Salgono a 5, quest’anno, gli italiani inseriti nella Power 100, la classifica annuale delle persone più influenti del mondo dell’arte stilata dal magazine americano Art Review: il curatore Massimiliano Gioni (19°), le collezioniste Miuccia Prada (61°) e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (77°), i galleristi Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo della Galleria Continua (69°) e Massimo De Carlo (72°). Un quintetto che permette al nostro paese di essere al 5° posto tra le nazioni più rappresentate nella classifica della prestigiosa rivista che, fondata nel 1949, è una delle testate più importanti al mondo per quanto riguarda l’arte contemporanea. Meglio dell’Italia fanno solo la Francia – che pur avendo anch’essa 5 rappresentanti li ha però in posizioni migliori -, il Regno Unito (13), la Germania (14) e gli Stati Uniti (27).
Gli italiani in continua ascesa
Direttore della Fondazione Trussardi e direttore associato del New Museum di New York, Massimiliano Gioni (n. 1973) è nella Power 100 fin dal 2008, quando vi entrò al 78° posto e, fatta eccezione per uno scivolone che nel 2010 lo porta in 91ª posizione, è da sempre in ascesa. Oggi è al 19° posto, dopo aver scalato, in un solo anno, 6 posizioni. La sua, d’altronde, è una carriera fulminante che lo vede, in pochi anni, diventare, da caporedattore di FlashArt, curatore di fama internazionale. La sua prima “impresa” è la mostra La Zona organizzata, su incarico di Francesco Bonami, durante la 50ª Biennale di Venezia (2003). Poi è la volta di Manifesta 5 nel 2004. Tra il 2004 e il 2007 è in Grecia come consulente delle collezioni Dakis Joannou e Deste Foundation, mentre nel 2006 cura la quarta Biennale di Berlino con Maurizio Cattelan e Ali Subotnick, curatrice dell’Hammer Museum di Los Angeles. Nel frattempo, nel 2003, è diventato direttore della Fondazione Trussardi e nel 2007 direttore associato del New Museum of Contemporary Art di New York. Collabora alle Biennali di Lione (2007) e Sydney (2008), mentre nel 2010 cura la Biennale di Gwangju in Corea del Sud (2010) che ottiene un grande successo di pubblico, con più di cinquecentomila visitatori, ed ottime critiche.
![Massimiliano Gioni. Footo: Marco de Scalzi. Courtesy: Fondazione Nicola Trussardi](http://www.collezionedatiffany.com/wordpress/wp-content/uploads/2015/10/2015-Absolut-Art-Award-Jury-President-Massimiliano-Gioni.-Photo-by-Marco-de-Scalzi.-Courtesy-Fondazione-Nicola-Trussardi-Milan-768x1024.jpg)
Rientra alla grande nella Power 100 Miuccia Prada, che mancava da questa classifica dal 2012 quando si trovava al 93° posto. Dopo due anni di assenza la grande collezionista e imprenditrice italiana torna in 61° posizione grazie anche al progetto della nuova sede per la sua Fondazione in Largo Isarco a Milano, disegnata da Rem Koolhaas e che si estenderà, una volta completata, su 19.000 mq. (Leggi -> Il senso di Prada per l’arte)
![Miuccia Prada fotografata da Guido Harari (1999)](http://www.collezionedatiffany.com/wordpress/wp-content/uploads/2015/10/006-miuccia-prada-theredlist-697x1024.jpg)
Nella Power 100 dal 2009, il trio della Galleria Continua di San Gimignano – Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo – scala ben 22 posizioni in un solo anno, passando dal 91° al 69° posto. La loro galleria, d’altronde, oltre a rappresentare alcuni degli artisti più importanti del mondo dell’arte, da Anish Kapoor a Michelangelo Pistoletto, passando per Pascale Marthine Tayou, Kendell Geers e Ai Weiwei, tanto per citarne alcuni, in 25 anni di storia è cresciuta enormemente e dopo essere stata una delle prime gallerie ad arrivare in Cina, quest’anno ha aperto una sede a Cuba. Oltre ad essere presente in Francia e, ovviamente, in Italia. Diventando così una realtà globale di primo piano sulla scena internazionale. (Leggi -> Galleria Continua vince il Premio Eccellenza Italiana)
![Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo](http://www.collezionedatiffany.com/wordpress/wp-content/uploads/2015/10/IMG20100329122220583_900_700.jpeg)
Quattro posizioni più in basso rispetto ai colleghi toscani, si trova il gallerista milanese Massimo de Carlo (71°) che nelle sue sedi di Milano e Londra rappresenta sia artisti ormai di consolidati, come George Condo e Rudolf Stingel, sia astri nascenti come Josh Smith e Dan Colen. Ma è la sua costante volontà di spingere artisti commercialmente difficili come Paul Chan, Spartacus Chetwynd e Elmgreen & Dragset a renderlo potente.
