Mesdames et messieurs, faites vos jeux… e che la prima asta tutta online della storia dedicata alle opere di Andy Warhol abbia inizio. Dalle ore 10.00 di oggi (26 febbraio) fino al 5 marzo prossimo, i collezionisti di tutto il mondo potranno fare la loro “puntata” online per aggiudicarsi qualcuna delle 125 opere del maestro della Pop Art messe all’asta da Christie’s e appartenenti alla collezione della Andy Warhol Foundation for the Visual Arts: dipinti, disegni, fotografie con una fascia di prezzo che va dai 600 ai 70mila dollari.
Un catalogo ricchissimo, che copre l’intera carriera e tutti i medium sperimentati dall’artista durante la sua attività e dalla cui vendita la Fondazione che porta il suo nome ricaverà i fondi per finanziare i suoi vari programmi di supporto agli artisti e alle Associazioni artistiche no-profit. Tra le opere di maggior pregio messe all’asta: la litografia I loveYour Kiss Forever Forever (prova d’artista) del 1964, opera unica per colori e composizione realizzata da Warhol a partire da un’immagine delle labbra di Marilyn Monroe, e Campbell’s Chicken with Rice Soup, lavoro dello stesso anno e appartenente ad un progetto per una edizione di 13 pezzi poi mai realizzata dall’artista.
Undicesima asta tutta online organizzata, in 246 anni di storia, dalla casa di King Street, Andy Warhol @ Christie’s (questo il nome dell’evento) dà ai bidder, come ormai è consuetudine in questa tipologia di vendite, una settimana di tempo durante la quale potranno consultare il catalogo e fare le proprie offerte direttamente da casa. Chi fosse interessato a visionare le opere all’asta, lo potrà fare su appuntamento. Unico requisito per la partecipazione: registrarsi al sito della casa d’aste. Una volta loggati, i partecipanti riceveranno, via email o telefonicamente, tutti gli aggiornamenti relativi alle offerte superiori a quella fatta da loro. I pagamenti? Esclusivamente con carta di credito.
Salutata da Amy Cappellazzo – presidente del settore Sviluppo per il comparto Post-War and Contemporary Art di Christie’s – come il canale distributivo più adatto, sia a livello concettuale che commerciale, per le opere di Warhol, l’asta online che si apre oggi è la prima di una serie di appuntamenti che si ripeteranno lungo tutto il 2013 e che rappresentano la seconda fase della lunga collaborazione tra la Warhol Foundation e la casa d’aste londinese. Ma non solo. L’asta Andy Warhol @ Christie’s è anche la prima, completamente online, in cui la Auction House di François Pinault mette in vendita solo opere d’arte contemporanea.
Primati a parte, i presupposti sono buoni se si pensa che nel Dicembre 2011 l’asta che ha inaugurato le vendite online-only di Christie’s, e dedicata alla collezione di Elizabeth Taylor, ha realizzato la bellezza di 9.5 milioni di dollari, cifra di ben 9 volte superiore alla stima iniziale. Come se non bastasse, proprio Andy Warhol può vantare, inoltre, un “piccolo” record per quanto riguarda il commercio elettronico delle opera d’arte: uno dei suoi Flowers, infatti, è stato venduto online da ArtNet – una delle principali piattaforme e-commerce di arte – per oltre 1.3 milioni di dollari il 21 luglio del 2011, cifra record per un’opera di questa serie.
Comunque vadano le cose, la maratona online che parte oggi ha tutti gli elementi dell’evento storico tanto che Steven Murphy, Amministratore delegato di Christie’s, non ha esitato a dichiarare la sua convinzione circa il segno che questa iniziativa lascerà nel mercato dall’arte. «Crediamo – ha commentato Murphy presentando, nel novembre scorso, questa seconda fase della collaborazione con la Warhol Foundation – che il programma multiforme che abbiamo sviluppato per questa collaborazione farà di tali vendite un modello per creare maggior consapevolezza e maggior accesso, in questo nuovo giorno per il mercato dell’arte. Impegnandoci con i collezionisti attraverso i tre canali dell’asta, della vendita privata e dell’asta online, questo programma porterà l’opera di Andy Warhol sia tra coloro che già acquistano capolavori sia tra un nuovo pubblico che non ha mai immaginato prima di poter possedere un Warhol, e questo ovunque e in ogni parte del mondo». Come dire: un piccolo passo per l’umanità, un grande passo per il mercato dell’arte.
Sì, perché nell’era della digitalizzazione di massa, dove il bit e il pixel stanno rapidamente “traducendo”, dematerializzandolo, il mondo a noi noto – dal libro, alle foto, ai documenti, fino alle transazioni economiche –, il mercato dell’arte si mostra quanto mai impermeabile all’onda di questa rivoluzione digitale.
Per quante piattaforme e-commerce dedicate all’arte siano nate in questi anni (e sono veramente tante), il peso del commercio elettronico sul totale delle transazioni del settore (aste+gallerie) è a mala pena del 10%. E questo nonostante sia stato proprio internet, negli ultimi 25 anni, uno dei maggiori artefici dei cambiamenti intervenuti nelle infrastrutture che costituiscono il mercato dell’arte, rendendolo più accessibile a tutti, in particolare sul fronte delle informazioni, e aiutando così a far crescere l’attenzione e l’apprezzamento per l’arte; rendendo questo mondo, a suo modo, più democratico.
Inizia oggi, dunque, una nuova Odissea nello Spazio? Difficile a dirsi, ma sicuramente, con il passo di oggi Christie’s si fa interprete di una necessità di modernità, o meglio, di ammodernamento del mercato di fascia alta del segmento arte contemporanea che non può più ignorare l’esistenza di un mercato online in cui, negli ultimi anni, non navigano solo giovanotti brufolosi alla ricerca dell’ultimo CD di grido ma anche i cosiddetti Silver Surfer: ultracinquantenni danarosi che preferiscono utilizzare internet per cercare opere d’arte in tutto il mondo. Una generazione dai capelli argentati che si affianca a quelle più giovani, dei loro figli e dei loro nipoti, per le quali il collezionismo è uno stile di vita fin dalla nascita. Ma adesso… mano ai mouse!