Dopo un 2011 negativo (-32%) per il mercato d’arte italiano, gli operatori si aspettano un 2012 all’insegna della stabilità. Pubblicato il Rapporto Nomisma 2012 sul mercato dei beni artistici.
Il 3 luglio scorso Nomisma ha presentato il suo rapporto annuale sul mercato dei beni artistici. Nel 2011 l’Italia, con un giro d’affari stimato sui 1.561 milioni di euro, ha intercettato solo l’1% degli scambi a livello mondiale, confermandosi un mercato esiguo, dove il segmento dell’arte moderna e contemporanea pesa per il 40% (637,1 milioni di euro). Analizzando gli scambi soggetti a Diritto di Seguito (superiori ai 3.000 euro, ndr), si può notare come, dopo il forte calo del biennio 2008-2009 (-43%), il fatturato italiano sia calato di un ulteriore 32% nel biennio successivo, recuperando quote solo nel 2010 per poi far registrare, nel 2011, ancora un -32%.
Dal punto di vista territoriale, negli ultimi quattro anni le regioni principali per il mercato nazionale dell’arte sono state Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana e Lazio ma la loro quota è passata dal 93,4% del 2008 all’86,3% del 2011. Un calo a cui è corrisposta una crescita di Veneto e Lazio e l’emergere di Liguria ed Emilia Romagna. Nel 2011, comunque, Toscana e Piemonte sono tornate a crescere, anche se moderatamente – +1,55% la prima e +1,43% la seconda –, mentre il Veneto è calato dell’1,32%.
Nel quadriennio analizzato dal Rapporto si può osservare un costante predominio delle vendite in Galleria rispetto a quelle in Asta. Nel complesso, peraltro, tra il 2010 e il 2011 il fatturato delle sette Case d’Asta più importanti del Paese è calato del 2%, passando da 117,6 a 115,2 milioni di euro. Calato anche il numero delle aste che si sono tenute in Italia: erano 76 nel 2010, sono state 70 nel 2011.
Da questo scenario negativo sembra salvarsi solo il segmento relativo all’arte visiva moderna e contemporanea che, in Italia, ha avuto un andamento positivo in termini di performance di vendita. Performance, comunque, ben al di sotto di quelle registrate a livello internazionale e questo per due motivi fondamentali, uno congiunturale e uno strutturale:
- L’Italia sta soffrendo la crisi economica in atto in modo più accentuato rispetto ad altre aree e i tempi di ripresa, per il nostro paese, sono più lunghi che per altri;
- Sul mercato italiano raramente vengono vendute opere di importanza internazionale, mentre vi circolano molti lavori di fascia medio-bassa.
Il confronto tra l’indice dei prezzi italiani e quello dei prezzi internazionali ci consegna, comunque, la rassicurante immagine di un mercato nostrano meno rischioso di altri, anche se nel primo semestre del 2012 la flessione registrata e la stessa per entrambi gli indici.
Dando uno sguardo, invece, all’indice delle vendite di arte moderna e contemporanea in Galleria e in Casa d’Asta emerge come fino al boom del 2008 le due serie si siano mosse con lo stesso passo. Nei primi sei mesi del 2009 si è assistito, invece, ad una crescita costante delle Gallerie – durata fino al primo semestre 2010 – a cui è corrisposto un forte calo delle case d’asta che, però, sono tornate a crescere in modo esponenziale tra la fine del 2009 e il primo semestre del 2010 giungendo ad invertire la tendenza. Le due serie si sono poi riallineate nel secondo semestre del 2010 dopo un calo marcato delle Case d’Asta. Una diversità di andamento che secondo i ricercatori di Nomisma può essere imputata ad una diversa reattività degli operatori: se le Gallerie sono riuscite a contrastare le fluttuazioni controllando le vendite per ridurre il rischio, si legge nel Rapporto, le Case d’Asta hanno reagito più prontamente alle oscillazioni.
Al di là di tutto, comunque, i galleristi italiani che si occupano di arte contemporanea guardano con ottimismo al 2012. Dall’indagine condotta da Nomisma-LUM emerge, infatti, che il 45,2% dei galleristi intervistati si aspetta un anno stabile o in lieve aumento e il 9,5% addirittura un forte aumento del proprio giro d’affari. Sul fronte dei prezzi, invece, oltre il 67% prevede un andamento dei prezzi costante o un lieve aumento, mentre solo un 2,3% si attende una forte crescita dei prezzi. Nel loro complesso, gli operatori del mercato dell’arte contemporanea sono propensi, quindi, per un 2012 all’insegna della stabilità.