12.4 C
Pesaro

dal 2012 il primo blog dedicato al collezionismo d'arte.

Maggio in galleria: le mostre da non perdere

del

In attesa che prenda il via l’edizione 2022 di ArtCity Bologna, diamo uno sguardo alle proposte più interessanti dei palinsesti delle gallerie d’arte italiane. Iniziamo da Milano, dove la Galleria 10 A.M. ART ospita, fino al 27 maggio, la bellissima personale di Esther Stocker: Ritorno alla razionalità.

Una mostra, quella curata da Angel Moya Garcia, che vede l’artista interrogarsi sulla necessità di ritornare a una certa forma di razionalità che può emergere, scevra da evasioni forzate o strumentalizzate, solo da una comunità di persone che ragionano e che individuano i reciproci errori, come sostiene lo psicologo cognitivo Steven Pinker, attraverso una ricerca costante e un impegno cospicuo verso l’obiettività, la neutralità e la verità.

In quest’ottica, la mostra presentata negli spazi della Galleria 10 A.M. ART si configura attraverso un’installazione ambientale al piano principale e una serie di dipinti e sculture nel piano inferiore in cui una successione di elementi di disturbo e interferenze sfidano e interrogano i limiti dell’ordine, della regolarità percettiva e della responsabilità di ogni singolo individuo all’interno di una
collettività.

Teresa Maresca, Arazzo Tigre

Sempre a Milano, la Galleria Asian Art di Renzo Freschi a fine mese (25 maggio) inaugurerà la nuova personale di Teresa Maresca: Il Kimono d’Oro dell’Imperatore. La mostra, volutamente allestita presso un importante spazio d’arte orientale, deve il suo titolo al piccolo libro d’artista realizzato dalla Maresca che fa da filo conduttore e da trait-d’union tra questa nuova fase creativa dell’artista e la galleria in cui oggi espone. Al centro dell’indagine rimane la riflessione sul rapporto Uomo e Natura, che questa volta si concentra su una poetica più intima e riservata, ispirata al mondo orientale, ai suoi materiali, alla sua narrativa evocativa e cangiante.

Louise Nevelson, Black Secret Wall (dettaglio), 1970/71

A Castelfranco Veneto, invece, nella bellissima dimora settecentesca Ca’Amata, la Galleria Allegra Ravizza, in collaborazione con la Galleria Gio’ Marconi, ha allestito la mostra Louise Nevelson Black Secret Wall che percorre un tragitto verso la comprensione della poetica della Nevelson con una preziosa selezione di collage dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta e una grande opera – Black Secret Wall appunto – che porta con sé la storia di chi l’ha creata, di chi l’ha venduta e di chi poi l’ha accolta per quasi mezzo secolo. 

Kaori Miyayama, le radici del cielo, 2014, xilografia e ricamo su seta organza (12 teli / 308 x 114cm)

In un’altra dimora storica, il Castello di Montanaro a San Giorgio Piacentino, in provincia di Piacenza è possibile visitare La dimora del Cielo, personale dell’artista giapponese Kaori Miyayama. In mostra circa una trentina di opere che accendono lo spazio del maniero connettendo l’interno con l’esterno; lo spazio architettonico un tempo abitato con il respiro della natura attigua. Miyayama conduce il cielo, le nuvole, le radici e le fronde degli alberi tra queste antiche mura in procinto di rinascere per dare forma al vuoto, esplorando quel territorio ambiguo in cui gli opposti si incontrano nell’invisibile.

Una vista della mostra “Due (s)oggetti non possono occupare il medesimo spazio” alla Galleria ME Vannucci di Pistoia

A Pistoia la Galleria ME Vannucci presenta, invece, l’interessante collettiva Due (s)oggetti non possono occupare il medesimo spazio, che ricorre ai linguaggi della scultura, della pittura e della fotografia intendendo dimostrare come, a prescindere da tutto, l’opera d’arte sia sempre un oggetto fisico. Le opere dei sette artisti coinvolti in questa mostra – Aron Demetz, Igor Eskinja, Paolo Grassino, Giorgio Griffa, Jacopo Mazzonelli, Giovanni Termini e Marco Tirelli – occupano così, di peso e con forza, lo spazio espositivo della galleria partendo dall’assunto che, come scriveva Stanislas Fumet, «In arte, l’oggetto è tutto, è vero, ma non si oppone per nulla al soggetto; più spesso, al contrario, lo provoca. […] L’oggetto è lo scopo autentico che l’artista persegue. È l’oggetto che, con il suo essere elevato o infimo, determina, di conseguenza, il livello dell’opera».

MIRIAM MONTANI, Habitat, Proliferazioni, 2022, 17 dischetti Ø 8 cm. Polveri sottili di Milano (PM10, PM2,5, NO2, NH3, BaP, 03, So2, O3, NOX, C02, IPA, VOCs. Cov: CH4, C6H6) su carta pesta e imprimitura classica per la pittura. Spolvero a doppia battitura

Ancora in Toscana, ma questa volta a Pietrasanta, la Galleria Giovanni Bonelli presenta, fino al 22 maggio, Anàstasi. Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, mostra premio di Arteam Cup 2020 che vede protagoniste quattro artiste individuate dalla Giuria come Menzioni Speciali: Armida Gandini, Silvia Inselvini, Camilla Marinoni, Miriam Montani.

