Periodo di grandi novità per il mercato italiano delle aste che ha visto, poco più di un mese fa, l’acquisizione della casa d’aste Art-Rite da parte del Gruppo Banca Sistema tramite la sua controllata Kruso Kapital S.p.A. Un sodalizio unico per il nostro Paese, dove mai era stata portata a termine un’operazione del genere, e che ha visto, proprio questo lunedì, le due realtà collaborare per la prima volta concretamente assieme in occasione dell’asta U-3 Under 3k Euros.
Per conoscere meglio i termini e gli obiettivi di questa acquisizione, abbiamo rivolto alcune domande a Gianluca Garbi, amministratore delegato di Banca Sistema e presidente di Kruso Kapital, e ad Attilio Meoli, amministratore delegato di Art-Rite.
Nicola Maggi: Banca sistema è la prima, in Italia, ad acquisire una casa d’aste… come è nato questo progetto?
Gianluca Garbi: “L’idea di acquisire una casa d’aste si inserisce nella strategia di crescita e diversificazione del Gruppo Banca Sistema e nel contesto economico della società moderna: in un paese a bassa produzione di reddito ma alta patrimonializzazione, mettere in circolo i tanti beni esistenti, trasformando patrimonio in reddito per mantenere un tenore di vita, è economia circolare. Cosa meglio di una casa d’aste per trasferire ricchezze. Sono molto soddisfatto di questa acquisizione attraverso cui entriamo nel mondo delle case d’asta arricchendo il gruppo con nuove competenze e un team specializzato nel settore”.
N.M.: Voi siete già attivi nel settore artistico con il Progetto Banca Sistema Arte. Quale relazione prevedete tra questo progetto e l’attività che porterete avanti con Art-Rite?
G.G.: “Lo scopo del progetto no-profit Banca SISTEMA ARTE è sempre stato, e continuerà ad essere, quello di sostenere il talento di giovani artisti per facilitare il loro ingresso nel mercato dell’arte. Avere Art-Rite nel Gruppo e collaborare con loro anche su questo fronte, non potrà che fare crescere ulteriormente il nostro progetto arte. Un primo bell’esempio è l’asta di beneficenza che si terrà lunedì prossimo 5 dicembre, nata nel contesto di Banca SISTEMA ARTE, e oggi realizzata con Art-Rite, il cui scopo è sostenere il progetto di Salesiani per il sociale per l’accoglienza di profughi ucraini – per lo più mamme, bambini e famiglie in cerca di un rifugio – presso le case salesiane diffuse in Italia”.
N.M.: Come si inserirà Art-Rite nell’ecosistema di Banca Sistema? Correlati a questa acquisizione pensate di sviluppare/potenziare dei servizi di Art Advisory e Art Wealth Management da offrire ai vostri clienti?
G.G.: “Distinguiamo il ruolo dell’azionista, il gruppo Banca Sistema e Kruso Kapital S.p.A., facilitatore di relazioni e investimenti, da quello di Art-Rite e del suo amministratore delegato, che rimane in carica – come tutto lo staff – e continuerà ad occuparsi dello sviluppo della casa d’aste. In questo contesto, e considerati gli ambiti di attività di Banca Sistema, Art-Rite potrà ulteriormente potenziare i servizi di Art Advisory e sviluppare quelli di Wealth Management non tanto con nostri clienti, ma attraverso partnership con altri istituti finanziari”.
Nicola Maggi: Con questo passo, Art-Rite compie un’importante evoluzione e diviene un caso unico in Italia….
Attilio Meoli: “Sì, è un’operazione del tutto originale che non ha riscontri precedenti in Italia: eccetto il nostro caso, non esistono infatti altri istituti di credito che abbiano acquisito case d’asta.
Per Art-Rite significa muovere un ulteriore passo nella direzione di un allargamento della propria offerta – con un ampliamento dei dipartimenti –, della propria clientela e di una maggiore presenza e visibilità in nuove aree di mercato.
Il Gruppo Banca Sistema dispone di uffici diffusi su tutto il territorio nazionale di cui anche noi ci avvarremo per le giornate di valutazione, per esempio. La stessa opportunità si presenta anche all’estero con la presenza del gruppo in Grecia e Spagna, che accelererà il processo di internazionalizzazione della casa d’aste”.
N.M.: Art-Rite in questi anni ha saputo ritagliarsi un posto importante nel mercato italiano delle aste. Ci racconta, brevemente, come è nato tutto e come siete cresciuti nel tempo?
A.M.: “L’iniziativa che ha portato alla nascita di Art-Rite arriva da me e dal mio background professionale legato negli anni ’80 e ’90 a Finarte e all’acquisizione del marchio nel 2015. Tale esperienza, che mi ha visto rivestire il ruolo di investitore e amministratore delegato nella fase di rinascita di Finarte, sfocia poi nell’idea imprenditoriale di creare un’azienda da zero: Art-Rite, appunto.
Per farlo, abbiamo acquisito il marchio di una nota rivista newyorchese che si avvaleva della collaborazione di numerosi artisti, tutti emblematici e autori della produzione tra le più alte che la storia dell’arte post-war abbia conosciuto. Con la casa d’aste abbiamo traslato e rideclinato questo spirito verso il mercato dell’arte.
A partire dal suo nucleo più solido, che è sempre stato costituito dal dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, guidato da Federico Bianchi, fautore con me della nascita di Art-Rite, e in particolare con il format 4-U New che tratta arte ultracontemporanea con un forte sguardo internazionale, abbiamo ampliato i dipartimenti e li abbiamo resi, con il tempo, sempre più attrattivi”.
N.M.: Cosa vede nel futuro di Art-Rite?
A.M.: “Una crescita dimensionale e qualitativa, e il raggiungimento di un obiettivo: quello di simboleggiare un ponte fra il mercato dell’arte e il sistema finanziario, che è poi stata la vocazione della casa d’aste fin dalla sua origine. È, questa, una tendenza che esiste già a livello mondiale: è sempre più forte l’interesse del mondo finanziario nei confronti dell’opera d’arte come asset class e come investimento per diversificare i patrimoni. L’operazione che ci ha visto protagonisti insieme al Gruppo Banca Sistema conferma tale tendenza e la rende più esplicita e più trasparente”.