Svoltesi nel mezzo di un delicato momento di tensioni a livello geopolitico ed e instabilità finanziaria, le aste di questo Novembre a New York sono state salvate più che altro da accorte strategie messe in atto dalle case d’asta fra garanzie interne ed esterne, lotti ritirati e stime più caute.
Anche se non di certo delle più memorabili, questa tornata con i suoi quasi 2 miliardi di totale è risultata alla fine migliore di Maggio ed è stata comunque un importante momento per testare la temperatura di un mercato dell’arte a fine stagione.
Un mercato che, sebbene mantenga un suo dinamismo, vede ormai chiaro un riassestamento dei prezzi e compratori sempre più cauti, sebbene disposti a cogliere opportunità di affari soprattutto quando dotati di liquidità tale da agire come garanti.
Ad aprire le due settimane è stata la 21th Century Evening Sale di Christie’s il 7 Novembre con una buona attività di bid, 5 nuovi record e rilanci per artisti già caldi anche nel primario grazie anche a un 10% di partecipazione di millennials, come la Jenna Gribbon del 2021 aggiudicato a ben $478,800, un Henry Taylor da $819,000 da una stima di $300,000 – 500,000 e l’opera di Issy Wood volata a $277,200 da una stima $80,000 – 120,000) anche grazie l’ampia mostra ora a Lafayette Anticipations Parigi in parallelo a Ilmin Museum of Art, Seoul.
L’asta si è chiusa con un totale di $107.451.800, 95% di venduto sui 41 lotti ha visto e un’ottima partecipazione a livello globale, con il 66% degli offerenti provenienti dalle Americhe, il 18% dall’EMEA e il 16% dall’APAC.
Christie’s ha proseguito poi il 9 Novembre con la sua 20th Century Evening Sale, composta da lotti da varie prestigiose collezioni, fra cui quella del regista Ivan Reitman e la leggenda dell’industria musicale Jerry Moss.
L’asta ha chiuso con totale di $640milioni e 97% di venduto, grazie anche all’ampia copertura di garanzie di terzi (25 lotti). Molti dei lotti sono stati però attorno alle stime iniziali, e molti sono andati direttamente ai garanti che li avevano coperti.
La serata è stata anche l’ultima apparizione del veterano banditore Jussi Pylkkänen, che si ritira per dedicarsi all’advisory in privato – un altro sintomo che l’atmosfera sta cambiando anche per una casa d’asta come Christie’s.
Al centro dell’attenzione il Mark Rothko del 1955, offerto un mese fa nello stand di Pace Gallery a Paris + Art Basel per $60 milioni: l’opera ha trovato un compratore da Christie’s per $46,4 milioni, un po’ più dei 45 milioni di stima. Un’opera su carta rossa è invece stata battuta a $6,5 milioni – la National Gallery di Washington ha poi aperto la settimana successiva un’ampia mostra con più di 1000 dipinti su carta dell’artista.
Buoni risultati anche per altre opere dell’espressionismo astratto come il Joan Mitchell da $29.160.000 e il record di $46,410,000 per Richard Diebenkorn, mentre continua la rivalutazione di Lynne Drexler, qui battuta per $1,3 milioni da stima 300,000 – 500,000.
Dopo la recente scomparsa, è iniziata la salita poi anche per Fernando Botero, con The Musicians aggiudicato a $5,132,000.
Top lot della serata è stato Claude Monet Le basin aux nymphéas aggiudicato per $74 milioni con diritti, da una stima iniziale di $65 milioni.
Le Day sales sono poi proseguite con un rispettivo $66,301,630 per ha così chiuso comunque la settimana con un soddisfacente, se non eclatante totale di $864 milioni.
Nel mentre il giorno 8 e 9 Sotheby’s ha presentato l’asta singolo proprietario della collezione cinque stelle di Fisher Landau, che ha totalizzato $424.7 milioni fra la serata a guanti bianchi e la mattinata successiva.
Sotheby’s è riuscita a ottenere il mandato dei prestigiosi lotti anche grazie alle numerose garanzie interne e di terzi offerte.
Questi erano in realtà solo una parte della collezione della mecenate Emily Fisher Landau, di cui cento opere erano già state donate alla Whitney.
L’assoluta qualità delle acquisizioni di una delle collezionisti più illuminate dell’ultimo è comunque risultata in numerosi nuovi record per molti dei nomi inclusi in asta, fra la Flag di Jasper Johns da $41 milioni, Agnes Martin grigia del 1961 al doppio della sua stima massima e i $39.4 milioni di prezzo record per l’Ed Ruscha – artista con cui Fisher era a lungo amica, e che ora ha anche una personale in corso al MoMa.
Top lot della serata è stato il ritratto del 1932 della grande musa di Picasso, Marie-Thérèse Walter, battuto a 134,4 milioni dopo 4 minuti di bid fra sala e telefoni. L’opera non ha raggiunto il massimo d’asta di 179,4 milioni di dollari per l’artista, stabilito da Christie’s nel 2015.
Minori soddisfazioni per Sotheby’s nella Modern Sale del 13 Novembre chiusasi con un totale di $224 milioni e risultati a risico della stima, o raggiunti anche qui solo grazie alla copertura di garanzie.
