Il 27 febbraio si è chiusa a Fondazione Prada la grande retrospettiva su Domenico Gnoli di cui si è tanto discusso. Questa mostra ha avuto il merito di riportare sulle scene un grande artista, un outsider degli anni ‘60, rappresentato da più di cento opere curate in ordine tematico, dove l’amore per il dettaglio e la matericità delle superfici impastate con la sabbia hanno accompagnato i visitatori in un percorso dove la sperimentazione dell’artista risulta lampante.
Ogni macro-inquadratura rimanda a un altro oggetto ingigantito: letti sfatti, asole, capelli, bottoni. L’immaginario di Gnoli è vasto e soddisfa lo sguardo dell’osservatore per il virtuosismo nel colore e nei dettagli e per lo slittamento verso un informale unico, dove l’oggetto perde ogni sua funzione nell’isolamento dell’immagine.
Domenico Gnoli nasce nel 1933 a Roma. Il padre è uno storico dell’arte e gli trasmette l’amore per l’arte rinascimentale, che l’artista studia tramite i suoi libri, dove i dettagli delle opere sono raffigurati in grandi immagini che influenzeranno la sua operazione artistica. Si avvicina successivamente al teatro grazie alla madre, ricoprendo i ruoli di scenografo, illustratore e costumista.
Gnoli eleva ogni oggetto selezionato a icona in cui la volumetria esagerata e il taglio dell’immagine superano la quotidianità dell’oggetto per renderlo concettuale, quasi un’idea. Tra Rinascimento e quinte teatrali, le sue opere vengono apprezzate dopo la sua prematura morte avvenuta nel 1970, quando in Italia l’impegno politico e sociale passano in secondo piano.
Il 2021 è stato un anno di grande ripresa per le opere di Gnoli in asta. Era dal 2016 che i suoi lavori non superavano il milione di dollari. L’anno più fortunato per l’artista è stato il 2014, quando ottiene il suo top lot di carriera con Black Hair (1969), venduto da Christie’s a Londra a 6,2 milioni di sterline.
In questo anno il suo fatturato totale ha raggiunto i 13 milioni di dollari con un totale di 17 opere vendute in asta e il 30% di invenduto, probabilmente grazie anche alla partecipazione delle sue opere alla 55° Biennale di Venezia l’anno precedente.
Dal 2014 al 2020 il suo fatturato si è ridotto dell’11%, mentre nel 2021 si è improvvisamente rialzato arrivando ad ottenere 14 opere vendute in asta per un totale di 10 milioni di dollari. Il top lot dell’anno è stato Unbuttoned button (1969) venduto a Parigi a 6,6 milioni di euro da Millon & Associés SAS.
Le opere pittoriche rappresentano il 97% del suo fatturato, facendogli ottenere negli ultimi venti anni un fatturato totale che si avvicina ai 50 milioni di dollari. Il suo mercato è però altalenante: pochi anni molto buoni, come il 2011, 2014 e 2021, trascinano quelli più negativi che sono la maggioranza dal 2002. Sicuramente, la retrospettiva a Fondazione Prada ha contribuito alla riscoperta di questo grande artista: solo nell’ultimo anno i suoi prezzi hanno avuto una crescita dell’11%.
Il 47% del suo fatturato è stato realizzato da opere che hanno ottenuto un prezzo di battuta superiore ai 5 milioni di dollari, che sono infatti i tre top lot di carriera dell’artista. Mentre il 39% da opere che sono state battute tra l’1 e i 5 milioni: solo queste 10 opere insieme hanno ottenuto i 23,7 milioni di dollari.
La maggioranza delle opere, circa 51, hanno ottenuto un prezzo tra i 10 e i 50 mila dollari, ma queste rappresentano il 2,5% del suo fatturato totale. Le sue opere sono maggiormente apprezzate in Inghilterra: circa il 61% delle sue opere sono state battute a Londra. A pari merito, si posizionano Parigi e New York con il 16% delle opere di Gnoli vendute nelle grandi aste di Arte Contemporanea o Post War.
Ed è proprio a Londra che il 2 Marzo si è tenuta la Evening Auction di Arte Moderna e Contemporanea di Sotheby’s, guidata dalla grande opera di Magritte L’impero delle Luci che ha ottenuto 79,8 milioni di dollari, dove ha figurato al lotto numero 105 l’opera di Gnoli La Tranche del 1965. L’opera ha raggiunto 2.450.000 sterline, doppiando la stima minima, apprezzata per l’incredibile esplorazione dell’oggetto: una fetta di torta dalla maestosità rinascimentale.