Tutto quello che c’è da sapere
Si è conclusa domenica l’edizione 2024 di Art Basel a Miami, offrendo segnali positivi di ripresa per il mercato dell’arte, dopo un anno “buio e teso”, come l’ha definito Marc Payot, presidente di Hauser & Wirth.
Se il periodo passato ha fatto sì che i party organizzati dalle gallerie siano stati molti meno quest’anno (con la mancanza, per la prima volta da anni, dello storico party di White Cube), sono state invece numerose fin dall’apertura le vendite riportate nei report di fine giornata, tornati ad essere lunghe liste come non si vedevano da un po’ – quello finale di Art Basel Miami Beach, domenica, contava ben 68 pagine!
Ad Art Basel erano presenti quest’anno 236 gallerie, con una partecipazione particolarmente forte dal Sud America, in un’edizione che punta a porsi come ponte fra le due Americhe, secondo quanto affermato dalla nuova direttrice Bridget Finn. In chiusura di fiera, domenica, Finn ha commentato:
“Sono estremamente orgogliosa delle innovazioni introdotte quest’anno, dal riposizionamento e dalla riconcettualizzazione di Meridians al lancio di un nuovo modello di stand, che ci ha permesso di accogliere molte nuove voci e prospettive vitali nel settore principale della mostra. Le gallerie hanno presentato proposte davvero ambiziose, rare e, in alcuni casi, in grado di definire la carriera e il canone, che sono state inserite in collezioni di prim’ordine e hanno dato vita a importanti conversazioni future per il mondo dell’arte. Sono profondamente grato per la fiducia che mi hanno accordato per la mia prima edizione”.
L’atmosfera alla fiera e problemi tecnici
Nonostante la stagione impegnativa e la vicinanza temporale con il momentum al Grand Palais di Parigi, le gallerie hanno portato a Miami veri capolavori, come l’iconico Pablo Picasso sui toni del grigio con due figure reclinate e un calice, offerto da Acquavella con un prezzo di richiesta di 30 milioni, o il silkscreen di Warhol dedicato a Ethan Scull, che occupava un’intera parete da Gagosian, offerto per 10 milioni. Altre opere degne di musei erano esposte nello stand di Hauser & Wirth, che ha presentato un’ampia tela di Philip Guston del 1965, offerta per 6,5 milioni, e un’enigmatica opera di David Hammons venduta al primo giorno per 4,5 milioni. Da Pace troneggiava uno splendido Joan Mitchell da 9,5 milioni di dollari, e una opera di Agnes Martin è diventata una delle vendite più costose in fiera.
Numerose ad Art Basel Miami anche le opere di Keith Haring e Tom Wesselmann, grazie a un interesse di mercato ravvivato dai recenti movimenti in aste e mostre: Gladstone Gallery ha venduto una tela di Keith Haring del 1984 per 2 milioni.
Anche se i corridoi non erano stracolmi come a Parigi, erano certamente carichi di arte da scoprire, tanto che molti collezionisti e professionisti sentivano già la stanchezza dopo poche ore dall’apertura, girando in tondo nonostante le mappe. Non ha aiutato la nuova app di Art Basel sviluppata con Microsoft, con Lens che ha faticato a riconoscere persino i capolavori iconici, e la mappa dei piani, ridotta a un PDF statico, si è rivelata poco utile.
Tuttavia, l’atmosfera generale è rimasta positiva e sia i collezionisti che i mercanti sono apparsi ottimisti dopo le elezioni americane, mostrandosi fiduciosi per le prospettive del mercato nell’anno a venire.
Un mercato in ripresa: opinioni e vendite di successo
Gran parte dei galleristi concorda infatti che questa edizione ha indicato una forte ripresa, offrendo prospettive e speranze per un 2025 migliore. Come l’ha descritto Marc Payot di Hauser & Wirth, il mercato dell’arte si trova in “una posizione più brillante alla fine dell’anno”. Alla fine della prima giornata, la galleria aveva già registrato vendite multiple di opere di artisti di diverse generazioni, tra cui il già citato David Hammons, un ritratto astratto di donna di George Condo per 2,5 milioni di dollari e due dipinti di Ed Clark per 1,4 milioni e 1 milione di dollari. Sul fronte contemporaneo, la galleria ha venduto un’opera da mezzo milione di dollari di Jeffrey Gibson, un dipinto di Michaela Yearwood-Dan per 150.000 dollari, un’Ambera Wellmann per 80.000 dollari e una tela di Firelei Báez per 375.000 dollari. Anche le opere di Camille Henrot, Nairy Baghramian, Catherine Goodman, Allison Katz e María Berrío hanno trovato acquirenti.
