Inizio oggi una rubrica, a frequenza mensile, con la quale intendo riferire e portare all’attenzione dei lettori di Collezione da Tiffany le novità che troviamo in libreria dalla saggistica alle illustrazioni, dai cataloghi alle indagini storico-letterarie con particolare attenzione per l’arte e gli artisti contemporanei.
Si tratterà di proposte editoriali recenti, con le indicazioni necessarie all’identificazione del testo ed alcune brevi note illustrative che non avranno alcuna pretesa di indagine critica. Confido che, comunque, le informazioni e le brevi note possano aiutare i lettori interessati, nella scelta dei libri da acquisire.
Titolo: Paul Klee, genio e regolatezza
Autore: Gregorio Botta
Editore: GFL- Laterza 2022
Notazione: si tratta di una biografia, quindi l’autore approfondisce la descrizione della vita dell’artista – o meglio dei molti artisti – che fu Paul Klee. Egli è noto come pittore (e anche qui, pittore andrebbe inteso al plurale poichè fu grande astrattista, cubista, figurativo, espressionista, surrealista e tanto altro), ma fu anche musicista e poeta.
Botta, l’autore, descrive l’ascesa incontenibile di un genio programmato per essere tale, senza dubbio più compreso che incompreso. Un pittore che ha dipinto oltre 10.000 opere sempre sperimentando tecniche e linguaggi nuovi, tanto da attingere la potenza concettuale del filosofo e l’ingenuità del bambino.
Il libro sostanzialmente risponde ad una domanda: Chi fu Paul Klee?
Le risposte che Gregorio Botta offre al lettore sono avvincenti e convincenti, facendolo avvicinare all’artista con un’ acquisita – quasi diretta – conoscenza, come solo può derivare da questa particolare biografia per interposto artista. L’autore del testo, infatti, è anche esso artista.
Gregorio Botta, napoletano del 1953, ha studiato e si è plasmato presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. E’ artista figurativo e le sue opere sono esposte nelle collezioni del museo MART di Rovereto, del museo Madre a Milano e nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma oltre che al MAXXI.
Titolo: Lo studio d’artista. Una storia culturale
Autore: James Hall
Traduzione: Pietro del vecchio, Chiara Veltri
Editore: Einaudi, collana Saggi, 2022
Notazione: Giorgio Vasari può, a buon titolo, essere ritenuto il fondatore della critica d’arte o perlomeno il creatore di un criterio di critica d’arte che ancora oggi si rivela necessario ed efficace per apprendere il messaggio che ogni artista invia a se stesso e alla posterità con la propria opera. Secondo Vasari non era sufficiente lo studio dell’opera d’arte ma, per capirla veramente, occorreva studiare e conoscere la vita dell’artista, le circostanze e le occasioni in cui la stessa è stata ideata e prodotta. Lo “studio” dell’artista diventa, quindi, oggetto di studio e fondamentale momento per la conoscenza dell’artista.
Nei secoli quello che noi intendiamo come “studio d’artista” si è configurato come bottega, officina, scuola, laboratorio, atelier oppure come casa-studio nella quale non solo si svolgeva il lavoro creativo dell’artista ma l’intera sua vita.
James Hall, con il suo saggio che presenta lo studio di molti artisti, dal Rinascimento alla contemporaneità, propone un’ importante ed evocativa riflessione: egli intende lo studio come lo spazio fisico (più spesso architettonico ma a volte anche naturale come accade per i pittori impressionisti che dipingevano en plein air) ove l’opera, in gran parte già concepita dalla mente dell’artista, acquista realtà e consistenza ontologica. Si tratta, quindi, di un luogo magico e affascinante come quelli rappresentati nel saggio di Leonardo da Vinci, Artemisia Gentileschi, Claude Monet oppure quelli di Van Gogh, di Pollock, Warhol ed infine quello contemporaneo di Anselm Kiefer.
Attraverso la rappresentazione dello studio degli artisti, Hall, riesce a contestualizzare gli artisti non solo nelle coordinate storiche della propria epoca, ma entro i confini delle vicissitudini personali ed esistenziali, così riuscendo a smentire la figura retorica dell’artista, isolato nella propria torre d’avorio che vive una dimensione creativa individuale e personalistica.
Il testo risulta avvincente e di semplice lettura e con l’ausilio di immagini fotografiche altamente suggestive, sembra quasi di entrare negli studi degli artisti, percepirne l’ordine o il caos, vedere la rigorosa pulizia o il trasandato disordine; sembra quasi di percepire ancora i rumori dei gesti creativi tra gli odori dei colori e dei solventi.
La lettura del saggio di James Hall, accanto a nuovissime riflessioni interpretative, risveglia echi della memoria culturale di tutti noi generando un sottile ed intimo piacere.
James Hall è storico dell’arte, noto critico del Regno Unito. Insegna presso l’Università di Southampton e collabora con numerose testate giornalistiche tra cui i prestigiosi “Guardian”, “Times Literary Supplement”… E’ autore di numerosi libri tra cui ricordiamo “ Il mondo come scultura” e “ L’autoritratto. Una storia culturale”.