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Fotografia: inaugurata a Torino la nuova sede di Gallerie d’Italia

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Quella che segue è un’intervista a Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici per Intesa Sanpaolo e direttore di Gallerie d’Italia. Abbiamo pensato di intervistarlo in occasione dell’apertura, martedì scorso (17 maggio, ndr), della sede torinese di Gallerie d’Italia, situata nella splendida cornice del “salotto” cittadino di Piazza San Carlo, interamente dedicata alla fotografia. Molti sono, infatti, gli spazi che a Torino sono dedicati alla fotografia ed è interessante capire il perché della scelta e come è sarà portata avanti con un calendario di eventi ed esposizioni dedicato.

Maria Cristina Strati: Gallerie d’Italia è il polo museale e culturale di Intesa Sanpaolo. Il progetto esiste ormai da alcuni anni, durante i quali ha contribuito in maniera importante alla cura e promozione del patrimonio culturale italiano. Vuole raccontare ai lettori di Collezione da Tiffany qualcosa del progetto in generale?

Michele Coppola:Gallerie d’Italia sono la testimonianza concreta di quanto Intesa Sanpaolo consideri una propria responsabilità contribuire alla crescita anche sociale e culturale del Paese. Sin dalla prima intuizione del presidente emerito Giovanni Bazoli, le Gallerie d’Italia nascono dalla volontà di condividere con il pubblico la bellezza delle collezioni d’arte appartenenti al Gruppo.

Abbiamo trasformato palazzi storici da luoghi di lavoro  a spazi espositivi e culturali aperti alla comunità, dove ospitare opere di proprietà, mostre temporanee, workshop per le scuole, con una costante attenzione ai temi dell’inclusione sociale e dell’innovazione.

Lo abbiamo fatto a Milano, Napoli e Vicenza, e adesso a Torino. Gallerie d’Italia è un progetto che cresce e si arricchisce e aggiunge valore, e, nell’assumere una dimensione ormai compiutamente nazionale, esprime un legame sempre più forte con le persone, i territori e le città in cui è presente”.

Un momento dell’inaugurazione della sede di Gallerie d’Italia a Torino. Ph. Andrea Guermani

M.C.S.: La sede di Torino si propone come un grande polo dedicato alla fotografia. Ci può dire qualcosa del progetto?

M.C.: “Le Gallerie in Piazza San Carlo sono un museo internazionale che prende vita in gran parte negli spazi ipogei dedicati, con modalità innovative e tecnologie d’avanguardia, alla fotografia, al mondo digitale e alla cultura dell’immagine. Uno degli aspetti di maggiore novità, che nessun museo sta utilizzando in modo sistematico, è la formula delle committenze.

Stiamo lavorando a un programma di commissioni che coinvolge i maestri della fotografia contemporanea, ai quali viene chiesto di interpretare i grandi temi del presente (dalla crisi ambientale alle urgenze sociali, dall’intelligenza artificiale all’economia circolare), producendo immagini inedite trasformate in mostre originali visitabili nei piani sotterranei.

Una vista degli interdi della sede di Gallerie d’Italia a Torino con gli scatti di Paolo Pellegrin. Ph. Andrea Guermani

Abbiamo cominciato con lo straordinario reportage di Paolo Pellegrin  “La fragile meraviglia” dedicato alla questione climatica, a cura di Walter Guadagnini con il contributo di Mario Calabresi. Nel museo trova inoltre valorizzazione permanente l’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, composto da sette milioni di  immagini sulla storia del Novecento italiano, che avrà un rapporto di continua interazione e approfondimento reciproco con le mostre di fotografia contemporanea. L’esposizione inaugurale, “Dalla guerra alla luna”, è curata di Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso.

Sopra l’innovativa area ipogea delle Gallerie, al piano nobile di Palazzo Turinetti, si sviluppa la parte aulica del museo, dove è esposta una selezione di opere tra Quattrocento e Seicento dalle collezioni della Banca, messe in dialogo con le decorazioni tardobarocche degli ambienti.  In uno spazio imponente di 10.000 mq su cinque livelli ripensati dall’architetto Michele De Lucchi, il pubblico potrà attraversare percorsi tra memoria e contemporaneo senza itinerari di visita obbligati, il che renderà l’esperienza ancora più suggestiva”.

Una vista della sede torinese di Gallerie d’Italia dove è in corso la mostra “Dalla Guerra alla Luna”

M.C.S.: Perché proprio la fotografia per Torino? Ci sarà un taglio particolare in cui verrà trattata? Prevarrà l’attenzione sulla fotografia artistica o di reportage, o saranno valorizzate entrambe?

M.C.: “Le Gallerie d’Italia costituiscono una realtà museale unitaria, ma ciascuna sede rispecchia l’identità e la vocazione della città che le ospita. In questa logica, le Gallerie di Piazza San Carlo amplificheranno l’importante ruolo che Torino ha conquistato nelle arti visive contemporanee, dal cinema alla fotografia.  La fotografia sarà raccontata in tutte le sue valenze e funzioni, come strumento di indagine sociale, come prezioso documento storico e come forma di espressione artistica. Il museo sarà luogo di grandi esposizioni, ma anche di dibattito e di attività di restauro, digitalizzazione, archiviazione attorno alla fotografia”. 

M.C.S.: In un mondo popolato da milioni di immagini, qual è a suo parere il ruolo della fotografia nell’arte e nella cultura contemporanee?

M.C.: “La fotografia comunica con velocità, duttilità e forza. Unisce arte e informazione diventando efficace testimonianza e strumento di indagine del nostro tempo.”

M.C.S.: Il progetto Gallerie d’Italia a Torino si occuperà anche di promuovere la fotografia e l’arte sul territorio?

M.C.: “Sarà costante il dialogo con importanti realtà torinesi, da Fondazione CAMERA ad Artissima delle quali la Banca è già partner, al fine di costruire relazioni e sinergie sempre più intense, ma l’ambizione è di essere un interlocutore internazionale, grazie al lavoro con i più importanti fotografi del mondo e all’approfondimento delle grandi sfide dell’attualità”.   

Maria Cristina Strati
Maria Cristina Strati
Maria Cristina Strati vive e lavora a Torino. Studiosa indipendente di filosofia, è critica e curatrice di arte contemporanea, nonché autrice di libri, saggi e racconti. Convinta che davvero l’arte sia tutta contemporanea, si interessa al rapporto tra arte, filosofia e quelli che una volta si chiamavano cultural studies, con una particolare attenzione alla fotografia.

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