Professionista con un forte background nel mondo dell’editoria d’arte, Tatiana Martyanova dirige C+N Gallery CANEPANERI, con sedi a Milano e Genova, dall’autunno 2022.
In questa intervista racconta l’evoluzione del progetto tra fiere internazionali, lavoro d’archivio e attenzione alla nuova scena concettuale, emerge il ritratto di una realtà che punta sulla qualità, sulla visione e sulla costruzione di un dialogo autentico tra arte e pubblico.
M.M.: Come nasce la galleria?
T.M.: Il progetto nasce dalla volontà di tre soci – Marco Canepa, Marco Neri e Paolo Neri – che nel 2015 hanno aperto la prima sede a Genova, spinti dalla passione per l’arte moderna e contemporanea. Tre anni fa sono entrata a far parte della galleria come direttrice dopo un’esperienza come Head of Communication per Flash Art e Flash Art International.
Da allora ho orientato il lavoro verso la ricerca e la promozione di giovani artisti italiani e internazionali, valorizzando le pratiche concettuali e portando la loro visione sia sul territorio nazionale sia all’estero grazie alle fiere. Tutto muove dall’esigenza di fare cultura e promuovere un’arte profonda.
M.M.: Quali sono i vostri tratti distintivi?
T.M.: La tenacia di andare avanti con la ricerca e la costanza verso la continua scoperta di nuovi talenti, unita al coltivare un determinato gusto collezionistico, soprattutto nei giovani appassionati. Con la nostra programmazione cerchiamo sempre di costruire un dialogo vero tra artisti e pubblico.
M.M.: Quali sono oggi le principali sfide nella gestione quotidiana di una galleria d’arte contemporanea in Italia?
T.M.: Mantenere la coerenza con la nostra visione e supportare concretamente gli artisti in cui crediamo. La progettazione delle mostre richiede cura e tempo: per noi è più importante puntare su una proposta di alta qualità piuttosto che su una grande quantità di eventi. Il ruolo del curatore, in questo, è fondamentale per rafforzare e strutturare il percorso degli artisti.

Courtesy C+N Gallery CANEPANERI, Photo by Mattia Mognetti
M.M.: Come descriveresti il vostro roster di artisti?
T.M.: Il programma di C+N Gallery CANEPANERI è attualmente composto da giovani artisti, italiani ed internazionali, con l’eccezione di qualche mid-career come Roger Hiorns e Stefano Cagol e di due o tre Estate, come Alberto Garutti o Claudio Costa, con cui collaboriamo stabilmente e con cui abbiamo un rapporto molto stretto con l’archivio. Con lui abbiamo fatto un bellissimo lavoro con le istituzioni che ha portato l’anno scorso ad una sua mostra al Museo San Fedele.
Lavoriamo anche con artisti mid-career internazionali, principalmente inglesi e americani. Per quanto riguarda la pittura figurativa, c’è una predominanza femminile: collaboriamo con artiste provenienti da Francia, Inghilterra, Germania, Stati Uniti e Cina.
M.M.: Chi è il vostro pubblico di riferimento?
T.M.: Collaboriamo con istituzioni per progetti educativi e con musei per iniziative espositive. Lavoriamo anche con giovani collezionisti privati, attenti e curiosi, che si riconoscono nella nostra proposta artistica.
M.M.: Com’è cambiato il profilo del collezionista negli ultimi anni?
T.M.: Il collezionista di un tempo acquistava arte in modo più immediato. Oggi è molto più informato: analizza le carriere degli artisti, legge report di mercato, confronta le proposte in fiera e in galleria.
I giovani collezionisti si dividono tra chi cerca sicurezza e chi osa, ma sempre con una preparazione consapevole e aggiornata.

Courtesy C+N Gallery CANEPANERI, Photo by Mattia Mognetti
M.M.: Che ruolo gioca la comunicazione digitale nel vostro lavoro?
T.M.: È fondamentale. Utilizziamo diversi canali – sito, social, newsletter – per promuovere il lavoro degli artisti e le nostre attività. Siamo presenti anche su Artsy, che funziona come vetrina, anche se il 90% delle vendite avviene ancora in maniera diretta: in galleria o in fiera.
In futuro mi piacerebbe che ci fossero più fonti indipendenti che selezionano progetti di nicchia, particolari, diversi, fuori dal radar classico dell’arte contemporanea.
M.M.: Che bilancio tracci del 2024 e quali prospettive vedi per il 2025?
T.M.: Il 2024 è stato un anno complicato, ma con segnali di ripresa. Dopo un 2023 segnato dalla crisi, stiamo notando una maggiore risposta del pubblico, sia in fiera che in galleria.
È ancora presto per parlare di crescita stabile, anche perché il contesto globale rimane incerto, ma crediamo che la passione, il lavoro di squadra e la professionalità possano fare la differenza.

M.M.: Su cosa state lavorando ora?
T.M.: Abbiamo appena inaugurato a Milano una mostra bellissima: Haunting Spells. Fare mondi altrimenti a cura di Arnold Braho, aperta fino a fine luglio e dedicata all’ arte concettuale, giovane, italiana. A settembre inizieremo la nuova stagione con una proposta internazionale tutta al femminile, firmata da un duo eccezionale: Amelie Peace e Holly Stevenson.
In autunno invece presenteremo il progetto più importante dell’anno, dedicato a uno degli artisti storici della galleria. Stay tuned!