Più volte, sulla pagine virtuali di Collezione da Tiffany, ci siamo soffermati sull’attenzione che il mercato internazionale ha per l’arte italiana. Attenzione che non passa solo dalle case d’asta, ma anche (e sopratutto) dalle sale dei musei e dalle gallerie private che fanno conoscere ad appassionati, collezionisti e, in generale, al grande pubblico, aspetti più o meno noti della produzione artistica italiana. E, così, mente la Galleria Continua sbarca a Cuba e Tornabuoni Arte apre un suo nuovo avamposto in quel di Londra con una mostra dedicata a Lucio Fontana, ecco che il calendario estivo appare più che mai ricco di appuntamenti dedicati a vecchi maestri e giovani talenti del nostro Paese. Con tutto quello che ciò potrebbe comportare in termini di mercato.
Tra i “giovani” ci piace segnalare la personale del designer e artista italiano Martino Gamper (n. 1971) alla MIMOCA – Marugame Genichiro-Inokuma Museum of Contemporary Art di Kagawa in Giappone dove, fino al 29 settembre prossimo, sarà allestito 100 Chairs in 100 Days. Progetto iniziato nel 2005 e vincitore, nel 2008, del Designs of the Year. Furniture Award, a cui deve la sua notorietà internazionale. La L40 – Verein zur Förderung von Kunst und Kultur di Berlino ospita, invece, fino al 25 luglio, la mostra Cumuli – Trading Places che vede 26 artisti internazionali confrontarsi con il dipinto Campo di Rialto di Canaletto per “trasportarlo” nel contesto contemporaneo creando delle opere che costituiscano una sorta di commento ai riferimenti evocati dal dipinto, commissionato al pittore veneziano dal mercante berlinese Sigismund Streit e oggi esposto alla Gemäldegalerie della capitale tedesca. Tra gli artisti coinvolti in questo particolare progetto, giunto alla sua seconda edizione e sostenuto dal Governo Austriaco, anche gli italiani Paolo Chiasera (n. 1978) e Gianni Moretti (n. 1978).
Fino al 30 luglio, presso Villa Sträuli a Winterthur sarà visibile la mostra Monochrome, personale di Cosimo Veneziano (n. 1983) in cui l’artista propone due progetti recenti: Monochrome I e The Monument. Il primo consiste in una serie di calchi di dipinti realizzati in gomma siliconica, tavole cromatiche dove l’immagine originale si rivela solo dove il colore si è maggiormente sedimentato. La serie The Monument è composta, invece, da disegni a china su tela e feltro industriale e riguarda i monumenti della città di Winterthur, come esempi del complesso equilibrio tra Storia e rappresentazione nello spazio pubblico, attraverso la scultura. Il 15 luglio scorso, invece, la Whitechapel Gallery di Londra ha inaugurato The London Open 2015, esposizione triennale dedicata agli artisti dai 26 anni in su che vivono e lavorano a Londra. E tra i 48 nomi selezionati troviamo anche quelli dei giovani italiani Salvatore Arancio (n. 1974) e Gaia Fugazza (n. 1985).
Passando agli artisti “storicizzati”, il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM) presenta Fausto Melotti, una mostra dedicata alla polimorfa e sfaccettata produzione di uno dei più importanti artisti italiani attivi tra le due guerre e nel secondo dopoguerra. In mostra, fino al 17 gennaio 2016, sono esposte una ventina di sculture in metallo e più di settanta opere in ceramica. Nella stessa sede, all’interno della Project Room del terzo piano, troviamo invece una personale di Alessandro Pessoli (n. 1963). Attraverso un ampio ed eclettico ventaglio di riferimenti iconografici e tematici, la sua pratica si intreccia con la storia della cultura recente e contemporanea. I materiali e le tecniche artistiche tradizionali sono oggetto di una vitale rivisitazione: come nel caso della ceramica smaltata – tra i materiali preferiti e caratteristici del suo lavoro – usata per sculture che raffigurano personaggi ironici e arguti.
Spostandoci a Londra, la Galleria Mazzoleni presenta, fino al 31 luglio, un’esposizione dedicata all’opera di Alighiero Boetti curata da Rinaldo Rossi, amico e a lungo collaboratore dell’artista italiano scomparso nel 1994. La mostra offre ai visitatori la rara opportunità di vedere opere provenienti da diverse fasi importanti della vita dell’artista, tra cui opere iconiche come ricami e disegni fatti con la penna a sfera. Tra le opere più importanti: Mappa del 1979; i tre pannelli Smettere in Moto (1978-1979); un grande Tutto (1988-1989) e una raffinata selezione di opere su carta.
E’ sull’Arte Povera, invece, che sembra attestarsi l’attenzione degli Stati Uniti per l’arte italiana. E dopo la mostra dedicata dalla newyorchese Marian Goodman Gallery all’opera di Luciano Fabro – conclusasi il 13 giugno scorso – il Nasher Sculpture Center di Dallas si appresta ad inaugurare, il 19 settembre prossimo, Being the River, Repeating the Forest, personale di Giuseppe Penone, recentemente insignito dell’Imperial Praemium Prize (2014). Ma di Arte Povera si parla anche in Francia, con la mostra che il Musée d’art modern et contemporain di Saint-Etienne sta dedicando a Giovanni Anselmo, e ad Hong Kong dove la Simon Lee Gallery ha da poco inaugurato la prima personale di Claudio Parmeggiani.