Dopo due anni di corteggiamento, la fotografia entra a pieno titolo a Mercanteinfiera (30 settembre – 8 ottobre) e chi in questi giorni varcherà la soglia del polo fieristico di Parma verrà accolto, proprio dietro ai tornelli d’ingresso, da una mini edizione di MIA Photo Fair, la prima e più importante fiera d’arte italiana dedicata alla fotografia e all’immagine in movimento, nata ormai 6 anni fa da un’idea del collezionista Fabio Castelli. Ma non solo, dagli scatti di Giacomelli e Nan Goldin per arrivare alla cosiddetta fotografia anonima, sono tanti i tesori fotografici che in questa edizione si possono incontrare anche tra gli stand dell’appuntamento parmigiano dedicato all’antiquariato, al modernariato e al vintage che, una volta di più, si conferma ambiente vivace e ricco di suggestioni anche per il collezionista di altri generi.
Una fiera nella fiera…
Mentre a Firenze la Biennale dell’Antiquariato porta in “piazza” un discutibile Urs Fischer, nella città di Verdi entra nel vivo Mercanteinfiera, cittadella dell’antiquariato che nella sua veste autunnale – inaugurata lo scorso sabato – apre come di consueto alle auto d’epoca, settore collezionistico in costante ascesa in tutto il mondo, e in modo del tutto inedito alla fotografia d’autore grazie ad una nuova partnership con la milanese MIA Photo Fair di Fabio Castelli. Una vera e propria fiera nella fiera che corona un cammino iniziato, anni fa, con una serie di eventi organizzati insieme, come la bella collaterale del 2016 dal titolo Sole o accompagnate, caratterizzata da un allestimento pensato per far scoprire al pubblico la sequenza narrativa originale a cui appartengono molti scatti che hanno fatto la storia della fotografia e guidarlo alla corretta comprensione del lavoro di ciascun autore.
Una decina gli espositori presenti in questa mini-sezione che apre il percorso espositivo di Mercanteinfiera. Si comincia con la bolognese Galleria Wikiarte (pad. 4, stand D003) che a Parma porta due interessanti progetti di Loredana Celano: The End of Summer, dove la fotografa milanese celebra gli oggetti lasciati, dimenticati, abbandonati, simbolo di una stagione che è passata ma semi anche di un nuovo inizio; e The Lazy Sunday, memoria di un viaggio inaspettato in Donegal, nella cittadina di Rathmullan Friary, colta nel silenzio pigro di una domenica di fine marzo, con la pioggia battente, le nubi basse e il passo cadenzato di un ragazzino il cui sguardo ci guida in una lenta meditazione trasognata.
Un’atmosfera, quella dei lavori di Celano che, in qualche modo, li lega agli scatti di Candido Baldacchino, fotografo che tempo fa avevo conosciuto tra le Proposte MIA e che da tre anni lavora con la Galleria Blanchaert di Milano (Pad. 4, Stand D009). Paesaggi della mente è il titolo del progetto che il fotografo porta a Mercanteinfiera. Si tratta di un’opera della maturità, in cui l’irruenza che caratterizzava i suoi lavori giovanili ha ceduto il passo alla contemplazione filosofica che trasforma gli spazi immortalati in una metafora dell’essere errante che vaga, con stoica rassegnazione, tra le infinite vie della propria mente, alla ricerca dell’attimo perfetto.
Molto interessante anche Melancholia, il nuovo progetto di Carla Iacono portato a Parma da Visionquest 4 Rosso (pad. 4, stand C008) e che, a differenza dei precedenti lavori della fotografa, basati sul ritratto, sposta la sua attenzione sul paesaggio anche se rimane coerente con le serie precedenti nella sua indagine dedicata ai riti di passaggio. Lavoro fortemente autobiografico, nato durante le visite fatte alla figlia trasferitasi in Germania per qualche tempo, Melancholia è caratterizzato dal tipico linguaggio pittorico/fiabesco della Iacono, in cui le vedute sono trasfigurate dal filtro della fantasia. E i paesaggi, come nel Romanticismo tedesco, divengono metafora dell’anima dell’artista, i cui contenuti trascendono gli aspetti formali dell’immagine e rappresentano stati d’animo che spaziano dall’orgoglio materno alla malinconia, alla preoccupazione per l’incertezza del futuro.
