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Il maggio di aste a NewYork rivela un mercato solido ma sobrio

del

Maggio è uno dei momenti centrali per il mercato dell’arte: tra fiere e aste nella grande mela si definiscono e confermano tanti dei trends in atto e nomi da tenere d’occhio

Nonostante il clima di incertezza economica, le aste degli ultimi giorni hanno confermato un mercato dell’arte che rimane solido, sebbene molto più sobrio e ragionevole in questa stagione, con rialzi contenuti e venditori costretti spesso ad aggiustare le proprie aspettative in termini di stima e richiesta (molti dei lotti sono stati venduti sotto stima) nel confrontarsi con compratori con più potere nel comprare oggi più cautamente, o più saggiamente. 

Rimane però vivace e dinamico il mercato per nomi untraconteporanei più freschi in asta, come poi per artiste donne riscoperte da poco.

A dare inizio alle 2 settimane di aste a New York è stata Christie’s con la straordinaria collezione del tycoon dei media S.I. Newhouse e $178 milioni a guanti bianchi per i 16 capolavori presentati. A seguire i 56 lotti della 20th-century evening sale hanno portato altri $328.8 milioni con 80% di venduto. 

Star assoluta della serata la visionaria giungla con fenicotteri rosa di Henri Rousseau Les Flamants, battuta a $43.6 milioni: realizzata nell’ultimo anno di vita dell’artista, l’opera ne ha determinato un nuovo record d’asta che risale al 1993, quando fu venduto da Christie’s a Londra per circa $4,4 milioni. 

È infatti abbastanza raro trovare artista in asta: Rousseau pare abbia creato solo 240 dipinti in vita sua, gran parte dei quali sono oggi nelle collezioni di istituzioni pubbliche;  Le opere di proprietà privata con una provenienza che risale all’artista sono ancora più rare. 

Altrettanto epico il Willem de Kooning, Orestes (1947) acquistato dai S.I. Newhouse in asta da Sotheby’s nel 2002 e battuto da Christie’s nella serata per $31 milioni, il sesto prezzo più alto per l’artista.

Nella stessa sera sono stati battuti poi anche degli altri lotti dalla collezione dal fatturato ad oggi di $88.9 milioni del co-founder di Microsoft Paul Allen. Fra questi, Felled Trees (2008) di David Hockney ha duplicato la stima iniziale di $4 milioni per atterrare a 10 milioni, mentre le tre Georgia O’Keeffe vendute rispettivamente a 21,1 milioni di dollari da una stima di $5-7 milioni di dollari (Black Iris VI) e a 13,1 milioni di dollari su una stima di $6-8 milioni di dollari (White Calico Rose).

Georgia O’Keeffe, Black Iris VI (1936) © Christie’s Images Limited 2023.

Fra i record d’asta degni di nota raggiunti in serata: la scultura verde di Ken Price aggiudicata a $554.000 dollari da una stima $150.000-200.000 dollari e l’artista trascendentista Agnes Pelton con The Fountains (1926) volata 13 volte tanto la stima iniziale. 

Persistono buoni risultati anche per Impressionismo e moderno, soprattutto con opere  di qualità come il Pierre-Auguste Renoir, Square de la Trinitié (1878–9) volato a $11,9 milioni di dollari su una stima alta di 6 milioni di dollari. 

Il 21 secolo per Christie’s è invece passato invece alla settimana successiva, in parallelo di Frieze. 

Qui, al centro della scena  El Gran Espectaculo (The Nile) (1983) di Basquiat proveniente dalla collezione di Valentino: una delle opere più importanti dell’artista, con una ricca storia espositiva che, come si ha rivelato uno dei specialisti che ne ha seguito il consignment, ha richiesto infinite e laboriose negoziazioni per arrivare fino in asta. Negoziazioni che hanno comunque ripagato, perchè l’opera è stata alla fine aggiudicata per $67 milioni, che hanno in gran parte contribuito al totale della serata del Contemporaneo per Christie’s,  chiusasi con $98.8 milioni e 92% di venduto.   