Nel mentre, Gagosian aveva venduto nelle prime ore una grande opera di Maurizio Cattelan, insieme a lavori di Roy Lichtenstein, Richard Prince, Ed Ruscha, Jenny Saville, un Jeff Koons direttamente dallo studio dell’artista e dipinti di Jadé Fadojutimi, che attualmente ha una mostra tutto esaurito presso la galleria di New York.
Feedback positivo anche da David Zwirner, che festeggiava già un primo giorno particolarmente forte con vendite che andavano da un dipinto Infinity Nets di Yayoi Kusama per 3,5 milioni di dollari, un raro Noah Davis del 2008 per 2 milioni di dollari, due nuovi dipinti di Lisa Yuskavage per 600.000 e 1,4 milioni di dollari e due nuovi Elizabeth Peyton per 900.000 e 1,1 milioni di dollari. La galleria ha venduto due dipinti di Josef Albers per 600.000 e 800.000 dollari, diverse opere di Raymond Pettibon tra i 100.000 e i 450.000 dollari, un nuovo dipinto di Oscar Murillo per 400.000 dollari e un’opera di Katherine Bernhardt per 180.000 dollari, oltre a diverse opere su carta e stampe di Elizabeth Peyton, Marlene Dumas e Cy Twombly.
Numerose le vendite anche per White Cube, che entro domenica aveva trovato casa a opere di David Hammons (2,35 milioni di dollari), Lynne Drexler (800.000 e 725.000 dollari), Julie Mehretu (525.000 dollari), Anthony Gormley (500.000 sterline), Sylvia Snowden Clarene Martin (450.000 dollari), Dahn Vo (400.000 dollari), Howardena Pindell (325.000 dollari), Etel Adnan (300.000 dollari), Ilana Savdie (175.000 dollari), Cinga Samson (155.000 dollari), Park Seo-Bo (140.000 dollari), Julie Curtiss (100.000 dollari), Sara Flores (70.000 dollari) e due opere su carta di Marguerite Humeau per 40.000 sterline ciascuna, in concomitanza con la mostra dell’artista appena aperta all’ICA di Miami.
Premiati anche da Lehmann Maupin gli artisti con recenti riconoscimenti istituzionali, a riprova che un mercato più cauto e collezionisti più selettivi guardano ora anche al curriculum, e non solo all’hype in asta. La galleria entro domenica vantava la vendita di oltre 30 opere in totale, di cui oltre 15 a sei zeri, di Nari Ward, McArthur Binion, Teresita Fernández, Liza Lou, Marilyn Minter, Lee Bul, Calida Rawles, Jennifer Steinkamp, Billie Zangewa e Arcmanoro Niles. David Maupin, cofondatore di Lehmann Maupin ha commentato:
“Al termine della settimana, Art Basel Miami Beach si è dimostrata una delle fiere più importanti, sia per noi che per i nostri artisti. Abbiamo registrato forti vendite durante tutta la settimana. In particolare, abbiamo piazzato un nuovo dipinto di Calida Rawles e un collage di seta di Billie Zangewa, entrambi soggetti di mostre personali attualmente in corso a Miami, rispettivamente al Pérez Art Museum Miami e al Frost Art Museum. Questo livello di attività di vendita consistente e seria – oltre all’atmosfera più vivace del solito della fiera, grazie anche a una nuova leadership – segnala una svolta positiva del mercato.”
Nel frattempo, Pace Gallery aveva già piazzato per 68.000 dollari, durante la preview, un’opera di Li Hei Di, artista cinese di 27 anni recentemente entrata a far parte del programma della galleria.
Tra le altre vendite degne di nota, Pace ha venduto un dipinto astratto di Sam Gilliam per 1 milione di dollari, una nuova opera su carta di Robert Longo per 550.000 dollari e una nuova scultura di Leo Villareal per 125.000 dollari.
Pace ha inoltre venduto per 450.000 dollari un nuovo dipinto Black Dada di Adam Pendleton, che l’anno prossimo sarà protagonista di una grande mostra personale all’Hirshhorn Museum di Washington.
Pace ha segnalato le prime vendite di altri nuovi arrivi, tra cui un dipinto di Kylie Manning per 110.000 dollari in vista della sua mostra personale a Pace New York nel 2025, una nuova scultura di Genesis Belanger per 25.000 dollari e un nuovo vibrante dipinto dell’artista di Miami Alejandro Piñeiro Bello, venduto per 75.000 dollari.
