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Expertise, perizia e stima

del

Possono essere tante le ragioni per cui vogliamo conoscere il valore di un’opera d’arte: la sua vendita, la stima del nostro patrimonio, la divisione del patrimonio da lasciare in eredità, l’acquisto di un’opera di cui siamo dubbiosi circa il prezzo proposto. Per le questioni legali è necessario disporre di un documento scritto da un esperto che attesti il valore dell’opera. Per le altre ragioni, invece,  può bastare anche una valutazione verbale, a seconda della cifra su cui si aggira l’opera e alle informazioni disponibili su di essa: attribuzione autore, data e firma in particolare.

Stiamo parlando di expertise, perizia, stima o valutazione. Vediamo, con precisione, di cosa si tratta:

[infobox maintitle=”Expertise” subtitle=”L’expertise è il documento di un’opera d’arte in cui ne viene dichiarata la tecnica, lo stato di conservazione, l’autenticità, la datazione o l’epoca, e contenente una completa descrizione della storia dell’opera, in base anche ad eventuali analisi di laboratorio, se ritenute necessarie.” bg=”gray” color=”black” opacity=”off” space=”30″ link=”no link”]

[infobox maintitle=”Perizia” subtitle=”La perizia è il documento contenente l’expertise, a cui viene aggiunta la valutazione economica dell’opera.” bg=”gray” color=”black” opacity=”off” space=”30″ link=”no link”]

 [infobox maintitle=”Stima” subtitle=”Da una prima analisi e ricerca di dati, è possibile calcolare un range di stima per l’opera di un artista di cui vi siano state sufficienti transazioni, stabilendo una stima minima e una stima massima del valore dell’opera basata sul confronto con la valutazione di almeno altre tre opere simili.” bg=”gray” color=”black” opacity=”off” space=”30″ link=”no link”]

[infobox maintitle=”Valutazione” subtitle=”Nel caso in cui l’autore registri un gran numero di transazioni e una varietà di opere e generi, occorre analizzare in modo più approfondito l’opera in oggetto e la produzione dell’artista: il suo percorso, la catalogazione delle sue opere, le mostre pubbliche e private. Per offrire una stima corrente dell’opera, inoltre, occorre anche calcolare l’indice dell’artista, il trend delle sue aggiudicazioni all’asta, l’andamento del mercato dell’arte in generale, di quello della corrente artistica di riferimento e degli artisti contemporanei riconducibili alla stessa corrente artistica, oltre alla reputazione dell’artista preso in quel determinato momento.” bg=”gray” color=”black” opacity=”off” space=”30″ link=”no link”]

A chi rivolgersi

Se vogliamo provare a ottenere da soli le informazioni sul valore di un’opera d’arte moderna o contemporanea i canali a cui rivolgersi sono:

  • le gallerie d’arte che trattano o hanno trattato l’artista curando pubblicazioni e dedicando mostre personali a cui ha partecipato direttamente l’autore;
  • i curatori o critici che curano o hanno curato le mostre dell’artista;
  • gli esperti del dipartimento d’arte contemporanea di una casa d’aste, (per gli autori più noti conviene sempre rivolgersi alle case più grandi – Sotheby’s, Christie’s e Farsetti – mentre per gli autori che non sono mai passati per tale case d’asta ci si può indirizzare verso le più piccole);
  • le banche dati che raccolgono i risultati d’asta degli artisti e offrono anche grafici che rispecchiano l’indice dell’artista e il trend delle vendite, in primis Artprice.

Se siamo in possesso di un’opera antica, di antiquariato o, in genere, anteriore al Novecento, le banche dati e le case d’asta rimangono tra i canali più facilmente a disposizione e autorevoli, a cui si aggiungono gli antiquari. Occorre riconoscere quale può essere la casa d’aste più adatta a cui rivolgersi, andando a verificare in quali settori e periodi storici sono specializzati i dipartimenti e andando a vedere la tipologia di beni inseriti nelle aste passate e future. Allo stesso modo, occorre saper ricercare l’antiquario più esperto nella tipologia e periodo di appartenenza dell’opera. Inutile rivolgersi a un antiquario che tratta mobili antichi e incisioni per far valutare un dipinto ad olio, per intenderci.

Se facciamo fatica a ricavare informazioni in questo modo, o se vogliamo il riscontro di una terza parte esperta, senza conflitto di interesse, dovremmo rivolgerci a un esperto d’arte specializzato nella tipologia e nel periodo di appartenenza dell’opera in nostro possesso, che ne conosce anche il mercato.

L’archivio

L’archivio di un autore è il soggetto che ne promuove la tutela, la conservazione e l’esposizione delle opere e che in particolare determina, previa verifica di materiale fotografico o anche dal vero, quali opere sono attribuibili all’artista, rilasciando un documento di autenticità e di archiviazione ufficiale dell’opera. L’archivio cura anche la pubblicazione del catalogo generale dell’autore. Più è autorevole e organizzata l’attività dell’archivio, più diventa fondamentale archiviare l’opera per poterla offrire in vendita.