Altri highlights della serata sono stati soprattutto al femminile: Untitled (The Beautiful and Damned) (2013) di Cecily Brown è stato aggiudicato entro stima di  $5,5 milioni di dollari mentre la zucca del 1993 di Yayoi Kusama coperta da garanzia è andata per $4.9m con diritti. Rialzo degno di nota, a conferma della domanda in crescita, è stato quello di Etel Adnan, la cui California (2002) ha superato 5 volte la stima iniziale per essere battuta per $352,800 con diritti.

Altrettanto notevole è stato il debutto in asta di Danielle McKinney, con un intimo ritratto che è arrivato a $160.000 dollari ($201.600 dollari con le tasse) dopo una battaglia di bid partita da una stima minima di $20,000.

Alquanto prevedibile invece il risultato di $375,000.00 (ben 3 volte la stima iniziale) raggiunto da Emma Webster, ormai con infinita lista d’attesa da Perrotin per l’enorme richiesta soprattutto in Asia, dopo le personali nella galleria di Seoul e poi Tokyo.

E’ stata aggiudicata poi a  $2.2m l’iconica scultura di Simone Leigh, segnando un nuovo record d’asta per l’artista in continua crescita dopo il Padiglione US all’ultima Biennale di Venezia; persiste il fermento anche dopo ormai anni in asta per Louis Fratino, con un nudo d’uomo reclinato battuto a $220,000 ( stima $120,000) e Night Train andato per $200,000.

Jean-Michael Basquiat, El Gran Espectaculo (The Nile) (1983). Image courtesy Christie’s.

L’asta era già stata preceduta dalle Day Sale di Contemporaneo tenutasi ancora il 12 Maggio, dove tra i risultati straordinari degni di menzione c’è sicuramente il nuovo record di Jenna Gribbon con Set List Focus del 2020 che ha visto una volata di bid fino ad atterrare per ben $403,200 da stima (e prezzi nel primario) $40,000/ 60,000.

JENNA GRIBBON, Set List Focus, 2020 signed and dated ‘Jenna Gribbon 2020’ (on the overlap)
oil on canvas, 48 x 36 in. (121.9 x 91.4 cm.)

Le aste sono proseguite la sera successiva del 16 Maggio da Sotheby’s con il moderno: qui i bid sono stati invece fin da subito un meno dinamici, rendendo già più evidente come il mix fra le incertezze di Wall Street e la bonanza di fiere e aste concentrate in poche settimane contribuiscono comunque a un necessario riequilibrarsi del mercato.

L’asta è stata alla fine salvata principalmente dalla accurata strategia che ha visto la casa d’asta aggiustare più volte le riserve minime totalizzando così alla fine  $427 milioni, circa a metà dell’obiettivo iniziale con 53 lotti venduti dei 64 offerti e un tasso di vendite del 86%.

Di  fatto, si è reso però evidente durante il live come il battitore Oliver Barker abbia dovuto combattere per ogni lotto nell’aggiudicazione, o rallentare più di una volta, per facilitare un dignitoso andamento dell’asta che ha visto perlopiù risultati entro stima senza particolari eclatanti rialzi, ad eccezione di alcuni capolavori. 

La serata per Sotheby’s è iniziata con i 15 lotti della collezione di Mo Ostin, potente music director scomparso lo scorso anno e a lungo amministratore delegato della Warner Bros: fra questi, il Magritte, L’Empire des lumières, stimato $35 milioni è stato aggiudicato per $50 dopo 10 minuti buoni di bids a incrementi di $500.000 seguito pochi lotti dopo da Le Domaine d’Arnheim battuto per $18.9 milioni.

René Magritte, Le Domaine d’Arnheim, 1949 oil on canvas,  39 ¼ by 32 in. 99.7 by 81.3 cm

Top lot della serata uno dei paesaggi più evocativi di Gustav Klimt, Insel im Attersee (Island in the Attersee), 1901-1902,  frutto delle estati dell’artista nei laghi in Austria, aggiudicato per $53.2 milioni. 

Gustav Klim, Insel im Attersee (Island in the Attersee),1901–02, oil on canvas, 39 ½ by 39 ½ in. 100.5 by 100.5 cm

Anche da Sotheby’s Cecily Brown ha confermato il proprio momentum accentuato dall’attuale personale al Met Museum di New York: Free Games for May è stato aggiudicato $5 milioni di dollari fino al prezzo finale di $6,71 milioni di dollari, appena inferiore al record d’asta di $6,77 milioni.

