Tra talenti emergenti e riscoperte di storici maestri dell’arte contemporanea italiana, il palinsesto delle mostre di questo novembre è decisamente interessante. Centinaia gli appuntamenti organizzati in gallerie private e spazi pubblici, lungo tutto lo stivale, che meriterebbero di essere visitati. Tra questi, come nostro solito, ne abbiamo selezionati 10 che ci sono sembrati particolarmente utili per chi è interessato ad approfondire la propria conoscenza della scena artistica, presente e passata, del nostro Paese. Scena sempre più apprezzata all’estero, ma troppo spesso trascurata dal circuito nostrano delle grandi mostre.
A chi, in questi giorni, si trova a Torino per Artissima e le altre fiere in programma nel capoluogo piemontese, consigliamo di fare un salto a Venaria Reale. Qui, proprio di fronte all’ingresso dell’omonima reggia sabauda, si trova la Galleria ResPUBLICA che ha inaugurato ieri Pittura Analitica. Ricerca anni Settanta. La mostra, curata da Luca Beatrice, si concentra sulla ricerca avviata negli anni Settanta da alcuni grandi artisti e che andava nella direzione di una spoliazione degli elementi figurativi, della riduzione all’essenziale e del predominio della teoria sull’emozione. Tra i protagonisti di questo movimento, noto come Pittura Analitica: Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Pino Pinelli e Gianfranco Zappettini, la cui opera rappresentò una rottura nei confronti delle altre esperienze artistiche dominanti all’epoca.
Sempre a Torino, questa volta alla GAM- Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, è in corso, negli spazi della Wunderkammer, la mostra Blue note / Opere su carta, che raccoglie una serie di opere recenti di Luca Pignatelli, autore di un realismo visionario che trova i suoi soggetti nella memoria, la cui ricerca artistica è tutta sospesa tra la fascinazione archeologica e la esplorazione del mito. Alla GAM saranno esposte la serie Standard (2000-2015), un gruppo di opere che raffigura treni davanti a edifici accennati, sbiaditi o cancellati dallo sbuffo della locomotiva (2012-2015) e una gigantesca Cosmografia (2015), realizzata appositamente per questa mostra. In quest’opera l’aggancio al figurativo non viene del tutto abbandonato, tuttavia l’indefinitezza del tratto e l’improvvisazione dell’esecuzione trovano libera espressione in una realizzazione ritmica e profonda sulla superficie di una grande carta color grafite.
E se vi avanza ancora un po’ tempo, fate un salto anche al Mastio della Cittadella, ancora a Torino, che fino all’8 novembre è la sede principale della Biennale d’Arte Contemporanea Italia-Cina. Qui avrete l’occasione, tra le altre cose, di ammirare l’ultima fatica di Alessandro Cardinale che qui espone la grande installazione Equilibrium (2015). Ma in mostra troverete anche lavori di Ai Wei Wei, Michelangelo Pistoletto, Marco Maria Zanin e tanti altri.
Spostandoci in Lombardia, la Galleria Cortina di Milano ospita, dal 3 al 28 novembre, la mostra Ideo Pantaleoni. Un percorso verso l’astrazione. Curata da Susanne Capolongo e Stefano Cortina e realizzata in collaborazione con l’Archivio Ideo Pantaleoni, l’esposizione propone un importante corpus di opere, di cui molte inedite, legate al periodo del M.A.C., dei Rilievi e delle Composizioni, testimonianza della ricca attività artistica di Pantaleoni tra gli anni ’40 e ’70. Un lungo periodo dedicato all’astrattismo, durante il quale l’artista diverge nettamente da ogni possibile e precedente riferimento figurativo, rivelandosi così puramente geometrico, rigoroso, quasi aniconico. Il percorso dell’artista è durato quasi un secolo, una ricerca continua e costante, a volte dettata da scelte apparentemente lontane e divergenti, ma caratterizzate da un comune denominatore: la luce.
In Veneto, invece, a Peschiera del Garda, presso la Palazzina Storica, il 6 novembre prossimo inaugura una mostra particolare: 15.18 E in guerra tutti i baci furono vietati. Ideata da Matteo Vanzan, questa esposizione vede messe insieme una serie di opere realizza da 12 artisti chiamati a sviluppare ciascuno una personale riflessione sulla Grande Guerra. Partendo dalla lettura di opere letterarie, accadimenti storici e testimonianze, ognuno di loro ha meditato su alcuni particolari aspetti dell’esperienza claustrofobica della guerra, riassunti in una mostra atta ad evocare nello spettatore ciò che il conflitto, per la prima volta nella storia, rappresentò: una catastrofe che non risparmiò nessuno. Ne è nato un grande lavoro corale, in cui questi artisti si sono misurati con parole cariche di memoria, trasfigurando le suggestioni ricevute nel linguaggio fresco e moderno della pittura, della fotografia, della rielaborazione digitale, dell’installazione e della video arte. Artisti in mostra: Sergio Padovani, Fabio Panichi, Marine Nouvel, Silvia Giordani, Enrico Ferrarini, Giacomo Modolo, Jacopo Pagin, Fatima Messana, Massimo Chiarello, Lorenzo Manenti, Beatrice Sheridan e Alessandro Calabrese.