Tra le altre vendite degne di nota, undici dipinti di capezzoli in scala ridotta di Loie Hollowell (80.000 dollari ciascuno), oltre a una scultura, un dipinto e un’opera su carta di Yoshitomo Nara, un nuovo dipinto di Lee Ufan e una stampa del 1975 di Richard Pettibone.
Le vendite a gallerie prestigiose e nuove entrate
Lunga la lista di opere vendute a domenica anche per Marianne Boesky, fra cui un’ampia tela di Michaela Yearwood-Dan per 150.000 dollari, un’opera in quilt di Sanford Biggers per 150.000 dollari e un dipinto di Ghada Amer venduto per 125.000 dollari. Altre opere includono quelle di Suzanne McClelland, Svenja Deininger, diverse sculture dei Haas Brothers (prezzi fra 25.000 e 65.000 dollari), Celeste Rapone, Allison Janae Hamilton, Jammie Holmes, quattro tele di Hannah van Bart e tre opere di Thalita Hamaoui (range 22.000–32.000 dollari).
Soddisfatti ad Art Basel anche gli italiani, con Cardi Gallery che ha riportato la vendita di opere di Roberto Matta, Alberto Biasi, Jannis Kounellis e diversi Baliano, con trattative aperte per Lucio Fontana e Mimmo Paladino. Galleria Continua ha venduto opere di Carlos Cruz-Diez (695.000 dollari), Ai Weiwei (300.000 dollari), Michelangelo Pistoletto (200.000 dollari), Yoan Capote (175.000 dollari), Eva Jospin (80.000 dollari) e Loris Cecchini (50.000 dollari).
Conferma un mercato lentamente in ripresa anche MASSIMODECARLO, che ha venduto varie opere di Aaron Garber-Maikovska, Austyn Weiner, Hannah Levy, Jenna Gribbon, Ferrari Shepard, Jonathan Gardner, Lily Stockman, Ludovic Nkoth, Paola Pivi, Shannon Cartier Lucy, Stephanie Temma Hier, Xiyao Wang, Yan Pei-Ming con prezzi fino a 270.000 euro.
Nel mentre, Tornabuoni entro domenica vantava la vendita di un Aerei di Boetti nel range di prezzo 350.000–400.000 dollari e un enorme Alberto Biasi per 120.000 dollari. Mazzoleni invece riportava un grande interesse per le opere di Marinella Senatore, accompagnato da vendite come per Mel Bochner, John Baldessari e Salvo.
Debutti e successi nelle sezioni Position e Nova
Le vendite ad Art Basel sono state però numerose a vari livelli, anche per gallerie al debutto nelle sezioni Position o Nova. Pressoché sold out nella sezione Position, lo stand di Nazarian/Curcio, che ha presentato una personale con gli elaborati dipinti ad arazzo dell’artista Ken Gun Min. Min ha guadagnato popolarità negli ultimi due anni e la galleria ha venduto due dipinti per 25.000 dollari e due nella fascia 45.000–50.000 dollari, con altre due opere in riserva per musei statunitensi.
Nella sezione Positions, Catinca Tabacaru (Bucharest) ha venduto 10 opere di Terrence Musekiwa con prezzi fra 6.000–25.000 dollari, mentre Charles Moffett ha venduto quattro sculture di Kim Dacres con un prezzo compreso tra i 7.000 e i 35.000 dollari, tra cui una inserita in una collezione museale.
DOCUMENT (Chicago) ha venduto una complessa installazione del collettivo indonesiano Tromarama per 16.000 dollari a una collezione privata a Chicago e una foto di Paul Mpagi Sepuya per 8.500 dollari a una istituzione in Norvegia. Bene anche per il debutto di Fabian Lang (Zurich) che ha venduto 7 lavori di Elena Alonso con prezzi fra i CHF 8,000–50,000.
Forte la presenza anche latinoamericana, con molte gallerie al debutto che hanno registrato ottimi risultati come LLANOS da Messico City, che ha venduto 5 edizioni di una fotografia di Diego Vega Solorza per un totale di 35.000 dollari. Sempre nella sezione Positions, Proyectos Ultravioleta ha presentato i dipinti mistici dell’artista guatemalteca Paula Nico Cumez, che ritraggono momenti di intima ed energica connessione con la natura. Con un prezzo compreso tra 8.000 e 10.000 dollari, questa esposizione ad Art Basel Miami Beach segue la recente partecipazione dell’artista alla 60ª Biennale di Venezia, appena conclusasi.