La figura del perito

Il perito in grado di rilasciare un’expertise dovrebbe essere uno storico dell’arte specializzato in un determinato autore o periodo storico, in grado anche di attribuire la paternità dell’opera in caso di autore sconosciuto (almeno il periodo, la scuola o la corrente) e di analizzarne il mercato. Solitamente i periti che restringono il loro campo di azione a un ristretto numero di autori sono i più affidabili, per il semplice fatto che è impossibile essere un tuttologo.

Non esiste un esame da superare né un albo di periti d’arte, ma esiste il Ruolo di periti ed esperti pubblicato dalla Camera di Commercio, dove sono iscritti e inclusi coloro che ne fanno richiesta e che rispondono ai requisiti personali, morali e professionali, valutati dal dirigente preposto dalla Camera di Commercio.
L’iscrizione al ruolo ha puro valore di pubblicità e non è obbligatoria per lo svolgimento dell’attività. Inoltre, ogni Camera di Commercio valuta e richiede i profili sulla base di materiale ed esperienze che possono differire da una provincia all’altra, come il curriculum vitae, pubblicazioni, attestazione di frequenza a corsi di studio, attestazione di terzi sui lavori eseguiti, referenze di clienti (Camera di Commercio di Vicenza) o svolgimento dell’attività di almeno due anni negli ultimi cinque (Camera di Commercio di Bergamo).

L’iscrizione è necessaria per le perizie giudiziarie, per la cui esecuzione è richiesta l’iscrizione all’albo dei consulenti tecnici del Tribunale.

Il compenso

Il compenso è solitamente composto da una parte fissa per la consulenza e una variabile in base alla percentuale del valore dichiarato dell’opera. Ai sensi dell’art. 9 del Decreto 30 maggio 2002, per quanto riguarda “la perizia o la consulenza tecnica in materia di opere di pittura, scultura e simili spetta al perito o al consulente tecnico un onorario da euro 96,58 a euro 484,95. Quando l’indagine ha ad oggetto più reperti l’onorario spettante per ogni reperto successivo al primo è ridotto da un terzo a due terzi.” Il decreto 30 maggio 2002 è a titolo dell’“Adeguamento dei compensi spettanti ai periti, consulenti, tecnici e traduttori per le operazioni eseguite su disposizione dell’autorità giudiziaria in materia civile e penale”.

Al di fuori delle pratiche giudiziarie, i compensi possono essere molto variabili e sta nell’onestà del perito accettare l’analisi di opere di cui è veramente in grado di fornire una valutazione e richiedere un compenso proporzionato al valore dell’opera. Per autori e opere di cui non si è a conoscenza dell’autore e di cui si ha la quasi certezza che non siano di grande valore, conviene rivolgersi direttamente a un mercante antiquario o gallerista per una valutazione interessata alla vendita.

Il conflitto di interessi

Il comportamento deontologico di un perito d’arte dovrebbe far sì che non vi sia un conflitto di interesse nella valutazione di un’opera d’arte. Questo può non accadere nel caso in cui ci si rivolga a mercanti d’arte interessati alla vendita, quindi sarebbe opportuno conoscere bene la professionalità di coloro a cui ci si indirizza e provare prima a orientarsi un po’ da soli nella raccolta di informazioni. Le dinamiche si infittiscono quando l’artista ha raggiunto quote record e opere apparentemente simili presentano prezzi con valori molto distanti tra loro. Si pensi agli Achrome di Piero Manzoni o ai tagli di Fontana. Perché alcuni valgono qualche centinaio di migliaia di euro e altri arrivano a quota un milione di euro?

La questione scotta ancora di più quando a condizionare in modo incisivo sul valore dell’opera è la sua autenticità, che viene determinata dalla registrazione nell’archivio gestito dagli eredi o da chi per essi. In alcuni casi abbiamo delle grosse e solide fondazioni come quelle dedicate all’opera di Andy Warhol o a Roy Lichtenstein, che richiedono il versamento di una quota e la visione dell’opera dal vero oltre all’invio del materiale fotografico e di tutte le informazioni relative alla provenienza dell’opera e le caratteristiche tecniche.

L’autenticazione del maestro più grande del Novecento, Pablo Picasso, è nelle mani, invece, di Claude Ruiz Picasso, uno dei figli dell’artista, il quale riceve nel suo indirizzo di Parigi, senza alcun costo, le richieste di autenticazione delle opere del padre, in accordo con i suoi fratelli. Non sempre le cose, però, vanno così e non di rado questi processi sono resi più difficili a causa dei conflitti tra gli eredi o tra questi e gli altri esperti risiedenti nel comitato scientifico di valutazione.

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