Se state pensando di collezionare fotografia, la prima edizione di Photissima sembra essere il luogo adatto a voi. L’evento ideato e organizzato da Telemaco Rendine, docente di “Design della Fotografia” al Politecnico di Torino e presidente della Fondazione “Artevision”, è infatti qualcosa di più di una semplice fiera dedicata alla fotografia contemporanea.
Quello che si terrà, dall’8 all’11 novembre, presso l’Ex Manifattura Tabacchi di Torino, infatti, si prospetta come un evento costruito a misura di collezionista: una sorta di atlante del mondo della fotografia d’arte contemporanea; una guida per orientarsi in quella che gli organizzatori definiscono come una vera e propria giungla.
Photissima è, dunque, una fiera ma anche un modo per imparare ad orientarsi nel Sistema dell’arte contemporanea, per conoscere le realtà storiche, quelle più recenti e per accrescere la propria conoscenza (e consapevolezza) della fotografia d’arte, come ha raccontato a Collezione da Tiffany, proprio il direttore artistico di Photissima, Telemaco Rendine.
Nicola Maggi: …ma il mondo della fotografia è veramente una giungla?
Telemaco Rendine: «Sì, lo è perché oggi esistono moltissimi mezzi per scattare una fotografia e solo se si è veri padroni della tecnica e degli strumenti si può capire la qualità di uno scatto e non farsi trarre in inganno. Un gallerista deve avere una solida preparazione tecnica a cui si deve aggiungere un grande intuito artistico per poter riconoscere il valore di un lavoro e di un artista».
N.M.: Lei è il direttore artistico ma anche l’ideatore di Photissima. Come nasce questo progetto e come è cresciuto nel tempo?
T.R.: «In un primo momento Photissima doveva essere solo un festival: una “mostra delle mostre” che, in modo canonico, avesse uno o più curatori con il compito di scegliere un tema e di svilupparlo. Tuttavia mi sembrava che mancasse qualcosa: il punto di vista del mercato, tutto il lavoro di ricerca, di documentazione, di selezione di artisti e di opere svolto quotidianamente dai galleristi che – ci piaccia o no – guidano e formano il gusto e le scelte degli amanti della fotografia e dei collezionisti, altro anello imprescindibile del sistema. È grazie a queste dinamiche che un fotografo diventa un artista e una fotografia un’opera d’arte. Photissima vuole renderne conto nella sua interezza: riprodurre un microcosmo, dunque, che in un solo momento e in solo luogo raccolga tutti i suoi attori – artisti, galleristi, critici, curatori, collezionisti – e i suoi meccanismi».
N.M. Photissima è una fiera ma anche un omaggio alla fotografia. Ci può raccontare, in breve, cosa troveremo in questa prima edizione?
T.R.: «Abbiamo voluto coinvolgere realtà di nature diverse, non solo le gallerie in senso classico: così vedrete la Galleria Biasutti di Torino accanto al veneziano Archivio Cameraphoto, il più importante archivio fotografico di Venezia che raccoglie 60 anni della storia della fotografia; la Galleria Sottana del Museo Internazionale delle Arti Applicate accanto alla Fondazione Zappettini. Alle gallerie storiche, come la Ikona Gallery di Živa Kraus, la prima galleria italiana per la fotografia, si affiancheranno le realtà più giovani, siano esse artisti o galleristi, per attirare sia un collezionismo consapevole e consolidato, sia un collezionismo più giovane. Oltre alla parte “commerciale”, ci sarà poi il Photissima Festival curato da Carlotta Petracci, l’approfondimento culturale di Photissima: presentata come una gigantesca rivista stampata in fine art che raccoglie in ogni apertura una mostra-reportage su un argomento specifico, la rassegna privilegia alcuni generi, protagonisti, occasioni formative, tecniche, storie della fotografia».
N.M.: Negli ultimi anni, a livello internazionale, stiamo assistendo ad un crescente interesse per la fotografia, sia da parte del pubblico che del mercato. A cosa è dovuto, secondo lei, questo successo?
T.R.: «La verità è che nel resto del mondo sono già molti anni che alcuni fotografi sono considerati artisti a tutti gli effetti. L’Italia se n’è resa conto solo da poco e credo che ciò stia avvenendo grazie al lavoro di galleristi illuminati che hanno saputo guidare i propri collezionisti verso questa forma d’arte».
N.M.: Che consiglio darebbe ad un aspirante collezionista di fotografia?
T.R.: «Gli direi di studiare innanzitutto: essere coscienti di cosa si colleziona per essere in grado di scegliere ed acquistare con cognizione di causa».