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Il passaggio generazionale delle opere d’arte

del

Il momento del trasferimento generazionale rappresenta una fase piuttosto delicata, in quanto viene trasmesso un patrimonio costruito in diverse generazioni, con il rischio di esporsi a fenomeni impositivi potenzialmente rilevanti.

In primo luogo, bisogna valutare quale sia l’intento del collezionista, ossia se tenere unite le opere oppure procedere con la loro dismissione. Tale condizione ha un impatto sulle potenziali scelte che si possono valutare in sede di pianificazione successoria.

L’obiettivo del presente contributo è quello di fornire alcuni elementi utili al collezionista per valutare le possibili implicazioni del passaggio generazionale delle opere d’arte.

In via preliminare, occorre evidenziare che, per quanto concerne il trasferimento delle collezioni di opere d’arte, si applica l’imposta generale sulle donazioni e successioni, calcolata sul valore venale in commercio alla data del trasferimento.

La normativa prevede che siano invece esenti dall’imposta di successione i beni vincolati ai sensi del Codice dei Beni Culturali, a patto che l’erede non li ceda nel quinquennio successivo alla donazione o successione.

Altro aspetto oggetto di particolare interesse è rappresentato dalle opere destinate ad ornamento delle abitazioni del de cuius. Tali opere sono oggetto, al pari della mobilia, di una presunzione di valore pari al 10% del valore dell’asse ereditario al netto della franchigia.

Questa presunzione di valore si caratterizza per la sua duplice finalità: da un lato, quella di semplificazione, in quanto la presunzione snellisce di gran lunga il processo di valutazione dell’attivo ereditario, evitando la necessità di stime dettagliate e spesso complesse per beni di valore difficilmente determinabile, come, per l’appunto, denaro contante, gioielli e mobilia; in secondo luogo, contrasta il rischio che tali beni, facilmente occultabili e non tracciabili, vengano dichiarati per un importo inferiore al loro valore reale o addirittura non dichiarati affatto, riducendo così l’imposta dovuta.

Il percorso da seguire per la certificazione del valore delle opere

Per dimostrare il valore di mercato delle opere d’arte al momento del trasferimento, e quindi assoggettarle all’imposta sulle successioni o donazioni, è necessario farsi rilasciare una perizia asseverata da appositi professionisti qualificati. 

La scelta del momento storico in cui pianificare il passaggio generazionale rappresenta un ulteriore passaggio delicato: ad esempio, in momenti di contrazione dei valori di mercato delle opere, il collezionista potrebbe beneficiare di un risparmio di imposta.

In aggiunta, si evidenzia come le donazioni fatte in vita non intacchino la franchigia a favore degli eredi in caso di successione, potendo quindi beneficiare di importi rilevanti esenti da imposta.

Successivamente al compimento del passaggio generazionale, gli eredi si troveranno ad affrontare le medesime tematiche dei loro ascendenti, ossia le eventuali problematiche in fase di cessione (es. possibili plusvalenze) e di acquisto (detrazione dell’IVA).

Da sottolineare, inoltre, che le successive vendite di opere d’arte ricevute a titolo di liberalità possono non essere soggette a imposta, in quanto manca il requisito dell’intento speculativo. Tuttavia, occorre valutare attentamente sia le modalità sia le tempistiche di dismissione, in quanto potrebbero generare possibili problematiche in sede di verifica.

In conclusione, si evidenzia che, in relazione alle rilevanti implicazioni non solo fiscali ma anche di natura patrimoniale, la pianificazione fiscale di natura successoria deve essere analizzata e valutata attentamente, al fine di evitare l’insorgere di possibili contenziosi.

Andrea Savino
Andrea Savino
Andrea Savino (n.1991) è un dottore commercialista e revisore legale di Torino specializzato in diritto e fiscalità internazionale. Membro della commissione economia della cultura del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, già presidente della commissione cultura dell'Unione Nazionale Giovani Dottori commercialisti, nonché membro della Commissione Internazionalizzazione e Fiscalità Internazionale dell’UNGDCEC - Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e ricercatore dell’Istituto Universitario di Studi Europei (IUSE).

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