Negli ultimi anni, l’emergere di nuove tecnologie innovative ha cambiato e sta cambiando il mercato dell’arte.
Un settore, quello legato alla compravendita di opere d’arte, storicamente e tradizionalmente legato ai rapporti umani e alla capacità di intessere una rete di contatti personali, si sta progressivamente trasformando, in parte adeguandosi alla “rivoluzione digitale” che contraddistingue il nostro secolo.
Questo processo di digitalizzazione nel mercato dell’arte ha preso il via con l’introduzione della tecnologia Blockchain e delle piattaforme per la vendita di NFT, con la diffusione delle aste in streaming, e che recentemente vede come prossimo grande cambiamento l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) nell’ambito della valutazione delle opere d’arte.
Un campo finora dominato da pochi esperti, le cui perizie sono capaci di incidere profondamente sul valore commerciale attribuibile ad un’opera d’arte.
Nel 2021 è stata fondata Appraisal Bureau, una delle attuali principali aziende che si occupano di eseguire valutazioni di opere d’arte mediante l’impiego dell’intelligenza artificiale, rendendo il processo più accessibile e trasparente.
La fondatrice, Caroline Taylor, con una carriera iniziata al Met e alla Phillips, e poi come curatrice alla Deutsche Bank, ha creato questa azienda con l’obiettivo di offrire valutazioni neutrali, non basate su uno studio soggettivo, e guidate dalla tecnologia, in risposta a un sistema dove spesso chi valuta ha anche interessi di vendita.
Grazie a una piattaforma proprietaria basata su intelligenza artificiale, Appraisal Bureau, offre valutazioni dinamiche e accurate, in virtù di una stretta collaborazione con gallerie che condividono dati riservati, facilitando così stime precise e affidabili.
Un altro esempio di azienda all’avanguardia è Artory, fondata da Nanne Dekking nel 2016. Artory utilizza la tecnologia Blockchain per registrare informazioni sulle opere e la loro provenienza, combinando questa tecnologia con un vasto database di transazioni pubbliche e private.
Collaborando con il Winston Art Group (principale società indipendente di consulenza e valutazione del patrimonio artistico), Artory offre un’analisi accurata del mercato grazie ai dati raccolti da oltre 44 milioni di transazioni presso 4.000 case d’asta.
Da quando è stata fondata, Artory ha registrato e tokenizzato su Blockchain oltre 1,5 miliardi di dollari in opere d’arte e oggetti da collezione.
Anche ARTDAI, fondata da Jamie LaFleur, segue un modello simile. Con un background da commerciante d’arte,LaFleur ha creato una piattaforma che sfrutta l’IA per gestire grandi collezioni d’arte, organizzando e analizzando enormi quantità di dati provenienti da varie fonti.
L’obiettivo è di fornire ai collezionisti, agli assicuratori e agli istituti finanziari strumenti che rendano le valutazioni più efficaci e comprensibili nel contesto finanziario.
La missione di ARTDAI è quella di sfruttare l’intelligenza artificiale per fornire approfondimenti basati sui dati che completino, anziché sostituire, il giudizio umano, assicurando che le valutazioni riflettano la piena complessità del mercato.
Nonostante la crescente adozione di queste tecnologie, le principali case d’asta – Sotheby’s, Christie’s e Phillips – non hanno ancora implementato appieno l’IA nelle loro valutazioni.
Tuttavia, con banche, istituti finanziari e grandi collezionisti già coinvolti, probabilmente è solo questione di tempo prima che l’intero settore segua questa tendenza, favorendo un approccio ibrido tra l’esperienza umana e l’impego dell’IA.
Parallelamente, si assiste a tentativi di rendere più trasparenti e accessibili anche le garanzie d’asta. Le garanzie assicurano al venditore che un’opera sia venduta ad un importo fissato (di solito al di sotto della stima minima) prima di essere messa all’asta.
Il garante di questa operazione può essere la casa d’aste stessa o una terza parte che, a fronte del rischio di acquistare l’opera per cui garantisce il prezzo, riceve in cambio una commissione di finanziamento, oltre che una parte di guadagno se l’opera viene venduta al di sopra della stima massima.
White Glove, una startup tecnologica, ha introdotto un modello che consente a qualsiasi casa d’aste, fisica o online, di negoziare prezzi di vendita minimi garantiti, cercando così di rendere più accessibili e trasparenti le garanzie d’asta.
In collaborazione con Artclear, che utilizza la blockchain per creare certificati digitali di autenticità, White Glove sta cercando di democratizzare le garanzie, tradizionalmente riservate a opere d’arte di altissimo valore, per renderle applicabili anche a opere e oggetti di lusso di valore inferiore.
In conclusione, l’introduzione di IA e Blockchain nel mercato dell’arte potrebbe rappresentare una svolta epocale, migliorando la trasparenza, l’accesso ai dati e l’accuratezza delle valutazioni.
Tuttavia, l’adozione su larga scala e l’accettazione da parte degli attori tradizionali del mercato richiederà, come ogni cambiamento, del tempo.