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Fotografia: Minor White guida l’asta di AREA

del

In un momento in cui il mercato italiano delle aste deve ancora entrare nel vivo della stagione e l’offerta è ancora piuttosto modesta, salta all’occhio il catalogo di Fotografia messo insieme dalla giovanissime casa d’aste AREA Abbiategrasso (MI): 104 lotti che saranno battuti giovedì prossimo, 24 febbraio, a partire dalle ore 17.

Un catalogo che scandaglia vari filoni di ricerca fotografica. Dagli scatti che immortalano artisti contemporanei in momenti “privati” o al lavoro – molto bella l’immagine di Franco Vaccari che ferma Arrigo Lora Totino (Lotto 28, stima: 1.000-1.200 euro) in azione – ai paesaggi di Mario Giacomelli e ai ritratti discreti di Henri Cartier-Bresson. Suo quello di Irene and Frederic Joliot-Curie (1945), opera presente anche nella collezione del MoMA e qui proposta al lotto 62 con una stima di 3.000-5.000 euro.

LOTTO 62 – HENRI CARTIER-BRESSON, Irene and Frederic Joliot-Curie, 1945. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 23.5 x 16

Fino alla fotografia di ricerca, come quella di Luigi Veronesi di cui troviamo un Fotogramma del 1980 (lotto 3, stima: 200-300 euro) e in cui si coglie bene quel desiderio di «registrare trasparenze, spessori, ombre, luci e riflessi in una gamma ricchissima di affascinanti variazioni, e possibilità espressive» che ha caratterizzato la pratica fotografica dell’artista milanese.

E come non citare quel piccolo capolavoro che è The Street (1940), stampa alla gelatina ai sali d’argento di Helen Levit, pioniera della Street Photography, che troviamo al lotto 64 (stima: 4.000-5.000 euro). Una foto che, vista la compresenza di Cartier-Bresson in questo stesso catalogo, mi ricorda come la ricerca della Levit si stata ispirata proprio da un incontro con il fotografo francese, dopo il quale iniziò a documentare in modo discreto gli abitanti dei suoi quartieri con una fotocamera Leica da 35 mm, trasformando scene di tutti i giorni in uno spettacolo teatrale.

LOTTO 64 – HELEN LEVITT, In the street, 1940. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm. 21,5×31,5

Nello scorrere il catalogo l’occhio si sofferma su preziosi lavori di grandi nomi della fotografia internazionale come René Burri, Josef Kudelka, Leonard Freed, Anselm Adams o Peter Beard; registra date, luoghi. Si sofferma sui particolari, sugli sguardi, come quelli dei volti di Taormina resi immortali da Wilhalm Von Gloden agli inizi del XX secolo negli scatti del suo ciclo dedicato alla città siciliana, a cui AREA dedica un piccolo angolo monografico (lotti 44-48).

Tra i lavori certamente più interessanti, lo scatto di Mario Cresci Tricarico (1968) al lotto 5 (stima: 700-800 euro). Si tratta di un’immagine realizzata durante la sua “spedizione” a Matera che lo vede, come membro del gruppo Polis – composto da architetti, sociologi ed economisti -, contribuire al piano regolatore della città del Sassi.

LOTTO 5 – MARIO CRESCI, Tricarico, 1968. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm. 16,7×11,7. Esemplare 1/5

Un viaggio col quale inizia il legame strettissimo di Cresci con la Basilicata, ma soprattutto un momento fondamentale per la creazione di quella che sarà la sua poetica degli anni successivi.

La sua intera eseperienza lucana, sviluppatasi a più riprese tra il 1967 e il 1980, è stata poi raccolta nel volume L’archivio della memoria che, come ha scritto Denis Curti, è “prima di tutto una raccolta di pensieri, disegni, riflessioni e immagini a carattere antropologico, che riflette sul tempo ciclico del mondo contadino, sulla memoria collettiva del popolo lucano e sul rapporto col tempo che questa società atavica ha sviluppato nei secoli”.

Degno di nota anche il Senza titolo di Luca Scarabelli al lotto 59 (stima: 600-800 euro), artista, come ha scritto Rossella Moratto su ATP Diary, che si muove nell’orizzonte della quotidianità in quella dimensione indefinibile che Marcel Duchamp chiamò l’infrasottile, spostando l’attenzione sui piccoli eventi al limite dell’esperienza materiale delle cose.

LOTTO 59 – LUCA SCARABELLI, Senza titolo, cm. 55×45

Ma tra tanti lavori da citare e che scoprirete scorrendo con attenzione il catalogo di Fotografia messo insieme da AREA, ce n’è uno su cui vorrei soffermarmi prima di lasciarvi. Si tratta di Grande Ronda Valley Oregon, scatto di Minor White del 1941 (lotto 66, stima: 8-10.000 euro).

Come con Tricarico di Mario Cresci, ancora una volta ci troviamo davanti a quello che potremmo definire come un lavoro seminale. Grande Ronda Valley Oregon, infatti, ci porta agli albori della carriera di White e di quella che sarebbe diventata la sua potente visione artistica, ricca di poesia e magia, che si caratterizza per la continua trasformazione.

Nel 1941, data di questo lavoro, Minor White si è da poco trasferito dal Minnesota a Portland. Privo di fondi e con solo una piccola macchina fotografica in mano, svolge i più svariati lavori, si dota di un strumentazione migliore e studia, sui libri della Portland Central Library, gli approcci tecnici e artistici alla fotografia e la sua storia, deciso a catturare il “gusto della poesia” usando la fotografia.

Entra, così, a far parte dell’Oregon Camera Club – dove affina le proprie abilità fotografiche – e insegna fotografia presso l’YMCA, dove è alloggiato. Nel 1938 viene assunto come “fotografo creativo” per l’Oregon Art Project, una divisione della Works Progress Administration del governo federale.

LOTTO 66 – MINOR WHITE, Grande Ronda Valley Oregon, 1941. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm. 26×33

Incaricato di documentare gli edifici della Front Avenue destinati alla demolizione e le fabbriche sul lungomare, White catturò con quegli scatti la bellezza delle facciate in ferro, le forme distinte dell’architettura industriale e le correnti sotterranee culturali di una città in transizione.

“Ho deciso di non documentarli – scrive nel suo diario – ma di renderli in modo tale che chiunque guardi le immagini possa rivivere qualcosa dell’orgoglio che i Portlanders di 60 anni fa devono aver provato per i loro nuova città.”

Queste fotografie, infatti, sono molto più che semplici documenti governativi, contengono indizi sull’approccio modernista maturo di White. Ma lo scatto in asta da AREA ferma un momento particolare della biografia del grande fotografo americano.

Immediatamente dopo l’esperienza con il l’Oregon Art Project, infatti, White viene nominato direttore del centro artistico comunitario a La Grande – la terza maggiore città del Paese -, dove si trasferì nel giugno 1940 e dove la sua visione fotografica si approfondì ulteriormente. E’ qui che realizza Grande Ronda Valley Oregon. Un viaggio nel tempo e nella storia di uno dei più grandi talenti fotografici di sempre.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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