $ e venduta a 24 mila. Tutto il resto è noia.
Rimaniamo ancora da Phillips, dove si tengono anche le due aste che chiudono la settimana: la evening sale del 14 maggio e la day sale del 15. Ma anche qui c’è poco da notare. Anche Stingel sembra non riuscire a scaldare la platea e i bidder al telefono. Il top lot dell’artista meranese inserito nel catalogo dell’asta serale supera a mala pena la stima minima, arrivando a 4.7 milioni di dollari, e anche gli altri suoi lavori in vendita non esaltano. Va peggio ella day sale del giorno successivo: dei tre lotti italiani in vendita, uno rimane nelle casse – Eyes with Numbers, opera del 1970 di Mario Merz – e due raggiungono per un pelo le aspettative: Vanessa Beecroft, Untitled, 2008 (stima: $25,000 – 35,000) aggiudicato a 32 mila $ e Mimmo Rotella, All’Auditorium (1962 – stima: $150,000 – 200,000) venduto a 149 mila $. Insomma, il mercato americano, se si escludono alcuni nomi, non sembra essere ancora “pronto” per gli esperimenti. La febbre per l’arte italiana è affare tutto europeo e Londra rimane il punto di riferimento. Adesso non resta che aspettare l’asta del 20 maggio a Milano (Sotheby’s) e quelle londinesi di giugno.