Ultimi incanti per il calendario italiano delle aste di arte moderna e contemporanea del primo semestre. Tra i cataloghi più interessanti che passeranno sotto i martelletti in queste settimane, quello di Martini Studio d’Arte. 426 le opere selezionate dalla casa d’aste bresciana, suddivise in due sessioni che si terranno l’8 e il 9 giugno alle ore 15.
L’apertura è delle più classiche per la casa di Borgo Pietro Wührer, con una ricca proposta di opere di arte cinetica e programmata, dove si fanno notare lavori storici come il Kinetisches Object Spiegel (1974) Christian Megert al lotto 5 (stima: 25-30.000 euro), Atmosphère chromoplastique n. 167 (1967) di Luis Tomasello (lotto 7, stima:40-50.000 euro) o 1 trame de tirets, blanc sur fond noir (1972) di François Morellet (lotto 8, stima: 50-60.000 euro)
Al lotto 35 abbiamo, invece, un bel carboncino di Marco Tirelli del 2007 (stima: 3-4.000 euro) a cui seguono alcuni lavori di Bruno Munari tra i quali mi piace segnalare due Xerografie originali del 1967 (lotti 42-43, stima: 1-2.000 euro). Munari è, infatti, uno dei primi artisti ad utilizzare per scopi creativi le macchine fotocopiatrici, inventate e commercializzate dalla Xerox a partire dagli anni ’50. Le sue iniziali realizzazioni artistiche sono datate 1963 e 1964 e i due lavori in catalogo si collocano quindi all’inizio di questa produzione.
Poco dopo troviamo, invece, tre lavori di Sandro De Alexandris, tra i quali t/m 1.0170 (1974-79), proposto al lotto 45 con una stima di 8-10.000 euro. Molto bello anche Inter-ena-cubo (1968) di Paolo Schegghi in cartone nero fustellato e plexiglas al lotto 56 (stima: 18-20.000 euro). Mentre al lotto 82 abbiamo un Grattage di Mario Deluigi con una stima di 15-12.000 euro. Bell’esempio della tecnica che l’artista ha sviluppato a partire dai primi anni Cinquanta, dopo aver firmato a Milano il Manifesto dell’ arte spaziale (1951), e quindi il Manifesto del movimento spaziale per la televisione (1952).
In queste opere, la luce è concepita come un valore strutturale, non dipinta ma creata all’interno del dipinto mediante segni incisi sulla superficie pittorica. E’ questa, appunto, la tecnica del grattage che ha caratterizzato tutta la sua produzione artistica a partire dalla metà del XX secolo e che appare già ben definita nelle opere esposte alla Biennale di Venezia nel 1954, chiamate Motivi sui vuoti.
Tra le ottime carte in catalogo, spicca una Natura morta (1943) di Giorgio Morandi al lotto 99 (stima: 60-80.000 euro) seguita, al lotto 100, da uno stupendo olio (stima: 15-20.000 euro) di William Bailey, artista americano scomparso due anni fa all’età di 89 anni, le cui nature morte e nudi femminili incontaminati e idealizzati lo hanno reso una delle figure di spicco del ritorno dell’arte figurativa negli anni ’80.
Sulla metà della prima sessione, da segnalare una bellissima tecnica mista di Pinot Gallizio (lotto: 106, stima: 30-35.000 euro), un Personaggio del 1956 di Asger Jorn (lotto 107, stima: 60-70.000 euro) e una preziosa carta di Christo:Wrapped del 1973 (lotto 110, stima: 50-70.000 euro).
Ma qui protagonista diventa la Pop Art romana, guidata dallo smalto Propaganda (1974-77) di Mario Schifano che troviamo al lotto 114 (stima: 60-80.000 euro). Passati due lavori eccellenti di Paolo Icaro e una carta storica di Achille Perilli – Le complicazioni geometriche (1968) -, l’asta Martini ci porpone una selezione di opere di Hermann Nitsch, omaggio al maestro da poco scomparso, per poi aprirsi alla fotografia.
Troviamo, così, lavori sperimentali di Michele Zaza e scatti di Minor White, Roman Opalka, Luigi Ghirri. Mentre nell’ultima parte finale del catalogo trociamo alcuni lavori storici di Gianfranco Baruchello che, dopo un periodo di assenza, sta tornando ad essere ben presente nelle aste italiane. Tra i lotti presenti da Martini: Gordon Dearest (1967) proposto con una stima di 50-60.000 euro.
Meritano attenzione, poi, i lotti 171 e 172, dove troviamo due lavori di Vincenzo Agnetti, seguiti da un’ampia selezione di lavori di Riccardo Guarneri che inaugurano l’ampia parte dedicata alla Pittura Analitica.
Segue lo stesso schema anche la sessione 2 del giorno successivo dove, tra le opere di arte ottico-cinetica spiccano delle bellissima carte di Dadamaino (lotti 232-235). Molto interessante anche il Senza titolo (1968) di Luigi Magnani, proposto al lotto 247 con una stima di 500-1000 euro.
Si procede così per lavodi minori a firma di grandi nomi dell’arte italiana: Emilio Vedova, Mario Ceroli, Remo Bianco, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato, fino ad arrivare al lotto 336 dove abbiamo un’opera veramente pregiata di Gianni Dova: Personaggio verde del 1961 (stima: 6-7.000 euro).