Superata una delle settimane più “calde” dell’anno, almeno per quanto riguarda il mercato internazionale di arte moderna e contemporanea, è tempo di concentrarci sul calendario delle aste italiane e sulle opere più interessanti che saranno proposte in vendita negli incanti in programma nei prossimi giorni. Iniziamo, così, studiando i 62 lotti della Contemporary Auction di Sotheby’s Italia che si terrà a Milano mercoledì 23 novembre.
Reduce dai successi newyorkesi, Sotheby’s ha messo insieme, per la sua asta autunnale a Palazzo Serbelloni, una selezione di gran pregio in cui spiccano Le canapé bleu, dipinto fondamentale di Domenico Gnoli del 1964 (lotto 14, stima: 1.000.000 -1.500.000 euro) e una splendida Natura morta del 1959 di Giorgio Morandi (lotto 16, stima: 700.000-1.000.000 euro).
Ma è, con grande probabilità, la Colonna del 1968 di Alighiero Boetti ad attirare maggiormente la nostra attenzione e su cui dovremmo riporre le maggiori aspettative visto l’ottimo momento di mercato per Boetti. Quest’opera, infatti, è un superlativo esempio della rara serie che ci riporta al 16 aprile del 1968 e alla mostra collettiva Il Percorso, presso la romana Galleria l’Arco d’Alibert. Una mostra che, in realtà, fu un vero e proprio happening di tre giorni, durante i quali gli artisti invitati – Anselmo, Boetti, Merz, Mondino, Nespolo, Paolini, Piacentino, Pistoletto e Zorio – crearono “dal vivo” le opere che poi composero il percorso espositivo.
E’ in questa occasione che, come ricorda il sito dell’Archivio dell’artista che, Alighiero Boetti “costruisce sul posto tre Colonne con migliaia di tovagliolini di carta smerlata da pasticceria, infilati su tre anime di ferro”. Creazione che viene documentata da un reportage fotografico di Mario Cresci.
L’esemplare in asta da Sotheby’s è proprio una di quelle storiche Colonne che torna sul mercato dopo 45 anni passati nella stessa collezione privata. L’attuale proprietario, infatti, l’ha acquistata nel 1977 dalla Galleria Luigi de Ambrogi di Milano.
E se il lotto 26 della Contemporary Auction di Sotheby’s Italia apre una finestra su uno dei momento fondamentali della storia dell’Arte Povera di cui, la serie delle Colonne, incarna lo spirito originario, allo stesso modo ci riporta anche alla mente un passato forse più recente, ma non per questo meno importante.
Per la precisione ci conduce a Londra, nella saleroom di Christie’s dove, il 16 ottobre 2014, in occasione dell’Italian Sale di quell’anno, un altro esemplare di quella serie segnò un attesissimo record per il suo autore che, per la prima volta, superò i 3 milioni di euro. Tanto che la cifra oggi proposta per questa Colonna, stimata 1.000.000-1.500.000 euro, ci pare tutto sommato molto contenuta.
Aver nominato le celebri Italian Sales non può che far pensare, ovviamente, anche a Lucio Fontana che assieme a Boetti e Burri è stato tra gli “artefici” della grande crescita dell’arte italiana sul mercato internazionale dalla fine degli anni Novanta fino ai successi di questi giorni.
E proprio al padre dello Spazialismo, il catalogo messo insieme dal Dipartimento di arte moderna e contemporanea dedica una speciale “retrospettiva” con sei lotti che ci guidano attraverso le varie fasi della produzione dell’artista – dai Metalli, agli Oli, all’Anilina, alle terrecotte e alle ceramiche – fancendo letteralmente immergere nel mondo di Lucio Fontana.
Tra le opere più significative di questa speciale selezione, un iconico Concetto Spaziale, New York del 1962 (lotto 19, stima: 500-700.000 euro), anno in cui l’artista sbarcò per la prima volta nella Grande Mela, città che, per la sua vertiginosa verticalità, lasciò un profondo impatto nell’artista.
Al lotto 30 abbiamo poi un Concetto Spaziale dello stesso anno tela rosa lucida (stima: 400-600.000 euro) e un ceramica magistralmente eseguita, Drago (1949-50), che ben esemplifica l’approccio di Fontana alla scultura (lotto 18, stima: 400-600.000 euro).
Non mancano poi lavori pregevoli, tra gli altri, di Piero Dorazio, Piero Manzoni, Gastone Novelli, Fausto Melotti e Paolo Scheggi di cui viene offerta, al lotto 21, una Intersuperficie curva bianca del 1969 proveniente dalla collezione di Gianni e Mina Malabarba che la commissionarono direttamente all’artista fiorentino, poi donata all’attuale proprietario alla metà degli anni Novanta. Si tratta di un lavoro che arriva, dunque, per la prima vosta in asta e che viene proposto con una stima di 50-70.000 euro.
Arricchisce, infine, il catalogo di Sotheby’s una preziosa selezione di opere di rilievo a firma di artisti internazionali, tra le quali si fanno notare T1962-H7 di Hans Hartung degli anni Sessanta appartenuto alla Fondation Hartung-Bergman (lotto 20, stima 200.000-300.000 euro); Relief n. 8 del 1969 di Henryk Stazewski (lotto 36, stima: 30-400.000 euro), artista che per la prima volta appare in un asta italiana; una tela di Hermann Nitsch lunga più di quattro metri (lotto 42, stima 100.000-150.000 euro) e Tibetruhe, opera di rara bellezza a firma dell’austriaco Friedensreich Hundertwasser (lotto 34, stima 100.000-150.000 euro) anche lui al suo debutto sul mercato italiano.