L’esposizione, a cura di Marina Dacci, Matteo Galbiati, Leonardo Regano, Livia Savorelli, Nadia Stefanel e Raffaele Quattrone, si configura come un dialogo a quattro voci – basato su concetti quali memoria, traccia, reiterazione, relazione, ferita – sviluppato in quattro stadi/passaggi, comuni alle rispettive ricerche, sviluppato a partire da un’interpretazione aconfessionale del termine Anàstasi, intesa come individuale resurrezione umana.

Antony Gormley, Suspend, 2020. Ghisa. 239.3 x 74x 71.5 cm. Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA. Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio. Copyright Line: © the Artist

Spostandoci ora a San Gimignano, in provincia di Siena, la Galleria Continua propone, invece, Body Space Time, una nuova personale dell’artista inglese di fama internazionale Antony Gormley. Questa mostra a San Gimignano rappresenta un nuovo tassello nell’indagine di una vita di Gormley sul corpo come luogo e sulla strutturazione dello spazio. Pur basandosi sull’esperienza soggettiva dell’artista, le opere in mostra chiamano in causa i corpi degli spettatori e i loro movimenti all’interno della galleria.

In concomitanza con la personale di Gormley, la Galleria ospita anche Distancia interna una mostra dell’artista cubano Alejandro Campins – che raccoglie un gruppo di dipinti e disegni risultato di un viaggio compiuto dall’artista attraverso alcune regioni del Tibet al fine di documentare i monasteri distrutti dalla Rivoluzione Culturale Cinese – e Tectonic Shift, Spostamento Tettonico, dell’artista egiziano Moataz Nasr il quale presenta sia opere iconiche che nuove produzioni..

Anna Raimondo, Le forme dei sogni tornano al mare, Moa, 2021, scultura + suono, vetro di Murano

A Napoli, infine, la Shazar Gallery presenta, fino al 4 giugno prossimo, 76 52 22 90 Le forme dei sogni tornano a mare, la prima personale in galleria di Anna Raimondo. L’evento, a cura di Andrea Anastasio, mette in mostra sei sculture sonore presentate in anteprima all’Hangar Bicocca di Milano e in attesa di proseguire il proprio tour a Shangai nel mese di luglio e a Seul a novembre.

Dopo aver raccolto diversi sogni legati al mare, tratti da racconti di persone di orizzonti culturali e geografici molto diversi, l’artista ha chiesto d’interpretarne i possibili e molteplici significati allo psicologo Emanuele Ferrigno e alla sensitiva napoletana Gina Piscitelli, esperta nella numerologia tradizionale napoletana della Smorfia, che associa un numero ad ogni oggetto o valore sognato.

Accettando d’intraprendere una deriva speculativa di senso, le loro voci, registrate in luoghi e tempi diversi, s’incontrano in un’alternanza di registri, linguaggi e codici, che ricostruiscono ogni sogno in un universo organico. Ai loro contributi sonori, Anna Raimondo associa la realizzazione di un amuleto che intreccia, in un segno, la magia del mondo onirico, l’immensità e la polivalenza simbolica e semantica del mare e l’incontro di universi, con l’approccio psicoanalitico e la veggenza. Parallelamente l’artista, una volta giocati al Lotto i numeri evocati dalla veggente, usa le schedine ed interviene sulle stesse. Attraverso questo gesto lo spazio onirico e quello pubblico confluiscono nel contesto espositivo.

Nicola Maggi
Nicola Maggi
Giornalista professionista e storico della critica d'arte, Nicola Maggi (n. 1975) è l'ideatore e fondatore di Collezione da Tiffany il primo blog italiano dedicato al mercato e al collezionismo d’arte contemporanea. In passato ha collaborato con varie testate di settore per le quali si è occupato di mercato dell'arte e di economia della cultura. Nel 2019 e 2020 ha collaborato al Report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private. Autore di vari saggi su arte e critica in Italia tra Ottocento e Novecento, ha recentemente pubblicato la guida “Comprare arte” dedicata a chi vuole iniziare a collezionare.

Collezione da Tiffany è gratuito, senza contenuti a pagamento, senza nessuna pubblicità e sarà sempre così.

Se apprezzi il nostro lavoro e vuoi approfondire ancora di più il mercato dell'arte puoi sostenerci abbonandoti al nostro servizio di rassegna stampa internazionale the artUpdate.

Abbonati ora!

Condividi
Tags

recenti

Artissima 2024: dolcetto o scherzetto?

Per quanto riguarda la temperatura generale è stata gradevole come non accadeva da anni. Nonostante Halloween, nonostante il ponte dei morti e il meteo...

L’AI al servizio degli artisti

L’AI è un mezzo privilegiato per molti artisti che rientrano nell’ambito Crypto Art. Uno dei progetti più significativi ad essere realizzato con l’intelligenza artificiale...

Archivi e Case d’Asta

Intervista a Sofia Mattachini, Assistente del dipartimento Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo della Casa d’Aste Il Ponte (Parte 1). Sofia Mattachini, Assistente...

Articoli correlati

Iscriviti alla nostra newsletter e scarica gratuitamente il Report Mercato Arte 2023!

Iscriviti subito alle news di Collezione da Tiffany e riceverai, ogni settimana contenuti esclusivi dedicati al mercato dell'arte e al collezionismo d’arte. 

Completa il form e potrei scaricare subito gratuitamente il nuovo Report Mercato Arte 2023!

Sono un collezionista

Grazie la tua iscrizione è andata a buon fine!