La nostra serie di “letture catalogo”, anche per quest’anno, di avvia alla fine. Dedichiamo questo appuntamento alla selezione di Arte Moderna e Contemporanea messa insieme da Martini Studio d’Arte per il suo appuntamento del 13-14 dicembre prossimo. In vendita, un catalogo di 440 lotti suddivisi in due sessioni entrambe fissate per le ore 15. Ma vediamo quali sono le opere più interessanti di questa asta veramente ricca di spunti e in cui, su tutte, spicca però la “Venezia” di Tancredi Parmeggiani al lotto 55.
Secondo una tradizione che ormai ne fa uno dei temi portanti delle aste Martini, l’Arte Cinetica e Programmata è protagonista dell’apertura della prima sessione.
Qui, tra i lavori più interessanti abbiamo due esemplari di Macchina inutile di Bruno Munari: la prima del 1956 (lotto 7, stima24-26.000 euro) e la seconda progettata nel 1945 e realizzata nel 1981 (lotto 8, stima: 10-12.000 euro). Un’occasione per ricordare come le Macchine inutili costituiscono il lavoro più importante con il quale Munari ha esordito nel panorama futurista milanese degli anni Trenta e storicamente collocate all’origine stessa dell’arte cinetica.
Poco dopo è molto bella anche Physichromie n. 460 del 1969 di Carlos Cruz Dies al lotto 11 (stima: 70-80.000 euro), come merita attenzione i due Inter-ena-cubo di Paolo Scheggi che troviamo ai lotti 38 e 39 (stima: 18-20.000 euro) e appartenenti a quel nucleo di opere monocrome che l’artista toscano realizza tra il 1965 e il 1971. Un esemplare di questi lavori è, peraltro, da poco entrata a far parte anche della collezione permanente della Tate Modern di Londra.
Passato un primo grattage su tela (Senza titolo) di Mario Deluigi ecco che al lotto 55 incontriamo un lavoro stupendo di Tancredi Parmeggiani: una tempera su tela (Senza titolo) datata 1958 (stima: 140-160.000 euro), anno che lo vede esporre alla Saidenberg Gallery di New York e all’Hanover Gallery di Londra, partecipare al Carnegie International di Pittsburgh e sposare la pittrice norvegese Tove Dietrichson.
Un lavoro in cui si esprime al massimo livello quella ricerca prettamente astratta che l’artista svolge lungo gli anni Cinquanta sviluppando un linguaggio personalissimo col quale rappresenta Venezia come se fosse un respiro, un soffio, una pittura vera, senza finzioni.
Più avanti attirano lo sguardo due Composizioni nucleari di Gianni Dova; una ricca selezione di lavori di Hermann Nitsch (lotti 70-81) dove compaiono anche alcune foto storiche di sue azioni; due lavori storici di Joseph Kosuth tra i quali un prezioso esemplare appartenente alla sua serie Art as Idea as Idea basata su definizioni ritagliate dalle voci del dizionario, in questo caso il termine “Extra” del 1967 (stima: 60-80.000 euro).
Di livello altissimo è, poi, la serie di lavori di Salvo che troviamo dal lotto 93 al lotto 96 e che include lo stupendo La Città del 2001 (stima: 15-20.000 euro). E lo stesso può dirsi per i lavori di Gianfranco Baruchello presenti in catalogo come Occhio di Pietra (1995) al lotto 98 (stima: 20-30.000 euro).
Fresca di record, troviamo al lotto 140 anche Carla Accardi con Turchese, caseina su tela del 1959 (stima: 60-70.000 euro) a cui seguono altri suoi lavori più recenti ma non per questo meno interessanti.
Per gli appassionati di Pittura Analitica, altro cavallo di battagli di Martini Studio d’Arte, segnaliamo al lotto 150 Grande segnale 2, lavoro del 1974 di Claudio Verna (stima: 14-16.000 euro).
Non mancano poi, in catalogo, anche opere contemporanee come Mai più come prima (2013) di Arcangelo Sassolino (lotto 124, stima: 15-20.000 euro)
Se queste sono le opere di maggior pregio che il catalogo Martini di dicembre propone, mi piace sottolineare la presenza anche di diversi lavori storici con stime decisamente accessibili e per questo merita uno studio personale e attento.
Questo vale, in particolare, per la seconda sessione dell’asta dove, ad esempio, si trovano lavori storici di Renata Boero, come il Cromogramma “a2” (1977) proposto al lotto 204 con una stima di 3-4.000 euro, o Confine (1971) di Gilberto Zorio, che ben esemplifica quel processo di traslazione della parola in immagine-azione che caratterizza le sue opere dalla fine degli anni Sessanta.
Non mancano opere concettuali di Michele Zaza; carte di Agostino Ferrari come Breve Racconto (1964), che incontriamo al lotto 251 (stima: 1000-2000 euro); sculture di Nanni Valentini, oltre a carte molto interessanti come il Senza titolo (1996) di Riccardo De Marchi al lotto 300 (stima: 1000-2000 euro) o quello di Giuseppe Chiari del 1974 inserito al lotto 344 (stima: 500-1000 euro).