In un momento in cui troppi più o meno aspiranti collezionisti non fanno che pensare al ritorno economico delle loro scelte – atteggiamento deleterio non solo per l’arte, ma anche per loro stessi! – Rebecca Russo è una perla rara e un esempio da seguire.
Rebecca Russo è una collezionista che ci crede. Crede in quello che fa, crede nell’arte. Compra le opere di cui s’innamora, solo dalle gallerie, e non ha mai rivenduto un’opera. Anzi, lei le sue opere le espone e le fa crescere, insieme agli artisti.
Presidente della Fondazione Videoinsight, che indaga i rapporti tra arte, psicologia e medicina, Rebecca Russo ha una collezione fantastica, dove figurano nomi importanti (inutile fare i nomi, sono davvero tantissimi!). E soprattutto, sensibile e coinvolta com’è, Rebecca costruisce mostre intorno alle opere che colleziona e, così facendo, dà loro vita e futuro.
Un esempio? In occasione dell’annuale fiera di Bologna, tra pochi giorni s’inaugurerà una mostra di pittura interamente curata da lei, con opere della sua collezione. La mostra s’intitola Sirene e sarà presentata nel contesto di Bologna Artcity. Di questo e di molto altro ho parlato con lei nell’intervista che segue.
Maria Cristina Strati: Che cos’è e come nasce la Fondazione Videoinsight?
Rebecca Russo: «La Fondazione Videoinsight® promuove il benessere psicofisico della persona e della collettività attraverso l’arte contemporanea. Introduce opere d’arte nei contesti sociali per migliorare la qualità della vita, orientare le attitudini e i talenti, stimolare e riabilitare le risorse umane e attivare insight, ovvero prese di consapevolezza, intuizioni, ai fini dell’evoluzione e della crescita. La Fondazione, nata come realtà no profit nel 2013, si avvale della Collezione Videoinsight® ed esporta nel mondo l’innovativo Metodo Videoinsight®, ideato nel 2010 e sperimentato nella Medicina nel periodo 2011 – 2017 (Ricerche Video Acl, Video Tka, Pf Project). Il Metodo Videoinsight® è stato approvato e riconosciuto dalla Comunità Medica internazionale grazie ai risultati oggettivi raggiunti, presentati in molteplici Congressi e Riviste scientifiche.
In diversi ospedali in giro per il mondo, la Fondazione ha inoltre creato 30 Videoinsight® Room: luoghi dove i pazienti, ricoverati o in attesa di Pronto Soccorso, possono interagire con opere di videoarte ad alto impatto psico-terapeutico. Gli effetti sono: riduzione dell’ansia e dello stress; aumento della fiducia e della motivazione; innalzamento del tono dell’umore e attivazione delle risorse sane della personalità. Obiettivi della Fondazione Videoinsight® sono la ricerca scientifica per l’applicazione del Metodo Videoinsight® nella medicina e negli ambiti della prevenzione, della riabilitazione, del sostegno e della cura. Sono inoltre obiettivi della Fondazione la divulgazione del Metodo nei luoghi di formazione, nella scuola, nel lavoro e nello sport e, infine, l’insegnamento del Metodo Videoinsight® a livello post – universitario, in ambito medico e artistico, per la formazione di professionisti autorizzati e dotati della competenza necessaria per l’applicazione del Metodo Videoinsight® nei contesti sociali, sociosanitari, culturali».
M.C.S.: Lei ha una collezione bellissima e molto curata. Inoltre, si occupa delle opere degli artisti e le promuove con un impegno che (si vede!) viene dal cuore. Questo le fa davvero onore. Come vive e come interpreta il suo ruolo di collezionista?
R.R.: «L’arte è la mia missione di vita. Mi prendo cura dell’arte e l’arte si prende cura di me. Proteggo l’arte e l’arte mi protegge. Ogni opera d’arte è un petalo di me, mi racconta. L’arte è storia. Perciò io stessa sento di contribuire alla storia. Colleziono con la mente e con il cuore, in modo naturale. Scelgo le opere d’arte a causa della loro potenzialità psicodiagnostica e psicoterapeutica. Le incontro, le riconosco, le acquisisco e le restituisco all’umanità, attraverso le attività della Fondazione Videoinsight®. Accolgo dentro di me opere che celebrino la vita, rigenerino le energie, attivino la consapevolezza, promuovano l’evoluzione, narrino il presente e profetizzino il futuro. Acquisisco solo attraverso le gallerie. Non ho mai rivenduto un’opera. La mia collezione è privata, ma condivisa ampiamente con il pubblico».
