Dopo l’assaggio in occasione di Miart, Sotheby’s ha inaugurato in questi giorni la preview ufficiale della sua asta milanese di maggio. Circa 100 i lotti che saranno visibili fino a domani e che verranno battuti il 4 e 5 maggio prossimi. La vendita primaverile di Palazzo Serbelloni, programmata prima della Biennale di Venezia e delle aste di New York, è così un’occasione preziosa per aggiudicarsi capolavori dell’arte italiana provenienti da prestigiose collezioni private. E’ il caso della Combustione plastica di forma romboidale del 1967 a cui avevamo dedicato la copertina in occasione della mostra di marzo. Si tratta di uno studio per la vetrata del Convento di Sion in Svizzera, eseguito dall’architetto veneziano Mirco Ravanne in quegli stessi anni. «La combustione – commentano Beatrice Botta e Marta Giani, responsabili dell’asta – interpreta con spiccata potenza la spiritualità e la drammaticità del messaggio cristiano, pur mantenendo una propria autonomia di linguaggio. Anche la “Combustione” su cellotex del 1968 è una composizione di grande armonia compositiva; acquisita direttamente dall’artista, è stata custodita sempre presso la stessa raccolta». (Leggi -> Sotheby’s: 8 ore per ammirare 20 capolavori dall’asta di maggio)
A distanza di un mese da quella piccola anteprima dell’anteprima, Sotheby’s riapre così il suo scrigno di tesori per mostrare, in queste ultime 48 ore prima dell’asta, un catalogo su cui ci sembra giusto tornare per rinfrescarvi un po’ la memoria, magari citando qualche opera che in quella prima occasione avevamo trascurato. A partire dall’iconica tela cucita di Piero Manzoni: un Achrome che misura cm 45×60, eseguito nel 1960 ed esposto al Madre di Napoli nel 2007. Stimato 400.000 – 600.000 euro, questo lavoro vanta, tra le altre cose, una bibliografia molto importante e competa. E sempre di Manzoni un polistirolo eseguito tra il 1962 e 1963 (stima € 250.000-350.000). ) e un ulteriore Achrome del 1962, pacco in carta da imballo, stimato € 120.000 – € 180.000.
Ma nel catalogo che sarà battuto alla fine di questa settimana spicca anche una preziosa selezione di lavori Enrico Castellani che copre tutte le epoche e i colori della sua carriera. Un selezione guidata da un lavoro esagonale del 1969 (stima € 400.000-600.000), una Superficie Bianca del 1977 (stima 280.000 – 350.000) un “rosso” degli anni 90 (stima € 280.000-350.000) ed infine una Superficie Blu del 2003 (stima € 220.000-280.000).
Oltre ai lavori di Lucio Fontana e al bellissimo Study for Homage to the Square di Josef Albers del 1969, da non trascurare l’olio su tela del 1957 (stima € 120.000-180.000), realizzato da Tancredi negli anni in cui era ospite di Peggy Guggenheim. Il loro è stato un rapporto stima reciproca. Mentre il Sempreverde di Piero Dorazio (est: € 120.000-180.000) fa parte della serie dei celebri monocromi presentati nel 1960 alla Biennale di Venezia, particolarmente apprezzati dal grande storico dell’arte Lionello Venturi.
E naturalmente non poteva mancare Fausto Melotti presentate in questa vendita con due lavori: un’ironica Diavoleria del 1980 (est: € 100.000-150.000) e Coro del 1976 (est: €50.000/ 70.000), entrambe provenienti da collezioni italiane. Delle due è particolarmente interessate la prima: una scultura realizzata in ottone, metallo pesante, qui plasmato con strabiliante perizia ed eleganza. Melotti pensa alla realtà come un punto di partenza, per arrivare ad associazioni di immagini dal significato più profondo. Il risultato è il capolavoro che vediamo accanto, in grado di coniugare una vena ironica-surreale ad una essenzialità quasi minimalista.
Concludiamo con altro pezzo pregiato, una minuscola Natura Morta di Giorgio Morandi datata 1962 (Stima: € 180.000-250.000). La qualità pittorica è ottima, le campiture piatte e i colori tenui, quasi privi di saturazione, accentuano un senso di profonda inquietudine e malinconia, conferendo all’opera un’intima nota poetica.
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