Domani è la festa dell’Europa (9 maggio) nata per celebrare la pace e l’unità in Europa. La data è l’anniversario dello storico discorso tenuto a Parigi, nel 1950, dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman che esposte la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l’Europa, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee. Un anno dopo sarebbe nata la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) e per questo la proposta di Schuman è considerata l’atto di nascita dell’Unione europea.
Ma cos’è oggi per noi l’Europa? Se l’è chiesto Lisa Borgiani, artista milanese, che ha dato vita al progetto fotografico What is Europe to you?, ancora in corso di realizzazione nelle principali città e capitali europee e che sarà presentato a Milano proprio domenica 9 maggio, in occasione della Festa dell’Europa.
Un viaggio artistico che vuole rappresentare il sentimento europeo attraverso un dialogo tra immagini e parole, nel quadro di una riflessione legata alle storie delle singole persone che ne compongono la comunità senza alcun limite di nazionalità, professione, background sociale e culturale.
Nicola Maggi: Domani, 9 maggio, il tuo progetto What is Europe to you? verrà presentato ufficialmente. Ci racconti come è nato?
Lisa Borgiani: «Sì, domani sará la Festa dell’Europa! Sono felice e onorata di presentare il mio racconto fotografico in questa importante occasione in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia insieme ad altri partner: Associazione La Nuova Europa, Master in Design the Digital Strategy, POLI.design del Politecnico di Milano, Ashtart Creative Consultancy, Perimetro, Villa Vigoni e MIA Photo Fair.
Il lavoro è nato ufficialmente nel 2019, ma già da diversi anni mi chiedevo quale fosse il significato di Europa per me, senza riuscire a darmi una vera risposta. Così ho pensato di chiederlo direttamente ai cittadini europei costruendo un dialogo tra ritratti e sentimenti.
L’idea è quella di fotografare in bianco e nero le persone che incontro per la strada in diversi punti delle città, senza limiti di nazionalità, professione, background sociale e culturale, mostrando il contesto in cui vengono colte. Mentre le ritraggo porgo a tutte la stessa domanda: What is Europe to you? Cosa significa per te l’Europa? Un ritratto e una parola chiave esprimono il loro sentimento».
N.M.: Iniziato come “viaggio artistico” tra le capitali europee, What is Europe to you? ha visto poi la collaborazione del Politecnico di Milano…
L.B.: «A luglio 2019 sono partita per Atene con la giornalista Marta Ottaviani. Insieme abbiamo esplorato le zone centrali e quelle più periferiche cogliendo ritratti e voci dei cittadini più diversi: professori, impiegati, artigiani, immigrati, studenti, operai, intellettuali e molti altri. Il viaggio è proseguito con lo stesso format (ritratto+parola chiave) anche a Berlino nel 2019 in occasione del trentesimo anniversario della caduta del muro. A inizio 2020 ho continuato il lavoro anche a Milano (pre-lockdown) e a Roma (luglio 2020).
Ad oggi ho raccolto circa 250 ritratti e sentimenti pubblicati in volumi a cura di Alessandro Colombo. Contemporaneamente ho avviato una bellissima collaborazione con il Master in Design the Digital Strategy, POLI.design del Politecnico di Milano. Gli studenti del Master hanno ideato 4 strategie digitali per raccogliere il sentimento dei cittadini anche da remoto.
Domenica 9 maggio alle ore 11, nell’ambito del Ventotene Europa Festival presenteremo il progetto con la partecipazione degli studenti di diverse università in Italia (Politecnico di Milano, Bocconi, Cattolica etc…) e in Europa in collaborazione con l’Associazione La Nuova Europa e Perimetro.
Tutte le testimonianze raccolte saranno pubblicate online sul sito del progetto www.whatseurope.eu ed esposte in una sezione dedicata durante le mie prossime mostre fisiche. Mentre chi vuole partecipare al progetto può farlo collegandosi a questo LINK e compilando il form».
N.M.: Riguardando i tuoi lavori precedenti, tra installazioni e collage, sembra che con questo tuo ultimo progetto quelle reti che sono così centrali nella rua pratica siano entrate in una nuova dimensione…
L.B.: «Esplorare il fantastico mondo delle installazioni è molto emozionante in particolare quando ho la possibilità di confrontarmi con architetture importanti.
Mi riferisco alla serie “L’imprevisto incontra il razionalismo”, un dialogo tra le architetture razionaliste di Pietro Lingeri (Villa Leoni e casa A per artisti sull’isola Comacina_1938-1944) e le installazioni mobili che realizzo con reti da pesca e da calcio, materiali di scarto che ho scelto per la loro leggerezza, flessibilità, trasparenza e in continuo cambiamento grazie alle azioni impreviste degli elementi naturali: la luce e il vento, in particolare, rendono la geometria mutevole e mobile appunto, offrendo al pubblico sempre nuovi punti di osservazione dai quali godere dell’installazione in modo dinamico.
Come mi ha fatto recentemente notare la curatrice Gigliola Foschi anche in questi lavori, come nel progetto fotografico, l’imprevedibilità dell’installazione si fonde con la razionalità dell’architettura».
N.M.: Ci parli della tua ricerca artistica e di quella che hai chiamato, appunto, L’arte delle reti?
L.B.: «L’arte della rete è un concetto sia metaforico (la connessione tra passato e presente, la rete di relazioni tra persone) sia teorico e pratico. In merito a questa ricerca l’architetto Alessandro Colombo scrive: “L’idea si incentra sulla creazione di ‘enne’ forme tridimensionali dell’installazione composta da reti e sulla mobilità, ovvero sulla sua continua trasformazione fisica nello spazio, nel tempo e nell’ambiente grazie all’utilizzo dei punti di tensione mobili. Il concetto dei punti di tensione mobili si basa sulle infinite possibilità di trasformare la geometria e il disegno delle reti tramite la creazione di vertici e curve in tensione ancorati in vari punti. Questi punti vengono studiati (e trovati) sulla base dell’ambiente nel quale prendono vita e con il quale vanno ad interagire”».
N.M.: Ah, quasi dimenticavo… so che può suonare un po’ scontato ma: What is Europe to you?
L.B.: «Per me l’Europa è un grande collage di singole identità che, con le loro diversità, compongono la comunità».