In una Venezia in fermento per l’apertura della 59. Esposizione internazionale di Arti VISIVE – Il latte dei sogni, tra turisti agitati e preview blindate, la notizia ghiaccia il movimento: Hermann Nitsch è morto ieri, dopo un lungo periodo in terapia intensiva. Ne dà oggi annuncio la Fondazione Nitsch.
Triste coincidenza quella che accoglie i giornalisti alla press preview dedicata all’artista in occasione dell’apertura della mostra Hermann Nitsch, 20th painting action, visitabile dal 20 Aprile a Oficine 800 e organizzata grazie al supporto della fondazione dell’artista, del collezionista Helmut Essl, di Zuecca Projects e Galerie Kandlhofer.
La mostra è potente ed immediata: l’intero ambiente storico ospita i fregi che Nitsch realizzò nel 1987 nel tempio dell’arte viennese, il Weiner Secession. La 20. malaktion fu così importante per l’artista, per il luogo in cui la fece e per la qualità dell’azione e delle opere, che l’intera produzione non si smembrerà mai ed è destinata a rimanere sempre insieme. La mostra a Venezia è la più grande retrospettiva mai realizzata in Italia sul padre dell’azionismo viennese.
Le opere sono allestite come a ricreare quella disposizione sacra, rituale, che l’artista organizzò più di trenta anni fa: tele insanguinate dalla furia dell’artista, vesti imbrattate, opere enormi a parete che alternano gesti brutali a delicati e calmi, fiori che profumano l’aria, altari devoti all’arte. Tutto fa percepire l’idea di arte totale di Nitsch, dove tutti i sensi sublimano nella catarsi della sua opera.
Nitsch ritorna sulla tela proprio negli anni ’80 ma non abbandona il rito e l’attenta e precisa programmazione dei suoi gesti e delle sue azioni.
Apprezzatissimo nella sua terra natia, l’ Austria, dove vende il 51% delle opere in asta, e in Italia e Germania (rispettivamente 23 e 11%), Hermann Nitsch usciva da un anno record per il suo mercato: nel 2021 ha fatturato in asta circa 2,9 milioni di euro e i suoi prezzi hanno subito un’evoluzione del 40%.
Tra i top lot di carriera, di cui i primi tre realizzati proprio l’anno scorso, solo Senza Titolo (1961, 480.000€) e Ölberg (1960, 320.000€) sono opere che risalgono alle prime azioni dell’artista. Tutte le altre opere, compresa Bodenschüttbild. 38 malaktion (1996, 160.000€) appartengono proprio a questo periodo più recente in cui Nitsch sceglie di tornare alle sue origini e di dipingere su tela.
Sono opere imbrattate di sangue, dove l’energia del corpo dell’azionista è palpabile e tracciato dal percorso delle spugne con cui fa colare il colore. Opere di meraviglioso impatto, apprezzatissime dal mercato, tanto che 100€ investiti nel 2000 in queste tele valgono oggi 422€.
Sono proprio le opere di pittura che rappresentano la metà del fatturato in asta dell’artista, vendute per la maggior parte tra i 10 e i 50 mila euro, seguite poi da fotografie o stampe testimoni delle sue azioni, che l’artista sceglieva personalmente con accuratezza, vendute tra i 1000 e i 5000 euro.
Come nelle sue opere il sangue è puro perché fa parte del rito sacrificale e non di una violenza, questo importante artista rinascerà nelle sue opere per sempre. I suoi gesti, le sue azioni, l’amore per le Arti, sono impresse brutalmente negli incredibili oggetti, testimoni dei suoi ritmi e della sua vitalità.