Ancora il paesaggio, è oggetto d’attenzione del raffinato lavoro di Giuliano Ferrari, che da Bartoli Foto e Cornici (pad. 3, stand C011) presenta Grand Tour, lavoro dove, partendo dallo stereotipo del paesaggio classico italiano, sviluppa una ricerca sul linguaggio neo-pittorialista della fotografia realizzata, o modificata, tramite il telefono cellulare; proponendo una riflessione sull’estetica del linguaggio fotografico contemporaneo applicata alla fotografia di paesaggio.
E tra gli stand più belli di questa sezione dedicata a MIA, impossibile non citare la 29 arts in progress che a Mercanteinfiera porta una bella selezione di lavori del fotografo svizzero Kurt Amman che, con i suoi scatti, ci racconta della rinascita del mondo dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale; della coppia Lelli e Masotti – che ci consegnano un ritratto essenziale e personale del Teatro alla Scala di Milano – e del fotografo francese Ronald Martinez, la cui cifra stilistica risiede nell’uso misurato quanto potente della luce. Infatti, i suoi dipinti fotografici sono il risultato di una ricerca sulle infinite variazioni di luce sul corpo, ispirata all’estetica pittorica italiana, in particolare al luminismo che in Caravaggio e in maestri quali Tiziano, Veronese e Cagnacci ha raggiunto vertici di qualità assoluti, presi a modello proprio da Martinez. Infine merita attenzionelo lo stand di AFI – Archivio Fotografico Italiano (pad. 4; stand C002) che a Parma porta una eccellente selezione di opere a firma di Mario Vidor, Virgilio Carnisio e Claudio Argentiero.
Galeotta fu la cornice…
La presenza di MIA Photo Fair a Mercanteinfera ha radici lontane e rimanda alla storia stessa di Fabio Castelli collezionista che qui è sempre venuto fin dalle prime edizioni. «Sono un compratore di accanito di cornici – mi spiega, infatti, il patron di MIA –, e già all’inizio dagli anni Ottanta, per far capire che la fotografia doveva essere considerata arte nel vero senso della parola, mi piaceva mettere le opere della mia collezione in cornici di una certa importanza, in modo tale che queste ne sottolineassero e connotassero l’aspetto artistico. Volevo dimostrare come anche la fotografia fosse degna di essere appesa alle pareti di una casa o di un hotel, proprio come qualsiasi altra opera d’arte». Luogo di ricerca di queste cornici, naturalmente, la fiera parmigiana. Da queste prime frequentazioni si arriva così ad una presenza fisica che fa parte, in questo caso, di una più ampia strategia di disseminazione della cultura fotografica al di fuori dell’habitat naturale di questa forma d’arte che oggi permette un radicale cambio di passo.
«La presenza di una piccola MIA Photo Fair nell’ambito di Mercanteinfiera – mi spiega ancora Castelli – nasce da una sorta di gemellaggio tra le due fiere in cui noi siamo presenti con una decina di espositori». Un cambio di strategia reso possibile «dalla volontà degli organizzatori di arricchire l’offerta della fiera di Parma, inserendo qualcosa che fino ad oggi mancava ma che dà una risposta alle esigenze del pubblico». «Mercanteinfiera – conclude Castelli – è luogo di incontro di più interessi che non per forza sfociano in un vero e proprio collezionismo. I visitatori, in questi anni, hanno iniziato ad interessarsi al mondo della fotografia che riveste un ruolo diverso rispetto a quello dell’antiquariato o del modernariato. Un ruolo che è anche il frutto di un’evoluzione del gusto, che sposta sempre più persone anche verso mezzi più vicini alla contemporaneità come può essere la fotografia, che permette l’accesso al mondo dell’arte in modo facile, economico e, sotto il profilo dimensionale, certamente più semplice da gestire».