Varie gallerie hanno esposto artisti che hanno guadagnato attenzione internazionale alla recente Biennale di Venezia, come la galleria brasiliana Carmo Johnson Projects, che al suo debutto in fiera ha presentato una personale del collettivo indigeno MAHKU – Huni Kuin Artists Movement (Acre, Amazzonia, Brasile).
A seguito della memorabile takeover della facciata del Padiglione Centrale dei Giardini all’ultima Biennale di Venezia, dove hanno creato un intricato murale di 750 metri quadrati, il collettivo ha raffigurato vibranti simboli ancestrali.
Ancorate alla missione di “vendere un quadro per comprare la terra”, il collettivo mira a celebrare e preservare le conoscenze ancestrali della foresta amazzonica, a recuperare le terre perse durante il boom del caucciù in Amazzonia alla fine del XIX secolo e a riaffermare l’importanza sociale dei risarcimenti per le popolazioni indigene brasiliane.
Tra le imponenti installazioni monumentali della sezione Meridiani di quest’anno, P•P•O•W ha presentato un’opera di Portia Munson, con migliaia di prodotti di consumo pronti per l’uso trasformati in abiti da sposa e tovaglie, continuando l’esplorazione dell’artista sull’impatto del consumismo sull’identità e sull’ecologia.
Tra le altre opere di spicco in questa sezione, l’ambiziosa suite di tre pezzi di grandi dimensioni e la monumentale scultura Arlecchino di Anastasia Bay, che riecheggia la grottesca rappresentazione della miseria umana messa in scena da James Ensor in L’ingresso di Cristo a Bruxelles. Nelle vicinanze, l’artista cinese Yuan Fang ha esposto tre nuovi dipinti astratti rossi e vorticosi con la Galleria Skarstedt, mentre la Galleria Marianne Boesky ha presentato un’installazione ipnotica di Sarah Meyohas, che ha creato un gioco di luci, spazi e riflessi imitando la realtà aumentata senza tecnologia digitale, affascinando il pubblico.
Risultati soddisfacenti, anche se più lenti, a Untitled e NADA
Se le vendite sono state più lente durante l’apertura del 3 dicembre a Untitled e NADA, è stato soprattutto perché molti collezionisti non erano ancora arrivati a Miami o attendevano di sondare la proposta a Basel.
Anche nelle due fiere satellite dedicate più al contemporaneo e alle nuove proposte, erano tante le gallerie che entro domenica potevano vantare il sold-out.
L’edizione di quest’anno di Untitled Art Miami è parsa rinvigorita dal nuovo tema curatoriale “East Meets West”, co-curato da Kathy Huang e Jungmin Cho, che ha introdotto per la prima volta a Miami Beach un gruppo selezionato di gallerie asiatiche, portando in fiera nuove prospettive, estetiche diverse e narrazioni avvincenti.
Tra le presentazioni di spicco, Cub_ism Art Space di Shanghai ha portato uno stand curato con le opere di Lilyjon, artista cinese le cui opere, mistiche e ricche di simbolismi, esplorano la simultaneità di presente, passato e futuro.
Qualche stand più in là, Christine Park Gallery di Shanghai ha presentato il lavoro fotografico di Xyza Cruz Bacani, artista filippina autodidatta. Conosciuta per le sue iconiche immagini in bianco e nero sulle proteste di Hong Kong, l’opera di Bacani affronta temi come il lavoro, la comunità e la resilienza. La galleria ha offerto stampe con un prezzo compreso tra 3.000 e 5.000 dollari, attirando notevole attenzione da parte dei collezionisti.
MOU PROJECTS di Hong Kong ha debuttato a Miami con una personale di dipinti di Huang Baoying, nata a Shenzhen e residente a New York, con prezzi compresi tra 6.500 e 10.000 dollari. Anche LATITUDE Gallery ha registrato forte interesse, grazie alle vibranti astrazioni fluide dell’artista cinese Wenhui Hao, diplomata alla Royal Academy.
Rajiv Menon Contemporary, galleria di Los Angeles dedicata all’arte del Sud-est asiatico, ha fatto un ottimo debutto a Miami con “I-POP”, uno stand di due artisti che esponeva opere degli emergenti indiani Tarini Sethi e Viraj Khanna. La galleria ha registrato vendite multiple fin dal primo giorno, con opere dal prezzo compreso tra 5.000 e 8.500 dollari, e sei lavori di Khanna acquistati dai collezionisti Susan e Michael Hort.
