Possedere opere d’arte non significa automaticamente proteggerle. Nel collezionismo privato, le opere sono spesso “amate” ma raramente gestite con metodo: manca documentazione completa, filiera organizzata, strategie di conservazione e pianificazione di lungo periodo.
Artesicura nasce per colmare questa lacuna, offrendo un modello integrato che accompagna il collezionista in ogni fase della vita della sua collezione, trasformando l’arte in un patrimonio governato e valorizzabile nel tempo.
L’intuizione e la missione di Artesicura
C.L.: Come nasce l’intuizione che dà vita ad Artesicura? C’è un momento o un’esperienza che ha segnato l’avvio del progetto?
Antonio Cecora: Nasce da un’esigenza concreta: nel privato l’opera è spesso “amata”, ma raramente è gestita nel modo corretto. Mancano filiera, metodo e presidio continuo: documentazione, conservazione, garanzie, pianificazione di lungo periodo. Da qui l’idea di creare una tutela integrale a 360°, non un “servizio singolo”, ma un ecosistema che accompagna il collezionista lungo tutto il ciclo di vita dell’opera.
C.L.: Qual è oggi la missione centrale di Artesicura e in che modo si traduce concretamente nel rapporto con i collezionisti?
A.C.: La missione è conservare, salvaguardare e valorizzare l’arte. Artesicura fornisce supporto completo al collezionista, dalla tutela alla strategia fino alla valorizzazione economica quando opportuno. Solo un collezionista consapevole può evitare di commettere errori e gestire correttamente la propria collezione privata.
Il collezionista contemporaneo e le sue sfide
C.L.: Com’è cambiato il profilo dei collezionisti negli ultimi anni? Quali sono le esigenze o le preoccupazioni più ricorrenti?
A.C.: È cresciuta la componente manageriale: maggiore attenzione a tracciabilità, fiscalità, passaggi generazionali, liquidabilità e reputazione. Le preoccupazioni principali sono: “sto proteggendo davvero ciò che ho?” e “se domani dovessi valorizzare o vendere, sarei pronto?”
C.L.: Qual è l’errore più frequente – o il rischio più sottovalutato – nella gestione di una collezione privata?
A.C.: Pensare che basti “possedere” per essere al sicuro. Il rischio più sottovalutato è l’assenza di un corredo documentale completo: provenienza, stato di conservazione, documentazione e coerenza tra dichiarato e verificabile. In pratica: valore potenziale alto, valore esigibile basso quando serve.

Il modello integrato di Artesicura
C.L.: Quali elementi rendono distintivo il vostro modello integrato tra tutela, expertise, diritto, tecnologia e mercato?
A.C.: La distintività è l’integrazione: non sommiamo servizi, ma creiamo un’unica regia. Il collezionista non deve coordinare molteplici interlocutori: Artesicura pensa a tutto. Chi si rivolge a noi trova una rete di esperti qualificati, in grado di offrire soluzioni personalizzate che uniscono tutela e valorizzazione, generando consapevolezza del valore culturale ed economico della collezione.
C.L.: Durante una consulenza, qual è l’aspetto del vostro metodo che più sorprende o cambia la prospettiva del cliente sulla gestione della propria collezione?
A.C.: Il cambio di mindset: da “collezione come insieme di opere” a “collezione come patrimonio governato”. Con un percorso strategico chiaro (priorità, rischi, opportunità e scenari), il collezionista capisce che la tutela non è burocrazia, ma potere contrattuale e serenità nel preservare il patrimonio a lungo termine.
Collaborazioni e strumenti tecnologici
C.L.: Come è nata la collaborazione con Mirabilia Auctions e quale valore aggiunge ai percorsi di valorizzazione delle opere?
A.C.: Mirabilia Auctions è una casa d’aste internazionale dedicata all’extralusso. La partnership completa la filiera dei servizi offerti al collezionista, proponendo non solo un luogo di vendita, ma una piattaforma esclusiva che unisce arte, real estate, motori, gioielli, orologi e lifestyle di alto livello.
C.L.: Quali strumenti tecnologici ritenete oggi fondamentali per una tutela efficace (digitalizzazione certificata, blockchain, sistemi di tracciamento…)?
A.C.: Tre pilastri fondamentali:
- Digitalizzazione certificata: archivio ordinato, aggiornabile e pronto per audit e passaggi generazionali.
- Tracciabilità e registri digitali, anche su blockchain, per garantire trasparenza e verificabilità.
- Proprietà digitale/NFT come layer di attestazione e gestione in progetti specifici.
Altri strumenti, come sistemi di autenticazione avanzata (fotografia multispettrale, infrarossi e ultravioletti), rafforzano ulteriormente la trasparenza e la sicurezza della collezione senza frammentare il contenuto.
L’arte come asset e la visione futura
C.L.: L’arte può essere considerata un asset a tutti gli effetti? In quali segmenti del mercato riscontrate le dinamiche più interessanti?
A.C.: In un mondo dove tutto cambia rapidamente, l’arte è oggi un vero e proprio asset che sta attirando sempre più l’attenzione di investitori, grazie a una domanda costante nel tempo, capace di resistere all’inflazione e di crescere nel lungo periodo.
Le dinamiche più interessanti si riscontrano nelle nuove prospettive di investimento sostenibile come il crowdfunding e nella digitalizzazione delle opere tramite NFT e sistemi di autenticazione avanzata (fotografia multispettrale, infrarossi e ultravioletti, ecc.) che garantisce trasparenza e tracciabilità dell’opera.
C.L.: Guardando al futuro, come immaginate l’evoluzione di Artesicura e quale messaggio vorreste trasmettere ai collezionisti italiani?
A.C.: L’obiettivo è consolidare Artesicura come standard di tutela integrale per il privato: protezione, crescita e mercato. Il messaggio è chiaro: non aspettate che un problema vi obblighi ad intervenire. Anticipate: perché l’elemento distintivo, nel collezionismo, è avere tutto sotto controllo.
Nel lungo periodo, l’arte si conferma una delle forme d’investimento più stabili nel tempo, e – in un mondo sempre più complesso – può essere trasformata in un asset strategico solo con una visione integrata e completa.




