Quando si parla di art fair, la prima intuitiva connessione logica che la maggior parte dei collezionisti d’arte crea è quella di ricondurre tale binomio a specifiche città che compongono il fulcro e determinano l’andamento dell’odierno mercato globale dell’arte. Londra, Hong Kong, Parigi, Basilea, Bruxelles e New York rappresentano alcune delle città in cui sono organizzate le principali fiere d’arte, dove, ogni anno, centinaia di gallerie presentano le opere dei loro migliori artisti.
Il panorama internazionale per quanto concerne le fiere d’arte sta però mutando con il passare del tempo. Parallelamente al gruppo d’elite rappresentato dalle principali fiere – Liste, Fiac, Art Basel … – si sta sviluppando una nuova tendenza: quella delle c.d. Boutique Art Fair. Fiere ridotte nelle dimensioni, ma non sul piano della qualità artistica, come suggerisce il nome stesso, che danno la possibilità a giovani gallerie emergenti di mettersi in gioco a livello internazionale. L’archetipo di questa tipologia di fiere è sicuramente rappresentato da ART-O-RAMA (10° anniversario nel 2016), organizzata ogni fine agosto all’interno di uno spazio non-profit (La Friche la Belle de Mai) nel cuore della multietnica Marsiglia. E’ pacifico affermare che ART-O-RAMA abbia dato il via a un trend generazionale che, anno dopo anno, riceve sempre più attenzioni ed elogi dagli esperti e critici d’arte. NOT FAIR, svoltasi a Varsavia durante il Warsaw Gallery Weekend (6ª Ed.) tra il 22 e il 25 settembre, incarna perfettamente l’essenza delle c.d. Boutique Art Fair sopracitate.
Mercato e collezionismo d’arte in Polonia
Prima di passare a un’approfondita descrizione e analisi di cosa rappresenti NOT FAIR, è necessario però aprire una breve parentesi per quanto riguarda il mercato e il collezionismo d’arte contemporanea in Polonia. Da un punto di vista prettamente culturale, sarebbe alquanto naïve pensare alla Polonia come uno dei poli artistici più sviluppati in Europa. Pur vantando la presenza di prestigiose università e ottime accademie d’arte, il tumultuoso storico passato a cui lo stato polacco ha dovuto far fronte non ha sicuramente agevolato l’ambiente artistico locale. Certo è che la situazione negli ultimi anni è notevolmente migliorata, soprattutto grazie all’entrata dello stato polacco nell’Unione Europea, come ha affermato in passato il direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Ujazdowski Castle di Varsavia, Małgorzata Ludwisiak.
Se dal punto di vista artistico-culturale la Polonia sta cercando di sviluppare una propria e nuova identità, dal punto di vista economico il governo polacco sta provando a perseguire un simile sentiero, ovverosia quello dello sviluppo e della crescita. Dati alla mano, il mercato dell’arte locale ha subito un notevole rialzo dal 2010, anno in cui il valore totale stimato superava di poco i 90 milioni di euro.
Di certo non giovano i recenti tagli applicati dal Ministro della Cultura ai fondi destinati ai musei d’arte contemporanea, alludendo a un difetto nella presentazione delle domande annuali da parte di varie istituzioni culturali per ricevere le “vitali” sovvenzioni statali. A Varsavia però, come in altre città, l’arte non sembra aver intenzione di fermarsi. Il nuovo e vibrante ambiente culturale ha agevolato l’apertura di nuove gallerie commerciali e stimolato il collezionismo locale all’interno del paese. (Leggi -> La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2015)
Nota estremamente positiva è rappresentata dall’inserimento di Grażyna Kulczyk nella classifica dei 200 collezionisti più importanti e influenti al mondo, stilata da ARTnews ogni anno, nonché dalla sua candidatura ufficiale inviata dal MoMA per entrare a far parte del prestigioso Modern Women’s Fund Committee: sarebbe la prima e unica donna del Centro-Est Europa a far parte del ristretto gruppo di collezionisti fondato dal MoMA La collezione privata di Grażyna Kulczyk conta più di 500 opere e con un valore di circa 100 milioni di euro rappresenta una delle collezioni più importanti del Centro-Est Europa.
NOT FAIR: una Boutique Art Fair made in Poland
Come si colloca, quindi, NOT FAIR all’interno del fiorente e dinamico scenario artistico-culturale della Polonia? NOT FAIR nasce dall’esigenza di coniugare diverse realtà che, a causa della natura conservatrice e protezionista che ha sempre caratterizzato la società polacca, sono spesso state considerate come divergenti. La fiera, organizzata su iniziativa di Michal Woliński, direttore della Galleria Piktogram di Varsavia, ha lo scopo di incentivare il mercato e la comunità locale ad essere più “internazionali” mediante innovazione ed economicità (la quota di partecipazione per singola galleria è relativamente bassa, circa 800 euro). Lo stesso Woliński ha più volte affermato di voler sfruttare l’inizio della 6ª edizione del Warsaw Gallery Weekend, fine settimana in cui le 23 gallerie più rappresentative si uniscono per creare un framework di eventi che coinvolge tutta la città, per dare il giusto risalto e importanza ad un evento come NOT FAIR.
Per la prima edizione della fiera è stata scelta una location d’eccezione, il Palazzo della Cultura e della Scienza. L’edificio, “donato” da Stalin al popolo polacco nel 1955, risalta per altezza (231 metri) e dimensione (123,084 mq) rispetto a tutte le altre costruzioni presenti nelle vicinanze. E’ necessario sottolineare che NOT FAIR, più che di una fiera d’arte, ha assunto le connotazioni di un esposizione aperta al pubblico, durante la quale 14 gallerie provenienti da diversi Stati europei hanno potuto presentare opere qualitativamente eccellenti. Erano presenti le sculture fotografiche di Anouk Kruithof (Gallera CINNNAMON – Rotterdam), l’enorme ‘Pivotal Blast’ di Zuzanna Czebatul (Galleria PIKTOGRAM – Varsavia), il grande e scintillante amo da pesca di Eva Grubinger (Galleria Tobias Naehring – Lipsia), i disegni astratti di Peppi Bottrop (Galleria Jan Kaps – Colonia) e molte altre opere eccellenti. Un ambiente fresco e giovanile in cui non mancano però le presenze importanti e di rilievo, come ad esempio la partecipazione della galleria più rappresentativa di Varsavia, la Galleria Foksal, aperta nel lontano 1966.
Il Warsaw Gallery Weekend è forse il fine settimana più impegnativo e caotico a Varsavia per gli esperti del settore. La fitta scaletta di eventi proposta, coadiuvata da un VIP program d’eccezione, non concede a critici, curatori e collezionisti di trascorrere troppo tempo nelle varie stazioni in cui la città è suddivisa durante questo weekend dedicato alla cultura. La fiera, ha comunque riscosso un discreto successo a livello locale. Pur con qualche piccola pecca logistica e organizzativa, visti i tempi serratissimi con cui è stato organizzato l’evento, NOT FAIR si propone al pubblico come una delle fiere da tenere sotto stretta osservazione per il futuro.