![Il gallerista Massimo De Carlo](http://www.collezionedatiffany.com/wordpress/wp-content/uploads/2015/10/02-3398787_0x440.jpg)
Chiude il quintetto italiano Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, anche lei un ritorno in classifica dove quest’anno si colloca in 77° posizione. In passato era stata nella Power 100 nel 2002 (96°). Da due anni nella classifica dei 200 collezionisti internazionali più attivi del mondo, stilata annualmente da ArtNews, la collezionista torinese quest’anno è stata determinante per il lancio di FACE, la una nuova rete tra istituzioni europee private (Deste Foundation, Fondazione Ellipse, La Maison Rouge e Magasin 3) nata per promuovere la collaborazione e il prestito di opere delle rispettive collezioni e, più in generale, aiutare le istituzioni pubbliche. Campo, quest’ultimo, in cui Patrizia Sandretto Re Rebaudengo è attiva da tempo, facendo parte di vari consigli d’amministrazione e comitati, come quelli che si occupano di mecenatismo e acquisizioni alla Tate di Londra, al MOMA e al New Museum di New York. Quest’anno, inoltre, ha finanziato il lavoro di Ed Atkins alla Biennale di Istanbul ed è membro della giuria dell’ Hugo Boss Asia Art Prize. (Leggi -> L’arte come missione: il collezionismo di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo)
![Patrizia Sandretto Re Rebaudengo](http://www.collezionedatiffany.com/wordpress/wp-content/uploads/2015/10/patrizia-sandretto-re-rebaudengo-intervista-progetti-per-futuro-161829_L.jpg)
Per quanto possano valere le classifiche, l’incremento della presenza italiana nella Power 100 è certamente un segnale positivo e ci fa capire che anche l’Italia potrebbe avere un ruolo più significativo nel mondo dell’arte contemporanea, se solo fossero modificate alcune condizioni. In primo luogo se venissero attivate delle politiche culturali concrete e credibili, in grado dar forza ad un sistema dell’arte italiano decisamente debole, frammentato e che oggi non solo non è in grado di sostenere istituzionalmente le carriere dei nostri migliori artisti, ma neanche di mantenere vivaci quelle realtà museali che si occupano di arte contemporanea. Non è un caso, d’altronde, se tra gli italiani presenti nella classifica stilata da Art Review non compare nessun nostro artista o direttore di museo, quando la Francia, ad esempio, su 5 presenze in classifica può contare, oltre che su due collezionisti di rango come François Pinault e Emmanuel Perrotin, anche su un artista (il concettuale Pierre Huyghe) e sulla coppia Bernard Blisténe & Serge Lasvignes, rispettivamente direttore e presidente del Centre Pompidou. Se il nostro Paese riesce ancora a difendersi, d’altronde, è merito troppo spesso di singole individualità che riescono a far bene nonostante l’assenza totale di politiche e di fondi per il contemporaneo. A livello internazionale, di fatto, l’unica realtà italiana legata alla produzione artistica contemporanea ritenuta realmente influente è la Biennale di Venezia.