L’85% dei lotti aggiudicati e un fatturato di oltre 991.000 euro (diritti inclusi). Parte bene, il 2018, per lo Studio d’Arte Martini che, tra martedì e mercoledì, ha battuto la sua asta primaverile di arte moderna e contemporanea che offriva in vendita 240 lotti suddivisi in due sessione. «L’asta, nel suo complesso, è andata molto bene – commenta Angelo Martini al termine dell’asta -. Abbiamo avuto un’utenza giovane, molto vivace. Ma sopratutto, un grande interesse da parte dei collezionisti stranieri, che stanno aumentando di asta in asta». «In generale – prosegue – mi sembra che il mercato dell’arte sia attivo e con un collezionismo numericamente in crescita e molto preparato, attento sia alla storia che al mercato dell’arte. Il collezionista oggi è molto esigente e sa quello che vuole: la qualità e l’unicità dell’opera d’arte; cerca il pezzo speciale, che può avere solo lui. Guarda le provenienze, le pubblicazioni, i piccoli particolari che rendono l’opera unica. E quando trova l’opera giusta, è disposto a battersi e a pagarla anche qualcosa in più pur di averla».
E’ così che già nella prima sessione di martedì 20, lavori come Composizione n. 3 di Mauro Reggiani – opera del 1973 presente al lotto 32 – è oggetto di un intensa gara tra pretendenti che lo fa arrivare fino a 20.000 euro di hammer price. Per non parlare dello splendido Montagna (1959) di Gino Marotta, uno dei suoi primi celebri “badoni”, che partendo da una valutazione in catalogo di 8-10.000 euro sente il martello battere a 11.000 euro. Mentre due lotti dopo Aigves Mortes (1978) di Carlo Mattioli viene aggiudicato a 14.000 euro contro una stima iniziale di 8-10.000 euro.
Il tutto in crescendo di tensione che culmina con il lotto 49, dove è proposto J – 5, opera del 1973 di Hsiao Chin che viene contesa da tantissimi bidder stranieri che ingaggiano una bella gara dal sapore internazionale, con il martello che alla fine batte a 13.500 euro, ben oltre la stima massima. Ma bene vanno anche altri lotti, come 87/67, il bel olio e collage su tela datato 1967 di Walter Fusi che avevamo segnalato anche nella nostra lettura catalogo e che ha centrano bene le aspettative con un hammer price di 2.600 euro.
Come ha retto bene la prova del mercato il Generatore di linee traccianti (1967) del Gruppo MID che si è fermato a 5.900 euro, giusto ad un passo dalla stima minima. Pezzo, questo che ci introduce nella seconda sessione dell’asta che, tra i suoi protagonisti, ha visto Edoardo Landi con il lotto 146: Rifrazione cilindrica variabile, lavoro del 1963 battuto a 13.500 euro. E’ stato oggetto di una bella lotta tra bidder stranieri, invece, Cerchi virtuali: l’assemblaggio del 1967 di Getulio Alviani al lotto 151, battuto per 36.000 euro. E va bene anche Prevalenze 1-6-V.O. div.2 Tre primari 1| |6 di Antonio Scaccabarozzi che raggiunge i 10.000 euro di hammer price, segnano la seconda miglior aggiudicazione di sempre per questo artista di cui ricorre il 10° anniversario della scomparsa. Il suo attuale record ammonta a 15.000 euro e risale al 2015.
Centra agilmente le aspettative Frammenti di un autoritratto anonimo, l’acrilico su tela e legno del 1971 di Carlo Alfano presentato al lotto 178 con una stima di 25-35.000 euro e battuto a 30.000 euro. E un bel segnale per il mercato di Aldo Mondino arriva al lotto 201, dove Greca, acrilico e applicazione in plexiglass su tela degli anni Sessanta sente il martello battere a 12.000 euro. Come benissimo va l’aggiudicazione del Senza titolo (1957) di Carla Accardi al lotto 216 che supera le massime aspettative raggiungendo un prezzo di martello di 15.500 euro.
Segnali interessanti anche per tre dei principali nomi della cosiddetta Pittura Analitica che, solitamente, faticano un po’, ma che mercoledì scorso hanno fatto registrare performance di tutto rispetto: Claudio Verna il cui A 168 (1972-73) è stato battuto a 11.500 euro; Marco Gastini che vede il suo Quadro del 1973 centrare le attese con un prezzo di martello di 10.800 euro, e Gianfranco Zappettini: il suo Superficie acrilica del 1974 rimane sotto la stima minima ma l’hammer price di 28.000 euro è, in assoluto, il suo secondo miglior risultato di sempre, ad un passo dal record di 30.000 euro stabilito lo scorso anno da Dorotheum.
Infine, ci piace segnalare la buona aggiudicazione di Vincenzo Cecchini, il cui Trittico 8/bt del 1974 – una grande grafite e pastello nero su tre tele di juta – è stato aggiudicato per 8.100 euro.