Le collezioni corporate italiane per l’arte moderna e contemporanea
Il volume “Il segno dell’arte nelle imprese. Le collezioni corporate italiane per l’arte moderna e contemporanea“, edito da Marsilio Arte e curato da Ilaria Bonacossa, Marianna Agliottone, Costantino D’Orazio e Marilena Pirrelli, rappresenta un’opera di grande rilevanza per tutti i collezionisti e gli appassionati d’arte contemporanea.
Si tratta di un fascinoso viaggio all’interno di un patrimonio spesso nascosto, quello delle “collezioni corporate”, che in Italia conta ben 57 aziende impegnate nella valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea.
Questa pubblicazione non è solo un tributo alle collezioni aziendali, ma un invito per chiunque abbia a cuore l’arte e il collezionismo a considerare queste raccolte come parte integrante del tessuto culturale e produttivo del Paese.
Gli autori offrono una prospettiva fresca e approfondita sul modo in cui l’impresa, da sempre impegnata nel creare valore economico, si pone anche come attore centrale nella promozione del valore culturale.
Il libro esplora come l’arte sia non solo un investimento per le aziende, ma anche un potente strumento di comunicazione, innovazione e di responsabilità sociale.
Per un collezionista, acquisire questo volume significa aprire una finestra su un mondo in cui l’arte non è relegata alle gallerie o ai musei, ma vive e respira negli spazi aziendali, arricchendo il quotidiano e stimolando la creatività in contesti spesso lontani dall’immaginario artistico tradizionale.
Per conferire un taglio pratico all’indagine conoscitiva, gli autori hanno analizzato importanti imprese di diversi settori produttivi che si sono avvicinate al mondo contemporaneo per caratterizzare ulteriormente la propria immagine e presentarsi in modo diverso ai propri fruitori.
Tra le molte ricordiamo Bromax di Vicenza, Ceretto Aziende Vitivinicole di Alba, Collezione Maramotti di Reggio Emilia, Elahotel a Francavilla a Mare, FOROF di Roma, Fucine Umbre a Terni e Frescobaldi a Montalcino.
Come sottolineato da Cristina Masturzo, accanto al “collezionismo corporate”, il sostegno alle arti contemporanee da parte delle imprese si manifesta attraverso una gamma di attività diversificate: dalla sponsorizzazione di eventi culturali alla creazione di fondazioni, dall’organizzazione di mostre temporanee al supporto di premi e commissioni artistiche.
Questo impegno si inscrive in una visione allargata della “cultura d’impresa”, in cui l’arte diventa uno strumento di crescita sociale, oltre che un mezzo per amplificare i valori aziendali. Le iniziative delle imprese vanno ben oltre l’acquisto di opere d’arte.
La cultura imprenditoriale italiana trova espressione nel dialogo con gli artisti, nel sostegno ai progetti educativi e nell’interazione con i territori locali.
Un esempio illuminante è la Fondazione Prada, che non si limita a promuovere la propria collezione, ma si proietta nel futuro, creando spazi per la produzione e la condivisione culturale, o il Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo, che non solo apre sedi espositive in tutta Italia, ma supporta attivamente istituzioni culturali e comunità locali.
La Pista 500 al Lingotto, iniziativa della Fondazione Pinacoteca Agnelli, rappresenta un altro esempio di come l’arte contemporanea possa trasformare spazi legati alla produzione industriale in luoghi di riflessione e creatività.
Questo impegno per l’arte, che si traduce in forme di filantropia e responsabilità sociale, sottolinea l’importanza dell’arte come asset strategico per l’innovazione e la sostenibilità aziendale.
Masturzo rileva inoltre che imprese come Pirelli seguono una filosofia di ‘Umanesimo industriale’ e ‘Cultura politecnica’, integrando saperi scientifici e umanistici per favorire lo sviluppo sociale e civile.
Tale sinergia tra impresa e arte non solo arricchisce il tessuto culturale del Paese, ma genera benefici concreti per le comunità, rafforzando al contempo l’identità aziendale e la percezione del brand da parte di clienti e investitori.
Questa riflessione si intreccia perfettamente con la narrazione del libro, che mette in luce il ruolo chiave delle aziende italiane nella promozione dell’arte contemporanea, dimostrando come la creatività e la cultura possano divenire strumenti efficaci per la crescita sociale ed economica.
Per un collezionista, questo volume rappresenta non solo una mappa delle più importanti collezioni d’arte corporate italiane, ma anche una guida per comprendere le dinamiche del mecenatismo moderno e del rapporto sempre più stretto tra arte e impresa.
