I record d’asta non bastano a tenere a galla il mercato dell’arte che, nei primi sei mesi del 2015, ha fatto registrare un calo del -6% rispetto allo stesso periodo del 2014. A rivelarlo è un recente report realizzato da Artnet da cui emerge come nel primo semestre di quest’anno siano state vendute opere per un valore di 8.1 miliardi di dollari, contro gli 8.6 dello scorso anno. Una notizia che giunge certo inaspettata, visti i tanti risultati eclatanti registrate nelle principali aste internazionali, ma che in fondo era forse prevedibile dopo anni di continua crescita. A determinare questa inversione di tendenza, l’andamento delle principali piazze dell’arte: Regno Unito, Francia, Germania e Cina. Con quest’ultima che fa registrare un vero e proprio crollo: -30%. Tra i mercati più importanti solo gli Stati Uniti si salvano segnando una crescita del +19% sul primo semestre 2014. Da gennaio a giugno 2015, sul mercato americano sono state vendute opere per un valore di 3.4 miliardi di dollari, contro i 2.9 del 2014, con New York che si piazza al primo posto come capitale del mercato. Nella Grande Mela le aste hanno fatto registrare un +20% in valore e un +3.6% in quantità di opere vendute rispetto allo scorso anno.
Calati domanda e vendite
Il dato negativo registrato nel primo semestre del 2015 sul mercato globale dell’arte è dovuto, almeno in parte, al rallentamento delle economie europee e cinese oltre che ad un calo del numero dei lotti presentati in asta (-17%). Ma a determinare quel -6% nei fatturati è stata certamente anche il calo della domanda e del volume di vendita che, a livello mondiale, è passato dal 65% del 2014 al 62% di quest’anno.
Ma i prezzi continuano a salire
Se il fatturato totale del mercato secondario osserva una battuta d’arresto, i prezzi medi delle opere messe all’incanto continuano a salire (+20%) grazie all’incremento nelle vendite dei lotti di fascia alta. E se il prezzo medio è oggi di 69.000$, nel primo semestre di quest’anno sono 766 le opere vendute per cifre superiori al milione di dollari per un totale di 3.8 miliardi (+10%). Di queste ben 71 hanno raggiungo cifre superiori ai 10 milioni: nel 2014 erano state 63. Tra gli artisti che hanno fatto registrare le performance migliori nella prima metà di quest’anno: Pablo Picasso, con oltre 441 milioni di dollari in vendite in asta, e Claude Monet con 289 milioni. Ma nell’elenco stilato da Artnet compaiono anche: Andy Warhol (288 mln); Alberto Giacometti (204 mln); Mark Rothko (181 mln); Gerhard Richter (152 mln); Francis Bacon (150 mln); Cy Twombly (113 mln); Joan Miró (97 mln) e Jean-Michel Basquiat (94 mln).
La “rivincita” dell’arte moderna
La classifica appena presentata anticipa uno dei risultati forse meno attesi in un mercato dove, da tempo, il contemporaneo regna indiscusso: i 10 top lot passati in asta nei primi sei mesi del 2015 hanno totalizzato, complessivamente, più di 800 milioni di dollari, ossia poco meno del 10% dell’intero fatturato del mercato globale. Di questi, circa il 60% appartengono alla categoria Impressionist and Modern e “solo” il 40% al segmento Postwar and Contemporary Art.