Va a Loris Cecchini il Premio ACACIA di quest’anno. Il riconoscimento che dal 2003 l’Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana assegna, con cadenza annuale, a giovani artisti italiani affermati sulla scena internazionale, quale riconoscimento del loro lavoro. Un ottimo modo per festeggiare i suoi primi 25 anni di carriera artistica. Tanto è, infatti, passato da quando l’opera dell’artista milanese apparve per la prima volta in alcune collettive italiane ed estere per poi essere protagonista della prima personale: Farfalle e propano, alla Galleria Bordone di Milano.
Era il 1996 e da quel momento in poi Cecchini avrebbe esposto il suo lavoro a livello internazionale, con mostre personali in prestigiosi musei tra cui Palais de Tokyo a Parigi, Musée d’Art Moderne et Contemporain di Saint-Étienne Métropole, MoMA PS1 a New York, Shanghai Duolun MoMA di Shanghai, Centro Galego de Arte Contemporánea a Santiago di Compostela, Kunstverein di Heidelberg, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato o la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano.
Ma nella sua carriera Loris Cecchini ha partecipato a tantissime esposizioni internazionali tra cui la 56°, la 51° e la 49° Biennale di Venezia, la 6° e la 9° Biennale di Shanghai, la 15° e 13° Quadriennale di Roma, la Biennale di Taiwan a Taipei, la Biennale di Valencia in Spagna, la 12° Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, il Ludwig Museum a Colonia, Palazzo Fortuny a Venezia, Macro Future a Roma. E numerose sono anche le sue installazioni permanenti e site-specific, in particolare a Villa Celle a Pistoia e nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze, alla Fondazione Boghossian di Bruxelles e per il Cleveland Clinic’s Arts & Medicine Institute negli Stati Uniti, a Les Terrasses Du Port di Marsiglia e recentemente sulla facciata della biblioteca Lazzerini di Prato, oltre che nel The Tata Innovation Center di New York.
Adesso questo nuovo premio gli apre le porte del Museo del Novecento della sua città natale, Milano, dove dall’8 settembre 2020 al 31 gennaio 2021, in occasione di MIART e dell’Art Week 2020, l’Associazione ACACIA presenterà la mostra INVITO 2020 che, per il quinto anno, trova sede nelle sale del museo, consolidando la felice collaborazione tra realtà pubblica e privata, con l’obbiettivo comune di conservare e approfondire lo studio delle più recenti sperimentazioni artistiche. Protagoniste dell’esposizione, che ogni anno celebra il vincitore del premio, le opere Waterbones (177) e Aeolian Landforms (Dahkla 137C), del 2020, che grazie alla generosità di ACACIA entrano a far parte della collezione del museo.
Il lavoro recente di Loris Cecchini trae linfa dalla meditazione sul concetto di “organismo”: un sistema in continua evoluzione che si auto-genera, costruendo la propria crescita a partire da un modulo, come avviene in architettura o nell’analisi del linguaggio. L’immaginario dell’artista, popolato da strutture simboliche e auto-poietiche che dialogano con lo spazio circostante, è veicolato da una sottile ricerca sui materiali, dalle gomme alle plastiche ai metalli.
L’installazione Waterbones (177) fa parte di una serie di opere realizzate a partire dal 2009 nelle quali l’artista si concentra sullo studio e sull’indagine della struttura profonda della materia. Letteralmente “ossa di acqua”, l’opera è costituita da moduli di acciaio inox che possono essere assemblati gli uni con gli altri in molteplici varianti. In questo modo la materia assume una doppia valenza: essa è solida come una struttura ossea, ma allo stesso tempo è transitoria, fluida e modellabile come un flusso d’acqua.
Le opere di Cecchini sono entità rizomatiche che seguono uno sviluppo simile a quello delle piante: forme di organizzazione decentralizzate che si ripetono fino a formare strutture vaste e complesse, che lo portano a realizzare anche grandi installazioni ambientali.
La superficie vibrante e monocroma di Aeolian Landforms (Dahkla 137C) ci riporta ai fenomeni di erosione dell’aria e dell’acqua: vibrazioni eccentriche si propagano sulla superficie dell’opera come le dune di sabbia si dispongono nel paesaggio naturale, saturando lo sguardo in un caldo colore giallo che pervade totalmente lo spazio dell’opera.
I soggetti che compaiono nel lavoro di Loris Cecchini includono collages multipli e modelli architettonici dettagliati, roulotte e case sugli alberi reinventate, spazi strutturalmente distorti e superfici prismatiche e trasparenti. La varietà e la morfologia degli elementi si intrecciano costantemente in un continuo processo alternato di decostruzione e ricostruzione situato nello scambio tra realtà fisica dei materiali e presenza virtualizzata. Incorporando elementi provenienti da vari campi interdisciplinari, dalla chimica alle tecnologie innovative, il suo lavoro indaga i limiti della creazione generando un rilevamento continuo di risultati artistici entusiasmanti le cui definizioni sono in continua evoluzione.
L’opera di Loris Cecchini si unisce, così, a quelle di Mario Airò, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Rä di Martino, Lara Favaretto, Linda Fregni Nagler, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Luca Trevisani, Grazia Toderi, Tatiana Trouvé, Marcella Vanzo, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli, donate nel 2015 al Museo del Novecento dall’Associazione ACACIA.