Fare previsioni sul mercato dell’arte non è mai semplice. Sono tanti i fattori che possono favorire o compromettere un risultato. Non ultimo il fatto che la settimana che va dal 13 al 19 ottobre vede Londra letteralmente affollata di eventi legati al mercato dell’arte: 8 aste di moderna e contemporanea, la fiera Frieze e le sue tante (troppe) collaterali e chi più ne ha più ne metta. Dando, però, uno sguardo ai cataloghi delle due Italian Sales in programma da Christie’s (16 ottobre) e Sotheby’s (17 ottobre), l’idea è che quest’ultima potrebbe superare nettamente la rivale proseguendo, così, il testa a testa tra le due case d’asta sul fronte dell’arte italiana che, dal 2001 – anno del lancio delle Italian Sales –, vede una continua alternanza al vertice tra le due case. Perché ho questo sentore? Forse perché l’asta di Christie’s, per quanto di altissima qualità, mi sembra sia un po’ la fotocopia delle edizioni passate, mantre Sotheby’s ha puntato molto sull’empatia, proponendo non solo delle opere d’arte di qualità museale, ma delle storie. Il che, a mio avviso, dà un bel valore aggiunto ad un catalogo già di per sè di altissimo livello.
Christie’s gioca sul sicuro
Squadra che vince non si cambia. E Christie’s, il 16 ottobre prossimo, forte dei successi dell’edizione 2013 e dell’asta Eyes Wide Open, An Italian Vision dello scorso febbraio, punta sul quartetto, ormai ben collaudato, Manzoni-Arte Povera-Fontana-Burri. Coadiuvato dai sempre ottimi Bonalumi, Castellani, Morandi, De Chirico e Marini. 66, complessivamente le opere inserite in catalogo, per un risultato finale che, stando alle stime pre-asta, dovrebbe aggirarsi tra 19.6 e i 28.2 milioni di sterline. Tra i lotti di punta della vendita in programma la prossima settimana in King Street: un Achrome di Piero Manzoni (stima 2-3 milioni di sterline); Rosso e Nero di Alberto Burri del 1955 (stima 1.5-2 milioni £) e la Colonna del 1968 di Alighiero Boetti (stima: 1-1.2 milioni di £), un’opera di fondamentale importanza, che segna il culmine delle prime sperimentazioni sull’arte povera e l’inizio della direzione più concettuale che la produzione dell’artista prenderà dopo questo anno cruciale.
Completano il panorama delle opere con le stime di partenza più alte, una Mappa Verde di Boetti e una Combustione Plastica di Burri. Entrambe quotate 1.5-2 milioni di sterline. Alcune delle opere in vendita provengono da un’importante raccolta creata da un collezionista privato ed incentrata sullo sviluppo dell’arte italiana dal dopoguerra.
Sotheby’s cala l’asso
Se Christie’s mette sul piatto un ottimo catalogo composto da nomi importanti della storia dell’arte, Sotheby’s punta su una storia dell’arte con tutto il pathos e l’attenzione che questa scelta può suscitare tra i collezionisti. Cinquant’anni fa esatti, infatti, Giò Ponti – all’epoca direttore della rivista Domus – sfidò i propri lettori mettendo in palio il suo progetto Lo Scarabeo Sotto la Foglia: chi avesse avuto il coraggio di realizzare l’abitazione se lo sarebbe aggiudicato. Vinse l’ingegnere e collezionista Giobatta Meneguzzo che costruì l’edificio sulle colline di Malo, nei pressi di Vicenza, affidando gli interni alla designer Nanda Vigo. Grazie a quest’ultima arrivarono a Malo alcuni degli esponenti del Gruppo Zero che, insieme, realizzarono – in quattro opere – un sorta di manifesto del movimento intitolato, non a caso, Lo Scarabeo Sotto la Foglia.
Proprio questi quattro capolavori andranno all’asta il prossimo 17 ottobre nell’Italian Sale da Sotheby’s: un Teatrino Bianco di Lucio Fontana (400-600 mila £); Bianco di Agostino Bonalumi (300-400 mila £); Bianco di Turi Simeti (80-120 mila £) e Superficie Bianca di Enrico Castellani (1-1.5 milioni di £). Le stime pre-asta, come si vede, non sono da capogiro, ma conviene tenere sott’occhio questo gruppo di opere. In particolare sapendo che il Guggenheim Museum di New York sta per inaugurare, il prossimo 10 ottobre, un’importante retrospettiva dedicata al Gruppo ZERO: ZERO Countdown to Tomorrow (1950-1960). Non è un caso, d’altronde, che i lotti di punta dell’asta di Sotheby’s portino quasi tutti la firma dei protagonisti del Gruppo, primo fra tutti Pietro Manzoni. Sua l’opera più “cara” dell’appuntamento: un Achrome del 1958-1959 in catalogo con una stima tra i 5 e i 7 milioni di sterline. Al secondo posto Lucio Fontana di cui Sotheby’s – tra le altre opere – mette all’incanto un Concetto Spaziale. Attese, dalla storia decisamente particolare. Proveniente dalla collezione di un chirurgo milanese, questo dipinto era, in origine, di proprietà del pittore Roberto Crippa che lo regalò al medico dopo che gli aveva salvato gli arti inferiori.
Infine, ci piace ricordare in chiusura, il bellissimo disegno, Volo di Rondini, di Giacomo Balla che apre l’asta e proveniente dalla Collezione di Alfredo Barr, mitico fondatore del MoMa di New York. Datato 1913, il disegno è in vendita con una stima inziale tra le 180 e le 250 mila sterline. Complessivamente, il catalogo di Sotheby’s comprende 49 opere con un’aspettativa finale tra i 21.8 e i 33.3 milioni di sterline.