La serata ha visto bid dinamici anche per Roy Lichtenstein, con lo studio di Leda and the Swan aggiudicato per $2,9 milioni, ma anche per artisti come Pissarro con la veduta di Jardin Des Tuileries ($2,8 milioni) e Caillebotte con la natura morta da $1,8 milioni.

Buoni risultati anche per Giorgio Morandi: bidders da varie parti del mondo non si sono lasciati sfuggire l’occasione e il prezzo di 1,6 milioni di dollari, al livello del mercato dell’artista italiano in questi giorni.

Notevole risultato anche per il complesso scultoreo monumentale di Isamu Noguchi, La famiglia, che ha raggiunto i 12,2 milioni di dollari in una lunga battaglia telefonica tra due persone.

A seguire la sera successiva del 17 Maggio, Phillips ha offerto soprattutto postwar e contemporaneo, chiudendo con un totale di $ 70 milioni. 

A dare inizio all’asta lo straordinario Noah Davis offerto come primo lotto è volato dopo un’agguerrita battaglia di bid a 9 volte la stima iniziale di $110,000, chiudendo a ben $990,000.00. Sebbene inferiore ai 1,5 milioni dell’ultimo record, la cifra notevole raggiunta risulta comunque giustificata dalla difficoltà di trovare in asta una delle poche  opere dell’artista morto a 33 anni, e di tale qualità. 

Nella stessa serata solo l’opera di Henry Taylor Dakar, Senegal #3 ha però poi attirato una simile battaglia a rialzi prima di atterrare a $460,000 –  anche qui comunque inferiore al precedente record dell’artista Los Angeliano di $975,000.

Perfino un’opera non più iconica di Girl in Mirror di Lichtenstein, è stata aggiudicata esattamente entro la stima per $5,5 milioni.

Rimangono sostenute le aggiudicazioni anche per nomi da record nelle precedenti aste, come Anna Weyant con Unconditional Love battuto entro stima per $609,600 o Maria Berrio, andata esattamente fra stima massima e stima  minima a $635,000 come anche qui in realtà per Fadojutimi, atterrata a $533,400, da stima $400,000/600,000.

Caroline Walker, nonostante una garanzia già presente, è stata poi aggiudicata sopra la stima massima per $469,900. Continua a duplicare le proprie stime anche Ewa Juszkiewicz, aggiudicata con diritti a $635,000.

Ottimi risultati sono stati poi raggiungi anche da Ilya Bolotowsky, Matthew Wong and Sarah Lucas.

L’asta era stata preceduta in realtà già dalla Day sale il 16 Maggio, che ha invece visto confermata l’attenzione verso artiste donne da poco riscoperte come Jaune Quick-to-See Smith artista nativa americana che ha attualmente una retrospettiva alla Whitney e qui aggiudicata per $76,000 o Vivian Springford, con il violetto Untitled (VS 20) del 70 aggiudicato con diritti  $95,250 da stima $60,000/80,000 e subito seguito da un’altra composizione nei toni del rosa Untitled (Tanzania Series) (1971) volato addirittura a $241,300 da stima $80,000 – 120,000. 

Bene qui anche per uno dei pochi Lucio Fontana offerti in questa stagione nelle aste a New York, con un Concetto Spaziale del 1955 aggiudicato a  $482,600 (stima $200,000 – 300,000 )

Più lotti di artisti dell’ultra contemporaneo spesso per la prima volta in asta erano invece nella sessione pomeridiana, con risultati non sempre del tutto soddisfacenti e comunque moderati a conferma del rischio di vendere da studio o di affiancarsi all’inizio a gallerie che non ne proteggono correttamente il mercato tramite acquisizioni accurate. 

Così soprattutto artisti con oggi lunga lista d’attesa nel primario hanno visto notevoli rialzi come già accaduto anche da Christie’s, come nel caso della Pietà di Ambera Wellmann aggiudicata per $120,650 da stima $30,000/40,000 e acquisita nel 2018 da Lulu in Messico, Kyle Dunn andato a $40,640 da stima $15,000 – 20,000  e originariamente acquisito da una piccola galleria Sardine New York; Emma Stern aggiudicata a poco più di $30,000 da una stima iniziale molto bassa di $5,000/10,000, come poi il primo notevole rialzo di prezzi per un arazzo di Noel W. Anderson, volato a $101,600 da stima $30,000 – 50,000 e acquisito dal proprietario direttamente dall’artista. 