La fotografia tra gli stand di Mercanteinfiera
Già in occasione dell’edizione invernale di Mercanteinfiera, vi avevamo segnalato una presenza interessante di foto vintage a firma di grandi fotografi americani e non solo. Ma questo autunno, passeggiando tra gli stand della fiera di Parma la presenza di fotografie mi è apparsa decisamente più massiccia. Se non mancano, infatti, bellissimi esemplari di macchine fotografiche, come quelle esposte da Nipper (pad. 6; stand I056) e che abbiamo usato per la copertina di questo nostro reportage da Mercante, sono molti gli espositori che – probabilmente stimolati dalla presenza di MIA – hanno portato fotografie d’autore di eccellente qualità. E’ il caso, ad esempio, dello Studio Fabrizio Pazzaglia di Urbino (pad. 6; stand H054) che in fiera porta un bellissimo gruppo di scatti di uno dei maestri assoluto della fotografia italiana: Mario Giacomelli, recentemente entrato, peraltro, anche alla collezione del Centre Pompidou.
E ancora un maestro della fotografia italiana, Luigi Ghirri, è protagonista nello stand di Gabriella Galbiati (pad. 6, K020) assieme ad alcuni scatti tratti da The Ballad of Sexual Dependency di Nan Goldin, immagini della Dolce Vita di Tazio Secchiaroli e alcune fotografie incredibili di Edward Steichen.
Per chi guarda alla fotografia da una prospettiva storica, invece, bellissimo il Ritratto di Giovane (1916) di Wilhelm Von Gloeden appartenuto all’artista Marco Silombria e proposto in fiera d Hatshepsut Antichità (pad. 6, C060) e accompagnato da una lettera che ne attesta l’autenticità.
Bellissime anche le foto stereoscopiche che Abaco d’Arte (pad. 5; stand B048) ha portato in fiera, tra scene di genere, grandi viaggi e testimonianze storiche. Peccato che lo stereoscopio, strumento fondamentale per apprezzare quello che è, a tutti gli effetti, l’antenato del nostro cinema in 3D, sia già stato venduto. Ma la collezione presente nello stand è una vera chicca, oltre che molto accessibile. Insomma, un pezzo di storia che potrebbe essere proprio il primo tassello per iniziare una collezione di fotografia con un piccolo budget.
Infine, interessantissimi anche gli “inserti” di cosiddetta Fotografia Anonima. Ossia quelle immagini nate nella quotidianità, anonime o familiari che spesso si trovano proprio nelle fiere e nelle librerie antiquarie. Immagini nate senza velleità artistiche, ma la cui artisticità e bellezza, seppur involontaria, può essere scoperta e messa in risalto solo dall’osservatore attento. Una vera e propria sfida per il collezionista del XXI secolo, che deve far leva, allo stesso tempo, sul suo occhio, sulla sua sensibilità estetica contemporanea e la sua curiosità, condendo il tutto con una buona dose di fortuna. Elemento indispensabile per scovare tra tanto materiale la perla nascosta.
Un collezionismo, quello dedito alla Fotografia Anonima, estremamente creativo che prende spunto dal cortocircuito visivo che scatenano le immagini trovate, aprendo a narrazioni inaspettate e contestualizzazioni inedite. Immagini — come scrive il fotografo Leonello Bertolucci — «prima perdute e poi ritrovate, situazioni sospese riconsegnate al piacere dell’occhio. Così, per magia». Per chi fosse interessato al genere, un buon banco di prova, qui a Mercanteinfiera, oltre allo stand di Abaco d’Arte è certamente quello di Officina Naturalis (pad. 5; stand G060) che ne propone un’ampia selezione. E allora, che la caccia al tesoro abbia inizio!