Lo scorso 26 febbraio presso la Deloitte Greenhouse di Milano si è tenuto l’evento Art & Finance di presentazione del report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione”, a cura di Davide Bleve (Partner Deloitte Tax & legal), Maddalena Costa (Partner Deloitte Tax & legal), Roberta Ghilardi (Deloitte Italy Sustainability Analyst), Ernesto Lanzillo (Deloitte Italy Private Leader), Adriano Picinati di Torcello (Deloitte Global Art & Finance Coordinator), Pietro Ripa (Fideuram Private Banker), Barbara Tagliaferri (Deloitte Italy Art & Finance Coordinator) e Gianluigi Vignola (Ademy CEO), con l’obiettivo di offrire ai numerosi stakeholder che – per passione e/o investimento – si affacciano sul mercato dell’arte e dei beni da collezione una disamina dei principali trend che caratterizzano tale mercato. I risultati dell’analisi fanno ben sperare, evidenziando un andamento del mercato nel 2017 propositivo, energico e a tratti “sfacciatamente” strategico (degna di nota è, infatti, la vendita lo scorso novembre del Salvator Mundi di Leonardo Da Vinci in occasione di un’asta di arte contemporanea!).
Nel corso dell’evento, Ernesto Lanzillo, Adriano Picinati di Torcello e Barbara Tagliaferri hanno, altresì, presentato in anteprima i principali risultati emersi dall’Art & Finance report di Deloitte e ArtTactic, offrendo una serie di spunti di riflessione in merito all’evoluzione del concetto dei beni d’arte e alla loro individuazione come vera e propria asset class, al ruolo sempre più significativo del Wealth Management al servizio dei collezionisti d’arte e oggetti da collezione, alla crescente interconnessione tra arte e gestione patrimoniale e – quindi – al (necessario) rafforzamento della rete di relazioni tra gli operatori tradizionali del settore artistico e i gestori di patrimoni (quali family officer, private banker).
Altro dato di rilievo dell’indagine condotta da Deloitte è senza dubbio la presa di coscienza del ruolo fondamentale rivestito dalla tecnologia nello sviluppo del sistema artistico e nel processo di abbattimento dei limiti che ancora oggi caratterizzano il mercato. La tecnologia si configura, nell’ottica di Deloitte, come uno strumento “di svolta” non solo in termini di potenziamento ed efficienza del mercato (garantendo l’accesso ad un pubblico giovane e dinamico, riducendo la necessità della partecipazione fisica alle aste, etc…) ma anche – e soprattutto – in un’ottica di tutela, in quanto capace di garantire agli acquirenti la trasparenza delle metodologie di valutazione, una maggiore disponibilità di informazioni e, più in generale, una riduzione dei rischi che pregiudicano il corretto funzionamento del mercato (quali, ad esempio, i problemi relativi alla provenienza dei beni, alla manipolazione dei prezzi, alla tracciabilità, etc).
A conclusione dei report ha fatto seguito una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Enrica Roddolo, a cui hanno preso parte primari attori del settore, Giuseppe Calabi (Senior Partner dello Studio Legale CBM & Partners), Simone Rondinelli (Founding Partner di Four Partners Advisory) e Gianluigi Vignola. La discussione si è concentrata sul delicato tema del passaggio generazionale, rispetto al quale gli esperti hanno evidenziato, da un lato, alcune criticità del sistema, tra cui in primis la presenza di soluzioni giuridiche non (sempre) idonee ad assicurare un ottimale trasferimento dei patrimoni artistici e quindi la necessità di interventi legislativi sul punto, dall’altro lato, una limitata sensibilità “culturale” rispetto alla questione; circostanza quest’ultima che, nella maggior parte dei casi, comporta “nel passaggio” la divisione della collezione. Un accenno veloce, infine, anche alla necessità di una regolamentazione in tema di protezione dei dati personali raccolti nell’ambito delle aste d’arte online, in ragione dell’innegabile sviluppo del commercio elettronico anche nel settore artistico.
Un evento, quello di Deloitte, foriero del cambiamento del sistema arte, che ciclicamente sembra “affievolirsi” per poi ripartire più dinamico e vivace.