Il 25 e 26 giugno torna a far parlare di sé Capitolium Art con un’asta di arte moderna e contemporanea che promette emozioni forti. Due giornate, due anime diverse: se il 25 è dedicato a opere di alta qualità con stime più contenute, il 26 sarà il momento clou con lotti da collezione museale e, soprattutto, con il ritorno in scena di un capolavoro che si credeva perduto: un raro Champ de Blé di Maurice de Vlaminck.
Vlaminck: un capolavoro disperso torna alla luce
Ci sono scoperte che fanno sobbalzare il cuore dei collezionisti e degli storici dell’arte. Una di queste riguarda proprio l’opera di Vlaminck che Capitolium Art batterà il 26 giugno. Si tratta di un dipinto del 1906, eseguito nel cuore della stagione fauve, quando Vlaminck dipingeva con la furia e la libertà di chi voleva abbattere le convenzioni con la sola forza del colore. Champ de Blé, un paesaggio esplosivo dominato da gialli, arancioni, rossi e blu intensi, era noto finora solo grazie a una foto in bianco e nero archiviata dal Wildenstein Institute di New York nel 1973. L’opera sembrava scomparsa, finita in una collezione privata americana, poi milanese, e mai più vista fino a oggi.
Il lavoro riemerge ora grazie al fiuto degli esperti della casa d’aste bresciana, che l’hanno rintracciato e restituito alla luce, accompagnato da una ricostruzione storica che lo lega con precisione al periodo in cui Vlaminck, insieme a Derain e Matisse, diede vita alla rivoluzione fauve. È lo stesso periodo in cui nasce il soprannome “Les Fauves”, le belve feroci, coniato dal critico Louis Vauxcelles in una recensione che avrebbe fatto la storia.
L’opera parte da una base d’asta di 15.000 euro, con una stima tra i 30.000 e i 40.000. Ma la sua rarità e l’interesse che ha già suscitato potrebbero dare vita a una vivace competizione.

Il 25 giugno: qualità e nomi importanti con stime accessibili
La sessione del 25 giugno offre una selezione eterogenea, con opere capaci di soddisfare sia il collezionista esperto sia chi muove i primi passi nel mercato. Tra queste, Cercando il centro di Alighiero Boetti del 1989, con base d’asta di 15.000 euro, Pleflux II di Piero Dorazio del 1973, base 10.000 euro, e Verde di Carla Accardi, 2007, con base d’asta di 2.300 euro. Ma tra i 104 lotti si leggono anche nomi come Burri, Dova, Schifano, segno di una curatela attenta e mai banale.
Il 26 giugno: l’arte da museo entra in sala
La seconda giornata, oltre a Vlaminck, propone una serie di lotti che testimoniano l’ampiezza e la profondità del catalogo. C’è La Tour Eiffel à Paris di Maurice Utrillo, databile tra il 1934 e il 1935, con una stima tra i 100.000 e i 120.000 euro. E c’è Les Métaux fondus revienment su feu de la terre di Roberto Sebastian Antonio Matta, 1988, valutata tra i 150.000 e i 250.000 euro.

Ma sono da segnalare anche Gli Archeologi di Giorgio de Chirico del 1962 (base 200.000 euro, stima fino a 500.000), opera che riprende il tema dei manichini come simboli dell’inconscio e della memoria, e Senza titolo (Jesus) di Maurizio Cattelan, un raro olio del 1996, legato al progetto espositivo Angel’s Noise, con base di 80.000 euro.

Esposizione e catalogo online
Tutte le opere saranno esposte nei giorni 23 e 24 giugno presso Palazzo Cigola Fenaroli Valotti, in via C. Cattaneo 55 a Brescia, con orario 10-13 e 15.30-18.30. L’asta prenderà il via il 25 giugno.
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Un’occasione unica per vedere da vicino capolavori destinati, forse, a tornare nell’ombra di collezioni private. Ma che per un istante, in questa finestra di fine giugno, saranno di nuovo sotto gli occhi di tutti.