“In un momento in cui il mercato globale dell’arte è stato messo in discussione, gli artisti indiani hanno prosperato”, ha commentato Rajiv Menon, fondatore della galleria. “È emozionante vedere i collezionisti di Miami rispondere in modo così deciso ai giovani artisti emergenti del subcontinente”.
Molte gallerie dell’America centrale e meridionale erano presenti ad Untitled, attirando interesse e vendite.
La galleria cubana El Apartamento ha registrato già nella prima giornata la vendita di opere di Los Bravu (12.500 dollari), Miki Leal (27.000 dollari) e Ariel Cabrera (45.000 dollari). Una straordinaria tela a olio e foglia d’oro 24k di Eduardo Ponjuan è stata venduta per 28.000 dollari.
La galleria colombiana La Cometa ha avuto un’accoglienza positiva, con vendite multiple dei vivaci dipinti di Justyna Kisielewicz (5.000-32.000 dollari) e un’opera di Camilo Restrepo per 22.000 dollari.
Bene anche per gli italiani ad Untitled, fra cui The Flat Massimo Carasi, Studio G7 di Bologna, Ronchini e Secci Gallery.
Secci Gallery, che torna in fiera da varie edizioni, ha partecipato con soddisfazione, riportando già nella prima giornata vendite di opere di Levi Van Veluw e Kevin Francis Gray.
The Flat Massimo Carasi si è dichiarato soddisfatto con un quasi sold-out delle opere di Paolo Cavinato, vendute a collezionisti americani e sudamericani, con grande interesse per Hiva Alizadeh e per i “funghi” di Stefano Caimi, acquistati soprattutto da giovani collezionisti americani.
Debuttavano a Untitled anche due nuove gallerie milanesi, Plan X e L.U.P.O. Lorenzelli Projects.
“Essere parte di Untitled a Miami come unica galleria italiana nella sezione Nest, dedicata agli artisti emergenti, è stato un momento fondamentale per L.U.P.O. Lorenzelli Projects”, ha commentato il fondatore Massimiliano Lorenzelli. “Il grande interesse del pubblico americano per Giuseppe Mulas e Seong Jin Jeong è stato estremamente gratificante.”
NADA, un tempo punto di riferimento per la scoperta di nuovi talenti, quest’anno è apparsa più fiacca e meno audace. Pochissime gallerie hanno osato presentazioni in solitaria, preferendo mix eclettici di artisti e medium per attirare acquirenti. Fra le poche a vantare risultati durante la VIP preview:
- Andrew Reed Gallery ha registrato un quasi sold-out nella prima giornata, con vendite di opere di Dan Attoe, Cornelius Tulloch e Patricia Geyerhan.
- Harkawik ha venduto rapidamente le opere di Clayton Schiff, con prezzi tra 19.500 e 27.500 dollari.
- La Red Arrow Gallery di Nashville ha debuttato con successo, vendendo cinque degli otto pezzi di Emily Weiner a collezionisti di New York, Chicago e Las Vegas.
- Joh’s Gallery di Città del Messico ha quasi esaurito le sue sculture a parete di nature morte fossilizzate di Chavis Marmol (8.000-9.000 dollari).
- Margot Samel ha venduto undici dipinti di Cathleen Clarke e quattro sculture di Diana Sofia Lozano già nella mattinata di apertura.
Anche Swivel Gallery ha ottenuto buoni risultati, vendendo due opere visionarie in ceramica di Alejandro García Contreras (10.000-15.000 dollari), armadietti di NH DePass (12.500 dollari l’uno) e pezzi di Eric Oglander (2.500 dollari l’uno).
Ottimo debutto a NADA per Alice Amati, giovane gallerista italiana con base a Londra, che ha venduto 11 delle 13 opere presentate degli artisti Paul Robas, Danielle Fretwell e Annabelle Agbo Godeau (4.000-10.000 dollari).
Nel complesso, le fiere d’arte a Miami hanno rispecchiato la correzione del mercato in corso, ma hanno offerto segnali positivi di una possibile ripresa.
Collezionisti più selettivi e cauti hanno sottolineato la difficoltà di rimanere entusiasti quando tanti stand si somigliano. Tuttavia, ambizione curatoriale e attenzione alla qualità hanno premiato vari espositori, dimostrando che per opere di livello, la domanda rimane vivace.