10.1 C
Pesaro

dal 2012 il primo blog dedicato al collezionismo d'arte.

Francesco De Prezzo: Null Paintings

del

Dopo la partecipazione, lo scorso anno, alla collettiva Aequilibrium, Francesco De Prezzo (n. 1994) torna alla Loom Gallery di Milano dove, il 22 settembre prossimo, inaugurerà la sua prima personale in galleria: Null Paintings, in cui il giovanissimo artista bresciano presenterà una serie di opere che rispecchiano le ultime ricerche del suo lavoro, legato ad un ripensamento del rapporto tra corpo, spazio e dimensione che pone questioni riguardanti la lettura, la percezione fisica e individuale di questi tre elementi. Ma anche una riflessione profonda su quello che è il concetto di identità nell’epoca della modernità liquida. De Prezzo, nelle sue composizioni di oggetti semplici e dai colori neutri, ricerca sottili equilibri formali che fissa sulla tela in lunghe sedute di copia dal vero e con precisione quasi iperrealista. Un rapporto a tu per tu con l’oggetto, profondo, meditato e contemplativo, successivamente cancellato da rapide campiture bianche date a rullo, a volte spesse o più trasparenti, che annullano le forme descritte, lasciandone intravedere solo alcuni frammenti, e allo stesso tempo rinnovando l’immagine reale in forme astratte, evocative e misteriose.

Nicola Maggi: Il termine NULL, che dà da il nome alla serie di lavori che presenterai a Milano, nel linguaggio della programmazione è sinonimo di “indefinito”… come si declina questo concetto nella tua opera pittorica?

Francesco De Prezzo: «Null  Painting sta per “pittura annullata” e si riferisce alle rullate di smalto bianco che rivestono i miei lavori e che creano dei campi vuoti; delle zone in cui il lavoro pittorico viene interrotto o, per meglio dire, sovrascritto.  Come mi fai notare tu,  il termine  “null” si ritrova volendo  in programmazione, come anche nella grafica 3d e sta a  indicare un elemento senza identità, così anche nei miei lavori “null” è la zona nulla, senza connotati spaziali, piatta e potenzialmente passibile di qualsiasi  percezione».

Francesco De Prezzo a lavoro nel suo studio di Brescia.
Francesco De Prezzo a lavoro nel suo studio di Brescia.

N.M.: Molti degli elementi “figurativi” che ricorrono nelle tue tele richiamano alla mente alcuni dei tuoi  primi lavori, come il progetto E.N.F.A.S.I. che trae ispirazione da quelli che l’antropologo francese Marc Augé chiama in “non luoghi”. Ci dici qualcosa di più della tua pratica artistica?

F.D.P.: «I miei primi lavori erano delle grandi bandiere bianche  che installavo in luoghi come autostrade, aree industriali, parcheggi, con l’intento di creare un dialogo fra un forte simbolo di appartenenza (la bandiera) e il luogo in cui veniva collocata. Queste bandiere erano immobili e presenti, argomentavano una condizione di spazio e di appartenenza ai luoghi tipica del nuovo  millennio.  Oggi i soggetti dei miei lavori sono spesso scarti che trovo nel mio studio e che assemblo in composizioni, altre volte ricopio parti del mio studio stesso. Il mio interesse verte sempre  sullo spazio e sul rapporto che questi elementi-scarto hanno con esso. E’ insomma un lavoro di lettura del mio “habitat”: in studio passo molte ore,  il mio studio è il luogo più intimo e trovo interessante la possibilità di poterlo raccontare attraverso le immagini che propongo al mio pubblico».

N.M.: Con il tuoi lavori ci poni, così, di fronte ad una sorta di “passaggio di frontiera” che è però anche una riflessione sullo stesso atto pittorico, i suoi tempi, il suo spazio…

F.D.P.: «Il mio Lavoro riflette sulla possibilità di rappresentazione della pittura, sul suo tempo di esecuzione e sulla rapida perdita del  lavoro eseguito.  La mia pittura a volte è attenta,  meticolosa e millimetrica, a volte fresca e  distratta… è un mix fra questi due aspetti, uno opposto all’altro. Curare a lungo  una superficie per poi nascondere il lavoro fatto è quasi un rito che riflette sull’esistenza delle cose stesse».

N.M.: Il tutto nasce, peraltro, da un rapporto con l’oggetto profondo, meditato e contemplativo, in cui l’elemento del ricordo mi pare sia fondamentale, in particolare se inteso come l'”interpretazione” che la nostra memoria dà di un fatto passato, confondendosi, talvolta, con l’immaginazione…

F.D.P.: «Beh, questo in un certo senso è quello che accade quando qualcuno guarda il mio lavoro pittorico: osserva le aree bianche e si chiede se siano incomplete o  soprascritte.  Poi, qualcuno va oltre e si sforza di immaginare cosa ci sia sotto, in base agli elementi  ancora visibili.  Anche se questa cosa del “sotto e del sopra” a me non interessa».

N.M.: Secondo te è per questo che al senso di “sospensione riflessiva” che emanano i tuoi lavori si unisce sempre una certa punta di “dolore”?

F.D.P.: «Non saprei. una volta mi hanno chiesto se provavo dolore nell’imbiancare una tela appena terminata dopo molte ore di lavoro. Ho risposto che per me non era importante, secondo me un autore non dovrebbe mai affezionarsi alle proprie creazioni: le opere sono delle tappe di un percorso, sono degli strumenti per spingere sempre più in là la ricerca di un autore.  In questo senso non vedo l’ora,  terminato un mio lavoro, di distruggerne una parte».

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

Collezione da Tiffany è gratuito, senza contenuti a pagamento, senza nessuna pubblicità e sarà sempre così.

Se apprezzi il nostro lavoro e vuoi approfondire ancora di più il mercato dell'arte puoi sostenerci abbonandoti al nostro servizio di rassegna stampa internazionale the artUpdate.

Abbonati ora!

Condividi
Tags

recenti

Passi in avanti per le imprese culturali e creative 

Con la registrazione presso la Corte dei Conti del Decreto interministeriale di attuazione dell’art. 25, comma 6, della Legge 27 dicembre 2023, n. 206,...

L’impatto dell’AI sul mercato dell’arte nel 2024

L’intelligenza artificiale (AI) sta diventando un elemento sempre più presente nelle nostre vite, e il mondo dell’arte non fa eccezione in questo processo di assimilazione...

Dal Partenone al Panettone un libro di Francesco Bonami

Un viaggio nell’arte non convenzionale Durante le festività natalizie, fra panettoni e pomeriggi rilassati, Dal Partenone al Panettone di Francesco Bonami, pubblicato nel 2010 da Electa, si rivela la lettura ideale per...

Articoli correlati

Iscriviti alla nostra newsletter e scarica gratuitamente il Report Mercato Arte 2023!

Iscriviti subito alle news di Collezione da Tiffany e riceverai, ogni settimana contenuti esclusivi dedicati al mercato dell'arte e al collezionismo d’arte. 

Completa il form e potrei scaricare subito gratuitamente il nuovo Report Mercato Arte 2023!

Sono un collezionista

Grazie la tua iscrizione è andata a buon fine!