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Un capolavoro di Giacomo Balla in asta da Pandolfini

del

Apre oggi negli spazi di Via Manzoni 45 a Milano l’esposizione dei 115 lotti di Arte moderna e contemporanea che Pandolfini Casa d’Aste batterà il prossimo 21 giugno alle ore 17.00.

Una selezione varia, quella messa insieme dal Dipartimento guidato da Susanne Capolongo, nel quale ritroviamo molti degli artisti che meglio hanno figurato nella passata stagione. A partire da Salvo, che apre l’asta con due lavori, uno dei quali si è anche guadagnato la copertina del catalogo: Canarie, olio del 1998 proposto con una stima di 12-20.000 euro.

Un dipinto che testimonia dei tanti viaggi che l’artista compie tra gli anni Settanta e Ottanta, impegnato in un’intensa attività espositiva, frutto maturo di quella sua pratica artistica che trova nel paesaggio il canale per trasmettere la mondo la sua coglia di disctinguersi e di creare qualcosa di unico e riconoscibile.

Lotto 1, SALVO, Canarie, 1998. Olio su tela, diam. cm 50×2 su tavola cm 76×76

Tra lavori di Piero Dorazio, Mimmo Rotella, Giorgio Griffa, Norman Bluhm e Igor Mitoraj, spicca in assoluto lo stupendo piccolo olio di Giacomo Balla del 1902, Fallimento – bozzetto (lotto 27, stima: 140-220.000 euro), studio preparatorio per la realizzazione della versione finale del dipinto Fallimento, dello stesso anno ma di ben più grandi dimensioni che ha fatto parte della collezione privata dell’Ambasciatore Giuseppe Cosmelli e oggi conservato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Un’opera, come ha scritto Giuseppe Modica, “di singolare ed immedicabile melanconia nella quale uno sguardo oggettivo ed analitico, in una inquadratura obliqua, ci restituisce un pezzo di marciapiede, uno scalino con una porta di bottega chiusa per fallimento”.

Lotto 27 – GIACOMO BALLA, Fallimento – bozzetto, 1902 circa. Olio su tavola, cm 23×31 – con cornice originale cm 24,4×33

Giacomo Balla in questo capolavoro ricrea la scena con perizia realistica: gli scarabocchi di gesso, i graffiti e i segni infantili lasciati dai ragazzini, una macchia, un pezzo di carta, tutto è simbolo del dramma sociale. Aspetti esaltati dai colori tenui mescolati con la sabbia per evidenziare i particolari dell’intonaco, della pietra e dell’asfalto, mentre il taglio obliquo rimanda allo scatto fotografico.

L’opera suscitò notevole scalpore per la raffigurazione ritenuta audace ma anche grande ammirazione per il virtuosismo di esecuzione. In essa è possibile ritrovare tutta l’attenzione di Balla per la realtà sociale, per le classi in difficoltà. Temi, questi, tipico del realismo malinconico ed umanitario della Torino di fine Ottocento, dalla quale egli proveniva.

Lotto 21 – GINO SEVERINI, Natura morta con pesci, 1929. Olio su tela, cm 66×54

Ma se questo è certamente il capolavoro dell’asta Pandolfini del 21 giugno prossimo, di grante interesse sono i focus che il catalogo della casa fiorentina dedica all’arte di Mario Schifano e Franco Angeli; a Mario Sironi e Renato Guttuso. Bellissimi, poi, nella prima parte dell’asta, Due Figure, olio del 1958 di Massimo Campigli (lotto 20, stima: 20-30.000 euro), e Natura morta con pesci (1929) di Gino Severini (lotto 21, stima: 30-50.000 euro). Un’opera, quest’ultima, che è figlia del ritorno al classicismo che l’artista intraprende già nel 1916 e ispirata al mosaico romano con pesci conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Lotto 29 – CARLA ACCARDI, Turchese-arancio, 1961. Tempera alla caseina su carta intelata, cm 47,5×67,5

Dopo, Severini, ecco Giorgio De Chirico, Antonio Ligabue fino a Carla Accardi, della quale Pandolfini propone Turchese-arancio del 1961 (lotto 29, stima: 35-55.000 euro) che ben esemplifica il passaggio che l’artista compie, proprio con l’inizio degli anni Sessanta, dall’uso prevalente del bianco e del nero a compimento delle forme non immediatamente decifrabili, all’accentuazione dell’interazione tra i diversi piani spaziali utilizzando pigmentazioni più intense e squillanti.

Particolarissimo, poi, il lotto 51 che propone un lavoro realizzato da ben Undici artisti: Pompeo Borra, Renato Birolli, Ampelio Tettamanti, Enrico Bordoni, Mario Radice, Bruno Munari, Mauro Reggiani, Achille Funi, Raffaele De Grada, Ernesto Treccani e Ennio Morlotti. Un Senza titolo a tecnica mista su tela datato 1951 (stima: 8-15.000 euro) che rappresenta una sorta di “performance” ante litteram.

Lotto 21 – UNDICI ARTISTI (POMPEO BORRA, RENATO BIROLLI, AMPELIO TETTAMANTI, ENRICO BORDONI, MARIO RADICE, BRUNO MUNARI, MAURO REGGIANI, ACHILLE FUNI, RAFFAELE DE GRADA, ERNESTO TRECCANI, ENNIO MORLOTTI), Senza titolo, 1951. Tecnica mista su tela, cm 142×197

L’opera, infatti, fu dipinta simultaneamente dagli undici autori e venduta in occasione dell’asta che l’Art Club di Milano organizzò il 21 febbraio 1951. Alla serata, organizzata dalle signore Maregaglia Treccani, Foglia e Bellotti partecipano più di 200 invitati accorsi grazie all’invito che ogni artista ha realizzato come una piccola opera personalizzata per i propri collezionisti, tra questi i coniugi Borletti, il visconte Ferdinando di Modrone e signora, la contessina Giulia Panza di Biumo, l’avvocato Antonio de Caro, il visconte Livio Cerini, Silvia Blanchard, Esselia Fornasetti.

In un articolo dell’epoca è raccontata in modo dettagliato l’atmosfera e l’esecuzione: “La grande tela bianca era illuminata da due riflettori; e ai piedi del cavalletto, su un giornale sgualcito, apparivano allineati barattoli di colore e pennelli. Ci furono alcuni minuti di silenzio. I pittori s’invitavano l’un l’altro a dare la prima pennellata, cercando di salvarsi con la cortesia della timidezza. Finalmente Achille Funi, forse sentendosi meno a disagio grazie allo smoking, attaccò da destra con alcune pennellate di blu carico”.

Lotto 84 – FORTUNATO DEPERO, Automa. China, matita acquarellata azzurra su carta intelata, cm 70×49

Subito dopo abbiamo, invece, una Combustione di Alberto Burri (lotto 52, 20-40.000 euro) e poco più avanti Cornucopia W., scultura in gesso di Paolo Icaro realizzata nel 1985 (lotto 61, stima: 18-30.000 euro). Chiudiamo questa nostra “lettura catalogo” con l’omaggio che Pandolfini fa al Disegno nell’arte del novecento, con una selezione di opere su carta di Gino Severini, Carlo Carrà, George Grosz, Fortunato Depero e Giacomo Balla.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

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