Uno degli elementi di maggiore fascino di questa pubblicazione è la vastità e la qualità delle opere presentate. Le 250 immagini riprodotte nel volume rappresentano un viaggio visivo affascinante, che spazia dagli anni Venti del Novecento fino ai giorni nostri.
Un collezionista non può che rimanere affascinato dalla varietà delle opere, che comprendono capolavori di artisti italiani e internazionali di grande fama, spesso custoditi in ambienti aziendali inaccessibili al grande pubblico.
Il libro si pone così come un’occasione per esplorare una dimensione del collezionismo poco conosciuta e scarsamente documentata. Per chi è già impegnato nel mondo del collezionismo, questo volume offre anche una preziosa mappatura di collezioni che esprimono non solo il gusto e la sensibilità artistica degli imprenditori italiani, ma anche un impegno concreto nel supportare la produzione artistica contemporanea.
Si tratta di un’iniziativa ambiziosa, promossa dal Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria e patrocinata dal Ministero della Cultura, che mette in risalto la relazione virtuosa tra impresa e arte.
Il legame tra questi due mondi, apparentemente distanti, viene qui esplorato con rigore e passione, dimostrando come l’arte possa influenzare l’innovazione aziendale e come l’impresa, a sua volta, possa sostenere la crescita della creatività e della cultura.
Un altro aspetto che rende questo volume irrinunciabile per qualsiasi collezionista è l’alta qualità delle ricerche e delle testimonianze incluse.
Grazie al lavoro di raccolta dati condotto tramite questionari rivolti a numerose aziende italiane, il volume offre uno spaccato dettagliato sulle dinamiche di acquisizione e gestione delle collezioni corporate. Viene esplorato come queste raccolte nascano dalla passione individuale degli imprenditori e come, nel tempo, diventino un vero strumento di sviluppo per le aziende.
Tuttavia, non è solo l’aspetto economico a guidare queste collezioni: il vero motore, come sottolineano gli autori, è la passione per l’arte e il desiderio di contribuire alla scena culturale contemporanea.
Dal punto di vista legislativo e normativo, il libro affronta anche un tema cruciale per chi si occupa di collezionismo: l’assenza, in Italia, di una legislazione chiara e specifica che regoli le collezioni d’arte aziendali.
In altri Paesi, come la Germania, esistono già normative che favoriscono l’investimento in arte da parte delle imprese, rendendo questo settore più competitivo a livello internazionale.
Un collezionista che guarda anche agli aspetti giuridici e fiscali del mondo dell’arte troverà in queste pagine un prezioso stimolo a riflettere sulla necessità di sviluppare strumenti regolatori più efficaci in Italia.
Il progetto editoriale, inoltre, sottolinea come il collezionismo corporate non sia solo un fatto di acquisizioni: le aziende italiane, come dimostrano le interviste raccolte nel volume, partecipano attivamente alla vita culturale del Paese, prestando opere alle mostre, sponsorizzando eventi e sostenendo artisti emergenti.
Un collezionista che voglia comprendere fino in fondo l’ecosistema artistico italiano non può ignorare il ruolo sempre più centrale che le imprese giocano nel promuovere la cultura.
Questo volume, dunque, non è solo una celebrazione del collezionismo aziendale, ma anche una riflessione profonda sulle nuove dinamiche del mondo dell’arte. Inoltre, la scelta di concentrarsi sull’arte moderna e contemporanea è particolarmente significativa.
Negli ultimi decenni, infatti, il mercato dell’arte contemporanea ha conosciuto una crescita esponenziale, e le collezioni aziendali hanno spesso anticipato tendenze e movimenti artistici che si sono poi affermati a livello internazionale.
Per un collezionista, scoprire come le imprese italiane siano state in grado di valorizzare artisti emergenti, dando loro visibilità e supporto, rappresenta un esempio ispirante di mecenatismo moderno.
Si dimostra quindi come il “collezionismo corporate” possa essere un importante motore di sviluppo per il mercato dell’arte, non solo a livello economico, ma anche in termini di innovazione e creatività.
Le testimonianze incluse nel volume rivelano anche un aspetto particolarmente interessante per i collezionisti: la gestione delle collezioni corporate spesso coinvolge professionisti esterni, curatori e direttori artistici, che aiutano le aziende a costruire una visione coerente e strategica per le proprie raccolte.
Questo approccio altamente professionale offre un modello interessante per chiunque sia coinvolto nel mondo del collezionismo, suggerendo che la collaborazione con esperti possa portare a risultati straordinari, sia in termini di valore culturale che di impatto economico.
In sintesi, “Il segno dell’arte nelle imprese” è un’opera di riferimento imprescindibile per tutti i collezionisti di arte moderna e contemporanea.