Si è chiusa questa domenica la settimana dell’arte nella sempre più vibrante Città del Messico, (6-12 Febbraio) che si conferma in crescita sia in termini di offerta, che di potenziale domanda. Alto l’interesse e l’affluenza in tutte le fiere (con record per ZONA Maco con più di 77mila visitatori), grazie anche a nuovi pubblici in città: nelle strade ormai si sente parlare inglese (e soprattutto americano) quanto lo spagnolo, dati i tanti digital nomads che l’hanno scelta, finendo talvolta per rimanervi.
Diversa è però l’opinione degli espositori internazionali, che lamentano anche quest’anno la lentezza nelle trattative, che spesso non conducono alle vendite finali, come ha commentato Eduardo Secci: “A Maco mancano i collezionisti che comprano da internazionali e il supporto della fiera promuovere le gallerie da fuori”.
Durante l’opening di ZONAMACO non sono mancati comunque avvistamenti di collezionisti influenti della regione come Ella Fontanal-Cisneros, Antonio Murzi, Eddy Pinilla, Zacarías Martín. Numerosi anche curatori di musei internazionali, fra cui Eugenio Viola del MAMBO Bogotà, e alcuni nomi dal Whitney Museum of American Art, Denver Art Museum, MoMA New York, Pérez Art Museum Miami, Museum of Contemporary Art, Los Angeles (MOCA) – Los Angeles, fra gli altri.
Preferiscono invece Material e Salon Acme i collezionisti internazionali, soprattutto americani, attenti soprattutto alla scena emergente, come ha dichiarato la coppia Jane Park e Emiliano Casarosa fondatori di La Casa Park.
In tutte le fiere, a riportare vendite già nelle prime sono state di fatto soprattutto le gallerie locali, come l’opera di Donna Huanca venduta per 95.000 USD da Travesia Cuatro, parte della nuova serie prodotta per la mostra personale appena aperta al MAZ Zapopan museum.
Bene già il primo giorno anche per RGR, con vendite sia di un’artista internazionale come France-Lise Mcgurn (prezzi 30.000/70.000K USD) che di maestri latini come Carlos Cruz-Diez (prezzi intorno ai 70.000 USD ) e Raffael Jesus Soto, di cui la galleria ha aperto in questa settimana nei propri spazi una personale in collaborazione con la fondazione.
Il mercato messicano si conferma però anche visionario sostenitore di opere più impegnative e di valenza museale, come nel caso dell’ampia installazione di Edgar Orlaineta da Proyectos Monclova, acquisita da un influente collezionista locale per 65.000 USD.
Conferma lo stesso OMR, il cui stand a MACO dedicato a opere abbastanza impegnative sia per dimensioni che di prezzo ha visto un ottimo turn over, alla pari della spettacolare mostra di Alicja Kwade ospitata in galleria, che nei primi giorni di apertura aveva registrato già 30.000 visitatori e praticamente sold out a instituzioni e collezionisti prevalentemente messicani (prezzi da 20mila a 450 mila USD).
Tutto sembra confermare che le fiere vadano bene per gallerie già della regione o con artisti locali. Non a caso le poche mega gallerie presenti hanno puntato su stand che sapessero parlare al pubblico locale, come le opere di Mark Bradford da Hauser & Wirth, il cui ricavato andrà a sostegno del nuovo programma di residenze dell’artista in collaborazione con il MAZ Museum in Guadalajara (dove anche lui ha appena aperto una mostra). Da Kasmin, invece, protagoniste le sculture dell’artista messicano Alma Allen (prezzi dai 22 ai 46mila USD), che nella settimana ha inaugurato una mostra al Museo Anuachalli in suggestivo dialogo con la ricca collezione di arte precolombiana di Diego Rivera.
MACO pare essere andata bene solo per alcuni espositori e artisti internazionali con prezzi contenuti e su ricerca emergente, come nel caso della provocativa pitture della cinese Tao Siqui da Capsule Shanghai (5.000 USD).
Lo stesso si è visto a Material, che è tornata quest’anno in parallelo alle altre fiere: in generale prezzi contenuti, ma vendite soprattutto nella fascia più bassa e per artisti latini o gallerie della regione.
Subito venduto – pare a un Director di Hauser & Wirth Asia – una ceramica dell’artista Alejandro Garcia Contreras (prezzi 2000/7.500 USD), in una settimana di estrema visibilità dell’artista con base Guadalajara presente quest’anno in tutte le fiere e 2 mostre parallele.
Vendite anche per il duo ASMA da Peana per le opere sui 4.000 USD, mentre faticano quelle più alte di prezzo anche da House of Gaga a MACO, nonostante siano fra gli artisti emergenti messicani più apprezzati. L’interesse in questa fiera va comunque soprattutto ad artisti latini super-emergenti, come nel caso delle 3 opere della 22enne colombiana Raquel Moro vendute subito all’apertura da Sketch, Bogotà (1800 USD l’uno )
Cresciuta di livello e soprattutto di notorietà anche l’altra parallela, Salon Acme, con altissima affluenza per tutta la durata e, letteralmente, a tutte le ore, grazie anche al formato ibrido capace di offrire un’esperienza fra allestimenti curati, venue storica e suggestiva, con attive aree comuni fra cocktail bar, rooftop e i party fino alle 4. Non sono mancate però le vendite, come nel caso delle poetiche riflessioni esistenziali di Lujan Pérez, di cui la galleria newyorkese Swivel ha venduto due opere già in inaugurazione. (7.500 USD ciascuna)
Al di là delle fiere, la protagonista di questa art week è, ancora una volta, soprattutto la città, come prova il numero di artisti che vi si trasferiscono e le nuove gallerie internazionali che aprono: a Moràn Moràn sia aggiungono quest’anno anche Commonwealth & Council in collaborazione con Agitata Ferreyra, Mariane Ibrahim e la newyorkese Deli.
Alta qualità per le mostre delle gallerie locali, mentre più povera quest’anno l’offerta museale con l’eccezione del prima citato nuovo museo Anuhachalli, le tre mostre al MUAC di Galas Porra Kim, Bernard Vautier e Francis Alys (con l’opera della scorsa biennale) e la nuova destinazione culturale artistica Lago/Algo che ha inaugurato con un affollato party la mostra Desert Flood con opere di Gabriel Rico, Claudia Comte e Superflex all’interno della suggestiva architettura.
Per chi ha il piacere e l’opportunità di vivere questa settimana dell’arte soprattutto fuori dalla fiera la sensazione generale è che Il Messico stia dimostrando di emergere dal periodo pandemico con una scena artistica sana e in continua crescita, che vale sicuramente la pena di tenere d’occhio ed esplorare soprattutto se interessati ad approfondire l’arte del Sud e Centro America di cui pare porsi da oggi da hub principale.