M.C.S.: Quali sono le sue prospettive per il futuro? Come proseguirà il percorso intrapreso?
R.R.: «Continuerò a prendermi cura dell’arte, a divulgare nel mondo programmi di cura attraverso l’arte, in modo sempre più diffuso e capillare. Proteggerò la mia ispirazione, la mia volontà e il mio coraggio, animata da un sentimento di profonda gratitudine e da una vivace curiosità che mi porta all’esplorazione. La ricerca fa parte del mio DNA».
M.C.S.: Sta per inaugurare una mostra curata da lei a Bologna, in occasione di ArteFiera. S’intitola Sirene ed è dedicata interamente ad artiste donne. Mi racconta qualcosa di questa mostra?
R.R.: «La Mostra Sirene, collettiva di pittura ‘women only’, celebra il mondo femminile e valorizza il talento e la creatività delle artiste donne. Si tratta di una mia scelta. Come filantropa, mecenate, collezionista e Presidente della Fondazione Videoinsight®, sostengo in modo particolare l’arte delle donne, in tutte le sue forme. Infatti, ancora oggi le artiste fanno più fatica ad affermarsi rispetto ai loro colleghi maschi e sono ancora troppo poco rappresentate dai Musei e dalle Istituzioni. L’arte al femminile va invece rivalutata. Perciò questa mostra, prodotta dalla Fondazione Videoinsight®, si focalizza sul genio femminile, esplorando e omaggiando gli universi creativi delle donne.
Tutte le opere d’Arte sono tratte dalla Collezione Videoinsight®. L’esposizione avrà luogo nel Cubiculum Artistarum del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna, gioiello storico e architettonico rinascimentale. L’evento è inserito nel circuito Art City Bologna, in collegamento con Arte Fiera 2020. L’Opening è previsto per il 24 Gennaio 2020 h17-19. Alle h18 è programmata una Lecture Poetica, a cura della Poetessa Achiropita Palermo, intitolata ‘La Sirena e l’Unicorno’. Sono molto felice di questo, perché per me arte e poesia si sposano meravigliosamente.
In mostra, dieci artiste internazionali rappresentano metaforiche Sirene contemporanee. Sono: Silvia Argiolas, Cornelia Badelita, Romina Bassu, Zhang Hui, Silvia Idili, Ewa Juszkiewicz, Iva Lulashi, Tala Madani, Jesse Mockrin, Aryan Ozmaei.
Le Sirene sono creature leggendarie e misteriose, esseri mitologici, archetipi primordiali, enigmi irrisolti. Sono metafore dell’incanto e del desiderio, che continuano da secoli ad abitare l’immaginario universale. Simboli arcaici, magici ed enigmatici, emblemi della bellezza, insieme attraenti e pericolose, le Sirene racchiudono in sé la complessità e la ricchezza di secoli di cultura.
Il tema delle Sirene mi appartiene. La leggenda colloca l’Isola delle Sirene narrata da Omero in corrispondenza delle Isole Sirenuse, situate di fronte alla costiera amalfitana e io sono cresciuta proprio in quella terra. Sin dall’infanzia ho vissuto in una casa ubicata sopra l’Hotel Le Sirenuse di Positano, ho imparato a nuotare nella Spiaggia dell’Incanto, ho subito la suggestione di queste isole denominate Gallo Lungo, La Rotonda e La Castelluccia. Ho frequentato le Sirenuse, isole magiche e affascinanti, ricoperte di erba e di narcisi, luoghi incantati e romantici, aree marine protette con una natura vergine. Un vero Paradiso, il mio Paradiso segreto. Tanto che, da bambina, credevo che le Sirene esistessero davvero. Le sognavo a occhi aperti».