Di fronte a Palazzo Reale, al piano terra di uno stabile signorile del centro di Milano, a pochi passi dalla movida del Salone del Mobile e della settimana del Design, si trova lo studio – ora museo aperto al pubblico- di Achille Castiglioni. Un piccolo mondo di storia del design italiano, racchiuso in quattro stanze, quasi 200 mq e un archivio fittissimo di disegni e documenti che testimoniano il nostro recente passato di produzione industriale e materiale.
La figlia di Achille, Giovanna Castiglioni, vice presidente della Fondazione non può essere definita solo una delle eredi di questo importante patrimonio. Oggi infatti accoglie i visitatori, gli studiosi, i ricercatori e chiunque sia interessato ad approfondire cosa significa essere stato un progettista di alcuni degli oggetti più iconici del Novecento italiano.
È difficile dare una definizione tradizionale di questo luogo: in parte un archivio con i suoi faldoni ben organizzati e consultabili; in parte museo visitabile come qualsiasi altro luogo espositivo, ma anche spazio in cui sperimentare e toccare con mano i prodotti dell’industrial design, capire i materiali di realizzazione e scoprire cosa c’era dietro i grandi progetti.
Insomma, l’unica cosa di cui siamo certi è che si tratta di un posto vivo, che si occupa quotidianamente di tenere insieme una collezione sui generis, composta certo da oggetti, ma prima di tutto da progetti: un’eredità culturale importante che prova ad essere riassunta in bacheche piene di prototipi, oggetti “anonimi” di uso quotidiano, che raccontano l’interesse e la curiosità che il grande architetto/designer aveva per ciò che esprime una funzione.
Ascoltare Giovanna fa venire voglia di andare a Milano per vedere da vicino, per sfogliare i disegni firmati da Castiglioni, sedersi su un suo sgabello e farsi illuminare il naso dalle sue famose lampade. Lo studio oggi è rimasto allestito esattamente come l’aveva pensato Achille, non per un feticcio storico, quanto per conservare una testimonianza. E per le nuove ricerche e sperimentazioni, che ancora oggi continuano ad essere portate avanti, beh lì si guarda al presente, a contesti come il Salone del Mobile dove è più facile e necessario mettere in continua relazione il passato con il presente.