Lo scorso 19 maggio 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 34, c.d. “Rilancio” con l’introduzione di un pacchetto di interventi a sostegno di due dei settori, turismo e cultura che hanno maggiormente subito gli effetti dell’emergenza sanitaria.
In particolare, secondo le dichiarazioni del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, i due comparti sono tra i “più gravemente colpiti sin dagli inizi dell’emergenza coronavirus a causa della significativa contrazione degli arrivi internazionali a cui si sono poi aggiunte le chiusure dovute alle misure di contenimento del contagio”.
Per comprendere al meglio la portata degli interventi messi in campo abbiamo fatto qualche domanda all’On. Anna Laura Orrico, Sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Con l’occasione abbiamo anche chiacchierato in merito alle prospettive future del mondo culturale. Desideriamo ringraziare il Sottosegretario Orrico per la disponibilità ed il tempo dedicatoci.
Andrea Savino: Sottosegretario Orrico, il 18 maggio è stato il giorno della riapertura di musei, biblioteche e luoghi della cultura. Cosa si sente di dire alle istituzioni culturali che devono affrontare questa fase di emergenza?
Anna Laura Orrico: «Che c’è tanta voglia di ritornare a fruire dell’arte e della cultura, magari in forme diverse. Il distanziamento sociale ci imporrà una nuova prossemica, cioè una nuova gestione degli spazi. Più profonda. In linea con le esigenze di una fruizione culturale più sostenibile, per i grandi attrattori. Senza quelle scene di code kilometriche e musei presi d’assalto, che poco hanno a che vedere con l’importanza di certi luoghi: per godere realmente del bene. E, al contempo, tanta più gente in nuovi posti, prima negletti e trascurati. L’obiettivo è “spargere”. Meno turisti, apparentemente, per i tour grandi attrattori, più turisti altrove: nei borghi, nei centri più piccoli, nelle valli, scrigni di arte e di cultura. Cogliamo l’occasione di questo sciagurato corona virus per scoprire altre modalità di turismo. Un turismo più umano e rispettoso dell’ambiente e del valore antropologico dei luoghi».
A.S.: Il decreto Rilancio contiene un pacchetto piuttosto corposo di misure per aiutare il comparto della cultura, quali sono quelle che ritenete più importanti da sottolineare?
A.L.O.: «Tutte importanti, come i 210 milioni del fondo emergenza imprese culturali, il fondo per gli artisti, i 245 milioni per cinema e spettacoli e i 10 milioni per la piattaforma digitale per la cultura. Il disegno è unico e strategico. No fondi a pioggia, sì a un nuovo modello di Italia con la cultura al centro».
A.S.: Con il Decreto Rilancio, il Governo ha stanziato il Fondo Cultura, con una dotazione iniziale di 100 milioni finalizzato a promuovere investimenti in favore del patrimonio culturale materiale e immateriale e aperto alla partecipazione di soggetti privati. Potrebbe spiegare meglio quali sono le finalità di tale fondo ed in particolare cosa intendete per “investimenti in favore del patrimonio culturale”?
A.L.O.: «Abbiamo un grande patrimonio culturale, diffuso in tutto il Paese, ma spesso poco conosciuto e accessibile. Per questo abbiamo bisogno di attivare nuove leve, soprattutto tecnologiche, per rendere questo immenso tesoro fruibile a tutti. In questa logica, ritorna ad essere centrale il dialogo tra pubblico e privato nell’ottica di stimolare quest’ultimo ad investire responsabilmente sugli asset culturali innescando così un processo di valorizzazione in grado di moltiplicare il valore sociale e la crescita dei territori».
A.S.: Relativamente all’Art Bonus, è stato esteso a circhi, complessi strumentali, società concertistiche e corali, spettacoli viaggianti. Pensate di poterlo estendere ad altre categorie?
A.L.O.: «Credo che abbiamo pensato a tutti ma, ovviamente, non siamo infallibili. L’ascolto con le parti sociali è costante. Ricevo continuamente nuove sollecitazioni su Facebook. Se c’è qualcuno che è rimasto fuori, ripeto: nessuno sarà lasciato solo».
A.S.: All’interno del DL Rilancio è previsto uno stanziamento di 10 milioni di euro al MiBACT per realizzare – anche con Cassa Depositi e Prestiti – una piattaforma digitale per la fruizione del patrimonio culturale e degli spettacoli dal vivo online e in streaming a pagamento. Il futuro della cultura sarà sempre più digitale?
A.L.O.: «È il nostro futuro che sarà sempre più digitale, inutile negarlo. Ci troviamo di fronte ad una grande rivoluzione, con rischi e tante opportunità. Le sapremo sfruttare. Dobbiamo governare una rivoluzione che vada a beneficio della maggioranza e che sia inclusiva. Per questo, fra le mie priorità, c’è la lotta al digital divide. Innovazione culturale significa “allargare” la fruizione del bene, non sostituirlo con ologrammi. Il protagonismo del nostro patrimonio resterà immutato. Anzi, porteremo sempre più gente a scoprire l’Italia e la sua immensa capacità creativa».