Uscito lo scorso anno in occasione del MIA – Milan Image Art Fair, il libro d’artista 19.06_26.08.1945 di Andrea Botto viene presentato per la prima volta in una mostra, con un’installazione appositamente pensata per il Museo di Villa Croce a Genova ed un’edizione limitata di stampe d’artista. In questo suo lavoro, edito da Danilo Montanari Editore, l’artista ricostruisce la storia del nonno internato dai nazisti in un libro d’artista, attraverso una ricerca di immagini su internet e la riproduzione di documenti. Un progetto che articola una profonda riflessione sul tema della memoria collettiva. La mostra, curata da Ilaria Bonacossa in collaborazione con Associazione Culturale MiramART, rimarrà aperta fino al 15 novembre.
Fino al 28 novembre la Galleria Mazzoli di Modena ospita, invece, The Morning I Killed a Fly: cinque artisti provenienti da Ecuador, Libano, Sudafrica, Giappone e Italia espongono opere d’arte realizzate specificamente per il progetto o ridisegnate per gli spazi della galleria. Shigeo Arikawa, Christian Fogarolli, Jared Ginsburg, Stéphanie Saadé e Oscar Santillan si confrontano con il verso del poeta americano Michael Dickman: «Come siamo nati / Creati per osservare tutto ciò che non abbiamo creato». Gli artisti hanno sottratto o documentato campioni del mondo naturale, attingendo da ciò che l’uomo non ha creato, incluso se stesso. In mostra si presentano opere espresse nella forza della natura o nel trascorrere degli eventi: talvolta sono documenti o corrispondenze con oggetti fisici, talvolta sono invece incarnazione di realtà, o irrealtà, immanenti.
La Casa del Mantegna di Mantova celebra, invece, l’arte di Sandro Martini con la mostra Atuttosesto, sintetica ma significativa rassegna antologica (1960/2010) curata da Sergio Pajola che presenta, fino al 15 novembre, anche alcune opere inedite realizzate negli ultimi anni. Un percorso che permetterà al visitatore una profonda riflessione sul significato della relazione dell’artista con i differenti materiali “della pittura”, dal bidimensionale al tridimensionale, in tutte le estensioni possibili. La ricerca di Sandro Martini, infatti, è sempre stata caratterizzata da un’attenzione per le potenzialità espressive del segno, inteso come elemento essenziale del linguaggio pittorico. Successivamente Martini si è concentrato sugli elementi costitutivi della pittura, indagando in maniera libera e acuta le possibilità del quadro di articolarsi nello spazio. Conseguenza naturale di questo percorso sono le grandi installazioni di fine anni Settanta, che invadono lo spazio saturandolo con la loro dirompente vivacità cromatica. Le opere più recenti, invece, sono realizzate tramite un processo di scomposizione e ricomposizione dell’immagine, condotto per lo più attraverso la tecnica del “discollage”. In occasione della mostra l’artista ha anche realizzato un grande affresco che sarà donato all’Associazione Mac Mantova Arte Contemporanea che lo installerà nel Conservatorio di Musica “Lucio Campiani” di Mantova. Il 21 novembre, infine, una parte della mostra proseguirà alla Galleria la Steccata di Parma.
Il MARCA di Catanzaro offre l’opportunità di conoscere gli aspetti meno noti di uno dei padri dell’arte cinetica italiana ed internazionale, Alberto Biasi, a cui dedica, fino al 17 novembre prossimo, la mostra Alberto Biasi. Start up & Environment curata da Marco Meneguzzo. L’esposizione si concentra su lavori iniziali e germinali poco conosciuti e sugli ambienti realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta per un totale di circa 60 opere. Non mancano, ovviamente, le opere che l’hanno reso famoso, ma l’aspetto più interessante di questa mostra sono proprio la ventina di lavori che costituiscono una sorta di “Biasi segreto” o comunque poco conosciuto, dove ad esempio una certa vena dadaista e ludica – esemplificata da opere/azioni come la ricostruzione della Mostra chiusa. Nessuno è invitato a intervenire del 1961 o della Mostra del pane dello stesso anno – prende il sopravvento sulle ricerche più propriamente ottico-dinamiche, mentre la riproposizione di tre ambienti – Light Prisms del 1962-67, Orizzontale ellebi del 1967 ed Eco del 1974 – contribuisce grandemente alla conoscenza dell’arte ambientale italiana.
Chiudiamo questa nostra rassegna delle mostre di novembre, con On Making a Circle to Swim Under Water prima personale in terra di Sicilia dell’artista Rä di Martino che si tiene alla galleria collicaligreggi di Catania fino al 22 novembre. Per questa mostra, l’artista romana si è ispirata a un breve e intenso racconto scritto del 1964 dall’americano John Cheever dal titolo Il nuotatore, e ha realizzato un video realizzato ad hoc dal titolo On Making a Circle to Swim Under Water a cui si affianca una serie di opere, The Art of Swimming, che formalmente rimandano alle piscine presenti nel film. Una produzione che ribadisce l’interesse della Rä di Martino per la rappresentazione di una realtà sospesa tra la quotidianità oggettiva della vita e la finzione propria dei linguaggi visivi. Un gioco di cui non sempre sono visibili i limiti e che induce una percezione egualmente sensoriale ed emotiva, fallimentare e al tempo stesso ricca di pathos.