Finale soft per la prima settimana londinese di aste serali, con Phillips che ha chiuso ieri la sua 20th Century & Contemporary Art Evening Sale con un totale, buyer’s premium incluso, di 37.031.750 £, ampiamente entro le aspettative pre-asta, confermando la tenuta del mercato che anche la day sale di questi giorni sembrano non aver messo in discussione.
Finale soft, dicevamo. Sì, perché la saleroom al n. 30 di Berkeley Square non si è mai accesa particolarmente per nessuno dei 28 lotti in catalogo tranne che per Cecily Brown, il cui Armed and Fearless del 2014, proposto al lotto n. 20 con una stima 600-800.000£, vola fino a 1.450.000 £ di hammer price strappando un sonoro applauso che rompe un’atmosfera fino a quel momento piuttosto sommessa.
Neanche il Jet di Gerhard Richter era riuscito a tanto. Peraltro, la vendita di Düsenjäger, tela del 1963 valutata tra i 10 e i 15 milioni fatica più del previsto e alla fine quello che era il top lot della serata centra le aspettative arrivando poco sopra i 13 milioni di prezzo di martello.
Pochi i risultati degni di nota: l’ottimo debutto di della giovanissima (29 anni) Tschabalala Self, artista afroamericana di New York che vede il suo Lilith del 2015 battuto per 100.000 £, il doppio della stima massima. Un risultato figlio dei tempi e della giusta rivalutazione, appunto, degli artisti afroamericani e delle donne. Un trend che dal 2018 è approdato anche in queste prima aste del 2019 e che, con molta probabilità, proseguirà per tutto l’anno. D’altronde, in questo giorno dedicato alle donne, una riflessione andrebbe fatta e ci sarebbe da chiedersi perché il lavoro di un artista uomo possa arrivare a valere anche 10 volte quello di una collega. In questo, il confronto tra Jenny Saville e David Hockney mi pare lampante.
Detto questo, scorrendo i risultati di ieri sera ecco che al lotto 2 abbiamo un altro risultato che discende da questo trend: il nuovo record d’asta delle britannica Rose Wylie. Artista oggi 85enne, ma che conta appena 7 passaggi in asta e che ieri, per la prima volta, ha marcato un prezzo degno della sua carriera: 140.000 £. Di fatto pochi spiccioli in più della giovane collega al lotto precedente. Segno anche questo dei tempi che stanno cambiando e delle maggiori opportunità che oggi hanno le nuove generazioni.
Per il resto pochi i lotti che superano la massima aspettativa. I due Fontana in asta non brillano, ma sono opere minori, mentre rimane invenduta la Combustione di Burri al lotto 25. Il mercato, poi, contiuna ad attendere Peter Doig che, però, a differenza di qualche anno fa, langue su aggiudicazioni sempre piuttosto modeste rispetto alle aspettative. E tra gli artisti in calo non possiamo non citare Damien Hirst che in queste serate londinesi non ha certo brillato, tra lotti ritirati e invenduti.
Questo è tutto. Nei prossimi giorni pubblicheremo un’analisi dettagliata di questa tornata londinese per vedere nel dettaglio cosa ci raccontano le prime evening sale dell’anno sullo stato di salute del mercato.