Se ne parla dall’8 settembre scorso e finalmente il momento è arrivato. Ancora pochi giorni, infatti, e dal 5 novembre collezionisti d’arte e appassionati potranno ammirare, nella sede newyorkese di Sotheby’s, l’incredibile selezione di 34 opere provenienti dalla celebre Macklowe Collection che la casa d’aste batterà il 15 novembre prossimo.
Nel frattempo è stato da poco pubblicato il catalogo online che ci permette di farci una prima idea di questa storica collezione le cui opere, sebbene prestate più volte a mostre museali, non sono state mai viste così tutte insieme.
Costruita nell’arco di mezzo secolo la Collezione Macklowe riflette decenni di ricerca, affinamento e perfezionamento, guidati da un’immensa pazienza e da un’innata comprensione della qualità, tanto da includere lavori di tutti i grandi maestri europei e americani degli ultimi 80 anni.
Sfogliando le pagine virtuali del catalogo dell’asta ci imbattiamo, così, nella celebrazione di Picasso del suo amico Guillaume Apollinaire – Figure (Projet pour un monument à Guillaume Apollinaire) (Lotto 7, stima: 15-25.000.000 $), concepita nel 1928 ed eseguita nella sua attuale forma in acciaio scolpito nel 1962; importanti opere di Alberto Giacometti, Andy Warhol, Gerhard Richter e Cy Twombly di cui viene proposto un Unititled del 2007 valutato 40-60.000.000 $ (lotto 4). Fino a lavori come l’estatico Untitled (Fold) di Tauba Auerbach ed eseguita nel 2011 (Lotto 34, stima: 500-700.000 $), il più “affordable” della serata…
La collezione Macklowe è composta, nella maggior parte dei casi, da opere acquisite prima che gli artisti che le hanno create diventassero famosi e comprate spesso al momento della loro stessa creazione come nel caso di Aqualung (1987) di Jeff Koons , Untitled #44 di Agnes Martin (Lotto 6, stima: 6-8.000.000 $) e 11 (to Léger) di Brice Marden del 1977-78, proposta al lotto 11 con una stima di 15-20.000.000 $.
Allo stesso tempo, uno sguardo più attento al gruppo di opere nella vendita del 15 novembre rivela un entusiasmo sfrenato per un’ampia gamma di produzioni artistiche: l’interessante Le Nez di Alberto Giacometti concepito nel 1947-1949 e fuso nel 1965 (Lotto 14, stima: 70-90.000.000 $), ad esempio, è stato acquisito proprio nello stesso anno dell’interessante Untitled (Butt) di Robert Gober del 1991-94 (Lotto 23, stima: 2-3.000.000 $), due opere apparentemente diversissime tra di loro e create a una cinquantina di anni di distanza.
Se viste nel loro insieme, infatti, le opere di questa straordinaria collezione, che si candida ad essere la più preziosa del mercato dopo quella di David e Peggy Rockefeller, danno vita a dialoghi inaspettati, che disegnano nuove prospettive.
Il glamour hollywoodiano delle Nine Marilyns di Andy Warhol (Lotto 19, stima: 40-60.000.000 $) appare inizialmente in netto contrasto con Le Nez di Giacometti e persino Aqualung di Jeff Koons (Lotto 16, stima: 8-12.000.000 $), ma tutti trasmettono una profonda preoccupazione per la mortalità e l’angoscia esistenziale, che ogni artista ha interrogato a lungo nel corso della propria carriera.
Con altre opere, la connessione è invece più immediata. E’ il caso, ad esempio, del magnifico No. 7 di Mark Rothko del 1951 (Lotto 10, stima: 70-90.000.000 $), dipinto nello stesso anno dell’intenso e calligrafico Number 17 di Jackson Pollock (Lotto 11, stima: 25-35.000.000 $), entrambi potenti esempi del nascente movimento espressionista astratto americano.
E in catalogo non manca neanche un pizzico di Italia con uno splendido Concetto Spaziale, Attese bianco con 12 tagli di Lucio Fontana del 1965 (Lotto 15, stima: 8-12.000.000 $) e con un Untitled del 2013 di Rudolf Stinger (Lotto 32, stima: 1.5-2.000.000 $).
L’asta del 15 novembre prossimo a New York, con i suoi 35 lotti, arriva in un momento in cui le vendite cosiddette single owner, che avevano tenuto banco negli anni passati, sono diminuite a causa della Pandemia e, anche per questo, rappresenterà un test importante per il mercato di fascia alta.
Una seconda tranche della collezione sarà poi battuta nel maggio del prossimo anno. Complessivamente, dalla vendita delle 65 opere che verranno dismesse dalla coppia, Sotheby’s si attende un fatturato finale attorno ai 600 milioni di dollari.
A portare sul mercato la prestigiosa raccolta – o meglio una parte di essa (65 opere su 165) – il divorzio dei coniugi Harry e Linda Macklowe e il mancato accordo proprio sul valore della collezione, con la conseguente decisione del giudice di metterla sul mercato. Decisione che ha scatenato una vera e propria bagarre tra le principali case d’asta, dalla quale è uscita vincitrice, appunto, Sotheby’s.