Terzo miglior risultato di sempre per la Milan Modern and Contemporary di Christie’s che si è chiusa con un totale di 13.319.624 euro (buyer’s premium incluso) e un tasso di venduto del 94.2% in lotti e del 96% in valore e solo 5 opere invendute su 88 in catalogo. Un risultato solido che conferma l’asta di Palazzo Clerici come l’appuntamento più importante per il mercato italiano e realizzato grazie ad una evening sale che ha realizzato un parziale di 11.785.397 euro (buyer’s premium incluso). Nuovi record d’asta: per Leoncillo, Fausto Melotti, Francesco Lo Savio, Giosetta Fioroni, Piero Gilardi e Gianfranco Pardi.
Diretta in modo magistrale da Renato Pennisi, Direttore e Senior specialist di Christie’s Italia, la prima sessione della Milan Modern and Contemporary di Christie’s parte subito forte e fin dal primo lotto, Senza titolo (ordine e disordine) di Alighiero Boetti, si capisce che la serata ha il mood giusto. In catalogo l’opera è proposta a 50-70.000 euro e in sala si parte da 45 mila, ma subito le puntate iniziano a susseguirsi velocissime e il martello batte alla bellezza di 240.000 euro.
I 5 lotti successivi se ne vanno tranquilli, con aggiudicazioni che centrano tutte le aspettative. Solo Ferrocemento n. 22 di Giuseppe Uncini si ferma di poco al di sotto della stima minima – 55 mila euro contro 60 mila -, ma si tratta di una sfumatura. Subito dopo il Fontana “oro” – un Concetto spaziale, attesa del 1961 con un solo taglio verticale – supera la stima massima e viene aggiudicato a 350 mila. E’ poi la volta Concetto spaziale, Attese del 1963-64 (lotto 10). Le offerte proseguono con ritmo costante fino a quando non arriva sul piatto una puntata decisa: 700.000 euro. “Bene! Così ci piace!”, esclama dal rostro Renato Pennisi che poi farà battere il suo martello a 780 mila.
Il clima si riscalda e l’evening sale milanese di Christie’s mette in archivio il primo record della serata. E’ di Leoncillo, il cui San Sebastiano del 1960-62 al lotto 11 viene aggiudicato per 65.000 euro. Si arriva così al cover lot dell’asta: il Fontana rosso (Concetto Spaziale, [Attese] del 1966) che raggiunge i 1.3 milioni di hammer price.
Bene anche il Cementarmato parabolico (lotto 13) di Giuseppe Uncini che raggiunge i 180.000 euro della stima minima, mentre il primo Schifano della serata, un Paesaggio Anemico del 1965, si ferma a 95 mila, mancando l’aspettativa più bassa. Dopo una breve pausa dovuta a qualche problema tecnico che ha lasciato Pennisi senza voce, si procede con il lotto 15: Stella d’Argento, opera del 1965 di Franco Angeli. La pop italiana non sembra eccitare particolarmente i bidder e l’opera si ferma al di sotto della stima minima e così fa anche il lotto successivo a firma di Festa. Va meglio Renato Mambor (lotto 17), ma niente di che. Solo Les Promenades d’Euclide di Tano Festa (lotto 18), tra queste prime opere dei “ragazzi” di Piazza del Popolo presenti in catalogo, riscuote un maggior successo, superando la massima valutazione con il martello che batte a 110.000 euro.
Buona aggiudicazione anche per Burri il cui Cellotex al lotto 19 raggiunge agilmente i 150.000 euro della stima massima. E anche la Superficie bianca del 1987 di Castellani al lotto successivo non delude: 920.000 euro. Ma la star di questa parte centrale dell’asta è certamente Fausto Melotti che al lotto 22, con Tema e variazioni I, ritocca il suo personale primato d’asta che sale a 500.000 euro. Ed è record anche per Francesco Lo Savio, che inaugura la sessione dedicata alle opere provenienti dalla Collezione Jacorossi: il suo Spazio Luce (lotto 26) raggiunge l’eccellente hammer price di 400.000 euro, ossia la sua miglior aggiudicazione di sempre.
Siamo a metà vendita ed è la volta della seconda parentesi Pop della serata che si apre decisamente meglio della prima con Giosetta Fioroni che con Liberty (lotto 29) del 1965 eguaglia il suo primato di 65.000 euro per poi superarlo quattro lotti dopo con Interno familiare del 1960 (lotto 32) che sente il martello battere a 70.000 euro. E’ il quarto record della serata e bene vanno anche le opere dei suoi colleghi Angeli e Festa che superano la massima aspettativa.
I lotti scorrono veloci, un paio rimangono invenduti, ma in generale le aggiudicazioni raggiungono o superano le aspettative. Fino ad arrivare al lotto 38 dove troviamo Trilite spezzato, opera di 1965 di Piero Gilardi che con 80.000 euro di hammer price stabilisce il nuovo record per l’esponente dell’Arte Povera.
Gli ultimi 13 lotti della evening sale di Palazzo Clerici filano via senza alcun problema e sul finale brillano Figura T3 (lotto 49) di Osvaldo Licini che, valutata 50-70.000 euro è stata aggiudicata a 130.000 euro, e la bella Madonna con bambino ed angeli di Lucio Fontana al lotto 51 che raggiunge un hammer price di 140.000 euro contro una stima in catalogo di 60-80.000 euro. Nella day sale del 28 aprile, invece, spiccano alcune aggiudicazioni di rilievo tra le quali non possiamo non citare i 40.000 euro di hammer price per Giardino Pensile (1969), acrilico su truciolato di Gianfranco Pardi che rinnova il record d’asta dell’artista.
NOTA: Salvo dove indicato diversamente tutti i prezzi riportati nel presente articolo non includono i diritti d’asta.
Articolo aggiornato il 28/04/2017 alle ore 23.00