Elegante. Un aggettivo che forse non si usa spesso nel mondo delle aste, quanto meno per descrivere un catalogo, ma è sicuramente il primo che mi è venuto in mente sfogliando i 100 lotti messi insieme dalla casa d’aste Bolaffi di Torino per la sua asta di arte moderna e contemporanea di mercoledì 19 maggio.
Già dalla copertina, l’eleganza della proposta filtra attraverso la tavolozza e il contrasto essenziale di linee ortogonali e forme curve della celebre Trasvolata atlantica di Osvaldo Peruzzi (lotto 11, stima 25.000-30.000 euro), tempera su carta del 1933 conosciuta anche con il titolo di Squadriglia sui grattacieli ed esposta in quello stesso anno a Roma in occasione della I mostra nazionale d’arte futurista e, nel 1934, alla Kunstverein di Amburgo durante la mostra Luft und Flugmalerei.
Dall’aeropittura futurista alle delicate figure di Marcello Dudovich che aprono la selezione Bolaffi trasportandoci nei “roaring twenties”. Mirabile, peraltro, l’omaggio dell’artista a Henri de Toulouse-Loutrec nella gouache su carta Eglatine (lotto 3, stima: 1.500-2.000 euro).
Stessa atmosfera nello studio, ad acquerello, di Sonia Delaunay per il costume della vedette Gaby, del Petit Casino di Madrid (lotto 6, stima: 22-26.000 euro). Sempre della stessa artista, peraltro, il catalogo propone anche un libro portfolio molto interessante.
Tra carte di Raoul Dufy, Jules Pascin, Ilya Casnic e Nicolay Diulgheroff, incontriamo anche una deliziosa matita di Mino delle Site: Paesaggio Cosmico del 1933 (lotto 10, stima: 2-4.000 euro). Supenda, poi la tecnica mista su carta di Salvador Dalì al lotto 17 (stima: 24-28.000 euro): Indigena con rinoceronte (1966).
Una vecchia passione, quella dell’artista spagnolo per i rinoceronti. Pensate che nella sua casa d’infanzia aveva, appesa ad una parete, una stampa della xilografia Rhinocerus di Albrecht Dürer. Dalì era addirittura convinto che le sua corna fossero “le uniche nel regno animale costruite secondo una perfetta spirale logaritmica”.
Non è un caso d’atronde che questo animale, in particolare il suo corno, sia presente in tanti suoi lavori fino alla celebre scultura del Rinoceronte Cosmico degli anni Cinquanta.
Da Dalì a Man Ray, di cui il catalogo Bolaffi propone una ricca selezione dove spicca, tra tutti, il lotto 21: Ce qui manque à nous tous (1927 -1972), pipa in argilla dipinta e vetro. Concepito nel 1927, di questo lavoro furono realizzati due esemplari unici nel 1935 e nel 1936, seguiti da due edizioni numerate eseguite nel 1963 e 1972.
L’esemplare in asta è tratto da quest’ultima edizione anche se la dicitura H.C. (Hors de Commerce) fa più pensare ad un esemplare “fuori tiratura” molto probalilmente realizzato come dono e pertanto inizialmente non destinata al mercato.
Passato un particolarissima tempera nera graffiata e incisa su cartoncino di Felice Casorati – Due nudi nello studio del 1938 (lotto 24, stima: 5-8.000 euro), il catalogo torna in ambiente futurista con una serie di sculture di Mino Rosso per poi mandare in scena due dei suoi lotti più interessanti: una Natura morta a matita del 1941 di Giorgio Morandi (lotto 30, stima: 28-25.000 euro) e un piccolo Paesaggio Romano del 1947 di Gino Severini (lotto 31, stima: 18-25.000 euro).
Poco dopo è, invece, Portrait de femme di Francis Picabia a guadagnare il campo, una matita e olio su cartone del 1943-44 valutata 90-100.000 euro e proveniente dalla Collezione Turinetto di Torino.
Nelle pagine si susseguono, così, lavori di Aligi Sassu, Luigi Veronesi, Atanasio Soldati, Filippo De Pisis che ci conducono fino a O.O.S, gouache arancione e nera su carta del 1967 a firma di Alexander Calder (lotto 46, stima: 50-60.000 euro).
Una carta preziosa che apre a interessanti camei, sempre su carta di Lucio Fontana – bellissimo il suo Concetto spaziale del 1951 al lotto 50 – , Alberto Burri e Mario Sironi. Al lotto 61 abbiamo un senza titolo degli anni Sessanta di Roberto Sebastian Matta, sempre proveniente dalla collezine Turinetto.
E poi Giulio Turcato, Giacomo Manzù – presente con un Cardinale seduto (1986) in marmo di carrara – Maria Lai, Carol Rama, Antoni Tapie e un delicato bronzo di Francesco Messina. Sul finale è Pier Paolo Calzolari a riaccendere il catalogo con un Studio del 1969 (lotto 79, stima: 40-50.000 euro).
Tra opere di Aldo Mondino, Enrico Baj, Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto, Andy Warhol e Alighiero Boetti sbuca infine un bellissimo collage di grandi dimensioni del duo britannico Gilbert & George: Top world del 1989 (lotto 98, stima: 15-19.000 euro).