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Un bagaglio di informazioni tecniche

del

Molto spesso mi capita di dover restaurare opere di cui non si ha alcuna informazione su tecnica, materiali utilizzati e storia conservativa.

Ma nel restauro, specialmente nel caso di opere d’arte contemporanea dove il messaggio artistico è intrinsecamente legato all’oggetto e alla materia che lo rappresentano, l’avere quante più informazioni possibili sull’opera ci permette di non prendere decisioni sbagliate.

Le domande che ci poniamo noi restauratori sono, ad esempio: posso rimuovere un elemento fortemente compromesso sostituendolo o è necessario conservarlo a qualunque costo anche se parziale o non “parlante”? L’opera era già danneggiata in quel punto al momento della creazione (perché magari realizzata con materiali di riuso) o si è rovinata nel tempo? Quali materiali nello specifico avrà scelto l’artista nel realizzare quella particolare finitura? (I materiali prodotti e utilizzati nel ‘900, infatti, sono potenzialmente infiniti e tutti estremamente diversi nella composizione e nella reazione al trascorrere del tempo). Chissà se l’autore ne ha fatte di simili con la stessa tecnica ma che oggi avranno sicuramente una storia conservativa differente? Anche loro si sono degradate allo stesso modo?

Tutte queste informazioni possono facilmente essere reperite al momento dell’acquisizione, senza dover ricorrere a supposizioni – spesso errate – o ad infinite ricerche, soprattutto se siete soliti acquistare le vostre opere direttamente dall’artista o tramite una galleria che è in contatto con quest’ultimo.

Potrete dunque porre queste domande direttamente all’artista o al gallerista, raccogliendo così un bel bagaglio di informazioni da mettere all’interno del vostro archivio. In questo modo,, qualora l’opera necessitasse di un restauro o voleste studiarla meglio, avrete a disposizione tutto quello che occorre.

Certo è comprensibile che troppe domande tecniche al momento dell’acquisto potrebbero rovinare la poesia e il pathos del momento, compromettendo in qualche modo anche il fascino subìto dalla particolare aura di mistero che certamente aleggia attorno alla vostra opera e all’artista stesso.

Tuttavia, ciò vi permetterà di potervi prendere cura nel tempo e di trattare con i riguardi che merita la vostra opera. Una possibile soluzione per non rovinare la poesia del momento, potrebbe quindi essere quella di affidarvi ad un intermediario tecnico (come il vostro conservatore di fiducia) per sottoporre all’artista, in un momento (non troppo) successivo all’acquisizione, le domande tecniche per poterla conoscere, manutenere e conservare al meglio.

Sara Stoisa
Sara Stoisa
Conservatrice e restauratrice di dipinti e di opere di arte contemporanea freelance oltre all’attività di restauro si è specializzata nella curatela di archivi d’artista e nella gestione di collezioni d’arte private. Da diversi anni collabora con la Fondazione Centro Conservazione e Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale nell’ambito della documentazione e per progetti internazionali.
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