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Aste: capolavoro di Angeli in catalogo da Cambi

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La lettura dell’asta estiva di arte moderna e contemporanea e fotografia che Cambi Casa d’Aste batterà il 6 e il 7 luglio prossimi a Milano non potebbe che partire da qui: dal lotto 55, dove troviamo una delle più belle opere di Franco Angeli mai passate in aste negli ultimi anni. Un lavoro che ci riporta agli esordi della sua carriera, iniziata nel 1957. Si intitola Omertà (1958), ed è stata esposta per la prima volta alla celebre galleria La Salita.

Cupa e materica, testimonia l’iniziale influenza, nella poetica di Angeli, dell’arte informale. Omertà appartiene, infatti, ad una serie di tele monocrome, dai toni scuri, che l’artista ricopre con calze di nylon strappate e lacerate, in cui riecheggiano la povertà, le ferite e il dolore vissure durante gli anni della guerra, quando assiste, ancora bambino, al bombardamento del quartiere romano di San Lorenzo dove era nato il 14 maggio 1935.

Commentando questi primi lavori, in cui è vivo il riflesso dei catrami di Burri che Angeli ammirava tantissimo, l’artista non a caso dirà:  “La materia per me è un frammento di questa enorme lacerazione che ha travolto l’Europa; i miei primi quadri erano così, come una ferita dalla quale togli dei pezzi di benda […] dove il sangue si è rappreso ma non è più una macchia rossa“. Tutto questo lo si ritrova in Omertà, proposta con una stima in catalogo di 70-100.000 euro e la cui intensità lascia letteralmente sbigottiti.

Enrico Prampolini : Metamorfosi degli dei o Il trionfo della civiltà meccanica (1929) – Olio e sabbia su tela

Ma tra i 140 lotti della prima tornata, fissata alle ore 15 del 6 luglio, sono tante le opere da segnalare. Fin dalle primissime battute, ad esempio, spicca Metamorfosi degli dei o Il trionfo della civiltà meccanica (1929) di Enrico Prampolini, lavoro esposto nel 1931 alla Italian Art Exhibit di Birmingham in Alabama (lotto 2, stima: 60-80.000 euro).

Sempre Prampolini è protagonista al lotto successivo con Aeropittura IV del 1930, tela che ben rappresente quel suo tentativo di superare – come spiega Paolo Baldacci nel testo in catalogo – “le sensazioni meccaniche, prospettiche e visive, della velocità e dell’altezza percepite nell’espe- rienza del volo, per esprimere una sintesi cosmica e spaziale di nuove sensazioni sommando in un solo organismo plastico lo spirito delle diverse nature presenti nel cosmo minerale, vegetale, umana e meccanica”.

Fortunato Depero : Ali Italiane. Trionfo del tricolore (1935-1936) – olio e smalti

Incredibile, e quasi dal sapore Pop, la tavola Ali Italiane. Trionfo del tricolore (1935-1936) di Fortunato Depero al lotto 6 (stima: 80-120.000 euro). Si prosegue, così, attraverso i progonisti del primo Novecento, tra i quali incontriamo anche un giovanissimo Bruno Munari con Torso femminile del 1929 (lotto 11, stima: 18-20.000 euro) e altre tavole molto interessati del suo periodo futurista.

E’ poi la volta di Alberto Savinio, Roberto Marcello Baldessari, Mario Sironi – stupendo il suo All’osteria. Fiaccheraio del 1930 (lotto 16, stima 65-85.000 euro), e poi Gino Severini e le acqueforti di Giorgio Morandi. La partenza di questa asta è veramente formidabile. Uno dei cataloghi migliori, per intensità, visti in questo primo scorcio d’anno.

Proseguendo per salti – impossibile citare tutte le opere – ecco una bellissima Natura morta del 1937 di Filippo de Pisis (lotto 28, stima: 17-20.000 euro) e una mirabile testa di fanciullo di Medardo Rosso Bambino ebreo (1892-1894) – proposta al lotto 31 con una stima di 200-250.000 euro. Un’opera che rispecchia tutto il lato melanconico, proprio della condizione umana e che a tratti, nel breve riverbero di un raggio di luce, ne svela tutto il dramma.

Medardo Rosso : Bambino ebreo (1892 – 1894 ca.) – Scultura in cera 

I lotti scorrono, rapidi, e con loro i nomi di Cassinari, Campigli, Fernand Léger, Afro Basaldella, Leoncillo – suo il Piede di tavolo con medusa del 1946 al lotto 48 (stima: 50-70.000 euro) -, Balla, Tancredi, Mimmo Rotella e chi più ne ha, più ne metta.

Segue poi T1961-H20 (1961) di Hans Hartung (lotto 56, stima: 60-80.000 euro), per arrivare a Rilievo speculare a elementi curvi (1964) di Getulio Alviani (lotto 58, stima: 120-180.000 euro), artista mai abbastanza apprezzato dal collezionismo eppure grandissimo. E stupendo è il gesso Tre palmi, del 1975, di Paolo Icaro (lotto 59, stima: 20-30.000 euro) seguito, a poca distanza, da un Missile di Pino Pascali (lotto 61, stima: 80-120.000 euro).

Getulio Alviani : Rilievo speculare a elementi curvi (1964) – Alluminio

Lavori storici di Emilio Isgrò, Christo, Pietro Gilardi, Enrico Castellani, Gérard Shneider, Agostino Bonalumi, Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, completano una prima tornata veramente eccellente.

Più sommessa la seconda parte, in calendario per il 7 luglio. Qui i lotti sono 214. Non mancano le opere di un certo interesse, in primo luogo le carte (Wildt, Sironi, Bartolini, Veronesi ecc.), ma la vera protagonista qui è, senza ombra di dubbio, la fotografia dove spiccano lavori di Shirin Neshat, Marina Abramovic, Robert Longo, accanto a scatti di Araki, Michele Zaza, Mario Giacomelli e tanti altri.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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