Bene però anche per opere più impegnative come le sculture da esterni di Anish Kapoor con Non-Object (Spire), stima $250,000/350,000  venduta per $660,400  e di Jeppe Heine, con 3-Dimensional Circle Illuminated stimato $50,000/70,000 e aggiudicato a  $120,650 con diritti. Il che dimostra che ci con comunque buyers ancora a diversi livelli, e per diverse tipologie di opere.

Vivian Springford, Untitled (Tanzania Series), 1971, acrylic on canvas
69 1/2 x 68 in. (176.5 x 172.7 cm) – Courtesy Phillips

Il mondo dell’arte si è poi spostato nuovamente da Sotheby’s nella serata del 18 Maggio con The Now (tot. $30 milioni e 82.6% di venduto) seguito dal Contemporary andato un po’ meglio, chiudendo con  $96 milioni.

L’asta non è iniziata però nel migliore dei modi: l’annuncio in apertura del ritiro dell’opera di copertina dell’asta, Yoshitomo Nara’s Haze Days (1998) vaporizzava già dal totale i $ 12/18 milioni che era stato stimato.

Fra gli altri highlights della prima sessione dedicata alle stelle e del “Now”, prevedibile è stata la volata della vivace astrazione di Jadé Fadojutimi, A Toast to…? (2020) aggiudicata per  $952.500 dollari con diritti da stima $500-700.000 dollari.

L’opera era stata messa in asta dal produttore musicale e avido collezionista Jeff Majdic, che l’aveva acquisita a tutt’altro prezzo nel 2020 da Galerie Gisela Capitain e l’ha venduta, dice,per “continuare  supportare artisti emergenti”e finanziare la nuova fondazione che sta costruendo a Città Del Messico.   

Bene anche per la parodica  interpretazione delle Les Demoiselle D’Avignon di Henry Taylor, reduce da una recente mostra al MOCA di Los Angeles: l’opera From Congo to the Capital, and black again (2007)  è stata aggiudicata al telefono per $2m, dopo un’agguerrita battaglia di bid che ha visto come underbidder Jeffrey Deitch. 

Premiata la qualità e curriculum museale anche di Night Studio (2009) di Nicole Eisenman, esposta in precedenza nella personale dell’artista sia al New Museum che alla Fondation Van Gogh ad  Arles, e aggiudicata in modo alquanto evidente con un irrevocable bid per il prezzo record  per l’artista di $2,4 milioni. 

Nicole Eisenman’s Night Studio, Courtesy Sotheby’s

Non sorprendono invece i risultati positivi di María Berrío ($381,000, poco sopra la stima) e la scultura monumentale di Simone Leigh simile a quella all’ingresso dell’arsenale alla scorsa Biennale aggiudicata per 3 milioni.

Top lot ssoluto dell’intera sessione è stato però Kerry James Marshall’s Untitled (Mask Boy), battuto per  $5.7 milioni con diritti.

Nella sessione dedicata al contemporaneo a seguire, si è confermato il momentum per le donne Ab-Ex come Helen Frankenthaler, con Black Touch (1965) battuto per $2.8m come poi per le deliziose (in tutti i sensi) vedute di Wayne Thiebaud, con Candy Counter (1969) venduto per $14.6m con diritti dopo essere stato esposto anche nella retrospettiva dell’artista nel 2000 alla Whitney che ne segnò la riscoperta e ascesa. 

Lotto particolare nella sessione la scultura/dipinto di Basquiat Now’s the Time (1985) proveniente dalla collezione di Peter Brant ispirata dai toni del Jazz ma dal tono decisamente più minimalista e pulito rispetto quanto i collezionisti dell’artista sono soliti puntare: forse questo ha contribuito all’aggiudicazione finale di $25.5m su garanzia, senza particolare dinamismo di richiesta.

Jean-Michel Basquiat’s Now’s the Time, Courtesy Sotheby’s

Ma assoluto protagonista della serata è stato l’iconico Spider della Bourgeois aggiudicato per $32,8 milioni, segnando un nuovo record non solo per l’artista ma anche per opere scultoree di artiste donne. 