Questo è valso anche per capolavori come il Giacometti battuto a poco più della stima per $12,650,000 milioni, o il Balthus La Patience decessionato dall’ Art Institute of Chicago: l’’opera ha superato di poco la stima minima di 12,5 milioni di dollari ed è stata venduta per un prezzo finale di 14,7 milioni di dollari, segnando il terzo prezzo più alto raggiunto dall’artista francese in un’asta. È stata ritirata e così salvata da un possibile invenduto invece la tela The Bell di Philip Guston del 1952 stimata tra i 6 e gli 8 milioni di dollari ed esposta nella mostra “Philip Guston Now” al Museum of Fine Arts di Boston e al Museum of Fine Arts di Houston.
Presenza curiosa in asta anche una Ferrari 250 GTO del 1962, battuta a $51.7m con diritti, record ad oggi per una Ferrari in asta, e offerta in un’asta a sé stante un’ora prima dell’asta serale di arte moderna.
La evening sale di Phillips il 14 Novembre ha visto invece alcune sorprese per la sessione del moderno, come i notevoli rilanci per l’opera di Gino Severini battuta a 350,000 da stima $80,000 – $120,000, mentre sono stati accolti più tiepidamente altri grandi nomi del postwar Italiano come il Piero Manzoni battuto a soli $1,4 milioni, da una stima di $2-3 milioni) o il Lucia Fontana da 1,5 milioni.
Migliore attività nel contemporaneo a seguire, che ha visto un nuovo record questa volta sopra il milione per Lucy Bull, un raddoppiamento della stima per Ambera Wellman ($133,350 con diritti) come poi è stato raggiunto un soddisfacente $34,8 milioni per l’antipaticissimo astratto di Gerhard Richter. Ha superato il milione anche il Jadé Fadojutimi da $1,935,500, complice anche l’ingresso dell’artista nella scuderia di Gagosian. Ha sorpreso invece l’opera di Emilio Vedova battuta per $698,500 superando la stima massima di $600,000 coperta da garanzia della casa d’asta.
Risultati entro stima anche nelle Day sales, con alcune sorprese e rialzi per alcuni artisti Italiani come Alighiero Boetti con Segno e Disegno (1979) volato a $114,300 da stima $50,000 – 70,000, una Sfera di Pomodoro del 2009 battuta a $95,250 da stima $40,000 – 60,000, mentre si conferma il momento di Salvo, con due opere aggiudicate nel pomeriggio sopra i $400,000 da stima $60/80mila .
Per l’ultra contemporaneo netta crescita per artiste con pressoché impossibile accesso nel primario, come l’opera di Ilana Savdie del 2021 venduta per ben $69,850 da una stima $25,000/35,000 o l’opera di Naudline Pierre aggiudicata a $50,000.
A chiudere le intense settimane di aste è stata nuovamente Sotheby’s la sera del 15 Novembre totalizzando $310 milioni e guanti bianchi per il The Now – raggiunto però con alcuni lotti ritirati strategicamente e anche qui ampio uso di garanzie.
La serata ha segnato vari record per artisti come quelli Marina Perez Simão, il Mohammed Sami battuto sei volte la stima per $952,000 con diritti, e un minimale Ad Reinhardt nero aggiudicato per $3.7 millioni al telefono da Milano.
Record anche per il Julie Mehretu Walkers With the Dawn and Morning proveniente dalla collezione di un trustee del MoMa e atterrato a 9,5 milioni segnando anche il nuovo record di un artista nato in Africa; Berkeley Hendricks aggiudicato dopo una battaglia fra sale e telefono per $8 milioni e una piccola scultura in bronzo di Barbara Chase-Riboud aggiudicata per ben $647,700 da stima intorno ai 100 – l’artista è appena entrata nella scuderia di Hauser & Wirth a seguito di una serie di mostre museali che ne hanno sostenuto la riscoperta prima istituzionale, e poi di mercato.
Perlopiù dentro le stime invece i risultati per le opere messe in asta dal Long Museum dii Shanghai, con opere come il monumentale Marlene Dumas battuto a 5 milioni, sotto la stima di $5,5 milioni o Jenny Saville che ha superato di poco la stima raggiungendo i 9,6 milioni. Fra le star della serata esposte in sala è volato il Frank Stella a 18 milioni con dritti, mentre ci sono stati più sostenuti invece per il Gerhard Richter poi chiuso a $27.5 milioni (comunque fra le opere più costose dell’artista ad oggi, mentre il Basquiat e il Diebenkorn sono stati battuti entrambi sotto le loro stime.
Più combattuti di più il Donald Judd aggiudicato poi a $7,5 milioni e la museale Fine di Dio bianca, aggiudicata anche qui da Claudia Dwek al telefono per $17,5 milioni.
Le aste del mattino e pomeriggio successivo sono proseguite con risultati perlopiù sulle stime, ad eccezione varie opere di Lee Bontecou che hanno perlopiù superato le aspettative iniziali e un pastello Joan Mitchell volato a $825,500 ad stima $250,000 – 350,000.
Non stupiscono comunque i prezzi record e al rialzo soprattutto per artiste donne del contemporaneo, che nell’intera tornata fra le tre case d’asta hanno alla fine costituito più di $186 milioni del fatturato totale, seguendo una tendenza di valorizzazione e rivalutazione in atto da un po’.
Le aste di questo Novembre confermano dunque un mercato che sta cambiando di ritmo adottando nuova prudenza in un agire strategicamente sia dei compratori che dei venditori. Come in più hanno commentato, il mercato che emerge da queste aste è molto più “reale” e “organico” che funziona solo in termini di qualità e domanda reale di operatori e connaisseurs, e esente dalle distorsioni dell’euforia speculazione del periodo pandemico.