Louise Bourgeois’s Spider, Courtesy Sotheby’s

L’asta giornaliera a seguire, ha visto simili trend come da Phillips, con risultati notevoli soprattutto per artiste donne riscoperte e rivalutate dal mercato solo di recente come Lynne Drexler ( $863,600 da stima $120,000/180,000); Elaine De Kooning ($609,600, raddoppiando la stima iniziale); Gego (attualmente con una retrospettiva al Guggenheim, che l’ha portata a raggiungere qui $774,700); Alma Thomas ($273,050 raddoppiando la stima) e anche qui Jaune Quick-to-See Smith, il cui quadro più astratto è volato qui a $546,100 da stima $100,000/150,000 sebbene fosse già coperto anche da garanzia. 

Jaune Quick-to-See Smith, Playground, 1987 signed, titled and dated 87 (on the overlap), oil on canvas, 75 by 50 in. / 190.5 by 127 cm. – Courtesy Sotheby’s

Nelle stesse date (Maggio 17/18) Christie’s ha offerto all’incanto anche la straordinaria collezione del real estate Newyorkese Gerald Fineberg caratterizzata da una pressoché rara eterogeneità ma anche coerenza capace di mettere insieme e creare curiosi rimandi e echi fra capolavori moderni di Man Ray e Picasso e dipinti figurativi senza tempo di Alice Neel e Barkley Hendricks e alle opere pionieristiche di Ruth Asawa e Lee Krasner

Pare che la qualità fosse tale, che gli specialisti di Christie’s si sono precipitati a valutare la collezione subito dopo il decesso, lavorando sotto Natale perfino la Vigilia. 

Ne è valsa però la pena: l’asta di 65 lotti si è conclusa con ben $153 milioni, con nuovi record per Barkley L. Hendricks and Alma Thomas e un straordinario risultato per Alina Szapocznikow’s la cui scultura in resina e granito Portret Wielokrotny (Dwukrotny) [Multiple Portrait (Double)], è stata venduta per $907,200 superando di gran lunga la stima iniziale di $150,000/200,000.

Barkley Hendricks, Stanley, 1971. – Courtesy of Christie’s

 

In generale, possiamo dire che questo mese di aste a New York segnala una nuova forza dei compratori rispetto a chi vende e una conseguente tendenza a stime più conservative in risposta a un mercato che vede sempre più raramente fuochi d’artificio della speculazione, e si sta facendo più sobrio anche forse in relazione all’attuale situazione economica e finanziaria e meno liquidità disponibile al rialzo dei tassi di interesse. 

Dall’altra, però, opere di qualità continuano a trovare compratori anche a livelli più alti di prezzi sebbene i capolavori che arrivano in asta iniziano a farsi sempre più rari. 

Si conferma però un’attenzione prioritaria verso le artiste donne mentre sembrano avere perso invece attrattività nomi al maschile del postwar americani come Pollock o Jasper Johns. I compratori sembrano infatti interessarsi oggi a tutt’altra generazione, soprattutto per nomi dell’ultra contemporaneo a cui è oggi pressoché impossibile accedere in primario. Di base, i compratori in asta oggi sembrano sapere cosa vogliono, per quali ragioni e a quale prezzo.

Elisa Carollo
Elisa Carollo
Elisa Carollo è art advisor, curatrice e appraiser conforme alla normativa USPAP, con un focus particolare sull' arte contemporanea e ultracontemporanea. Ha conseguito un master in Art, Law and Business presso Christie's New York e un BA in Marketing e management delle industrie culturali e creative presso l'Università IULM di Milano. Lavora come consulente freelance per collezionisti, gallerie e artisti e collabora stabilmente con la Fondazione Imago Mundi di Treviso. Fa parte del gruppo curatoriale della Fondazione Quadriennale per il monitoraggio della scena artistica contemporanea italiana e dell'IKT (International Association of Curators of Contemporary Art). È parte del team della start-up Innextart. Fra le mostre organizzate, le prime personali in Italia di artisti come Kennedy Yanko, Veronica Fernandez, David Antonio Cruz e a curato a New York il programma del Pintô International.

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