Meno di un mese alla Frieze Week e l’arte italiana torna sotto i riflettori con i lotti più pregiati che, proprio in questi giorni, sono in tour nel nostro Paese prima di volare a Londra per essere battuti nelle sale room di Christie’s e Sotheby’s. Dopo la preview di Milano è arrivata oggi a Torino la mostra di presentazione dei top lot della seconda edizione di Thinking Italian – che il 20 si trasferirà al MAXXI di Roma -. Il nuovo format lanciato lo scorso anno da Christie’s e che rappresenta l’evoluzione delle celebri Italian Sale: un’asta selezionatissima, dedicata ai capolavori italiani e alle opere importanti nelle specifica storia dell’arte in Italia. Dopo Roma, è arrivata ieri a Milano anche la travelling exhibition del gruppo di opere italiane che saranno incluse da Sotheby’s nell’asta serale del 5 ottobre a Londra durante la Frieze Week. Ma vediamo chi saranno i protagonisti italiani delle aste serali londinesi partendo proprio dalla Concept Sale di Christie’s.
Thinking Italian: 37 gioielli da Fontana a Maria Lai
Dai Futuristi ai venerati padri dell’arte italiana del dopoguerra – Lucio Fontana, Piero Manzoni, Giorgio Morandi e Alberto Burri -, passando per i protagonisti dell’Arte Povera: Alighiero Boetti, Giuseppe Penone e Michelangelo Pistoletto. Thinking Italian, la concept sale lanciata lo scorso anno da Christie’s come evoluzione delle Italian Sale, ci consegna ancora una volta tutta la ricchezza di un’epoca di straordinaria creatività d’avanguardia che ha segnato l’identità artistica del nostro Paese. 37 i capolavori selezionati dallo staff guidato da Mariolina Bassetti che saranno battuti il 4 ottobre prossimo a Londra, nella sale room al numero 8 di King Street, immediatamente dopo la Post-War and Contemporary Art Evening Auction Evening sale dove, peraltro, l’arte italiana è ben rappresentata da un Concetto Spaziale, Attese di Lucio Fontana datato 1959 (lotto 13, stima: 1.200.000-1.800.000 £) e da un Achrome del di Pierto Manzoni del 1957-58 (lotto 14, stima: 3.000.000-5.000.000 £). Oltre a due Untitled di Rudolf stingel (lotti 41 e 43). Ma veniamo a Thinking Italian.
A guidare l’asta, un incredibile Concetto spaziale, La fine di Dio di Lucio Fontana del 1963 (Lotto 115, stima su richiesta), un’opera ultraterrena, monumentale e profondamente universale; esemplare eccellente di quella che è una delle serie più rare e definitive della carriera dal padre dello Spazialismo e oggi presente nelle collezioni dei più prestigiosi musei del mondo come il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia a Madrid o il Museum of Contemporary di Tokyo. Caratterizzato da una composizione lirica, in cui tracce di buchi apparentemente scintillanti e simili a costellazioni sono intervallate da forature più grandi e primitive che penetrano nella tela con un’urgenza viscerale, La fine di Dio in catalogo vanta, peraltro, una prestigiosa provenienza: la leggendaria collezione di Philippe Dotrémont che l’acquistò nello stesso anno in cui fu creata.
Al “fianco” di questo capolavoro, High Bride di Salvatore Scarpitta del 1960 (Lotto 114, stima: 1.000.000 – 1.500.000 £), una rara pittura in rilievo monocromatica di grande formato (152.5 x 102 cm) appartenente ad un periodo fondamentale della carriera dell’artista, che si inaugura nel 1959 con la mostra Salvatore Scarpitta – Extramurals alla Leo Castelli Gallery. Mostra che presentò al pubblico americano per la prima volta, la serie di lavori tridimensionali – di cui fa parte anche l’opera in catalogo – definiti Extarmurals e che, come affermava lo stesso Scarpitta – invadevano «lo spazio non più in un senso pittorico, ma in un senso quasi architettonico».
Al lotto 118, invece, troviamo un pregevole Achrome di Piero Manzoni stimato 1.000.000-1.500.000 £. Mentre di Giorgio Morandi, il catalogo di Christie’s propone, in particolare, due nature morte del 1950: una al lotto 110 e presentata con una stima di 800.000-1.200.000 £; e la seconda al lotto 128 con un valutazione di 450.000-650.000£.
Come sempre il catalogo di Christie’s presenta, oltre alla giù citata Fine di Dio, un’ampia selezione di opere di Lucio Fontana, tra i quali alcuni dei primissimi esempi di Spazialismo, il movimento da lui fondato nel 1947. In asta troviamo, infatti, due Concetto Spaziale appratenti alla serie dei “buchi” e datati rispettivamente 1952 e 1953 (lotti 117 e 119) valutati rispettivamente e 800.000-1.200.000£ e 1.600.000-2,500,000£; seguiti da due tagli realizzati all’apice della sua carriera: un Concetto Spaziale, Attese con 7 tagli datato 1964 (lotto 124, stima: 3.000.000-4.000.000£), e uno bianco con 4 tagli del 1965 (lotto: 129, stima: 1.800.000-2.500.000 £).
Ma la Concept Sale di Christie’s non manca di celebrare anche i 50 anni dell’Arte Povera, proponendo in asta, tra le altre opere, uno specchiante di Michelangelo Pistoletto del 1964: Marzia con la bambina (lotto 107; stima: 1.000.000-1.500.000 £). Mentre di Alighiero Boetti, altro beniamino indiscusso del collezionismo internazionale, in catalogo spicca un esemplare di grande formato della sua serie Aerei. Realizzato nel 1989, questo lavoro è caratterizzato da una fitta schiera di aeroplani squisitamente disegnati in una composizione frenetica che è allo stesso tempo visivamente cacofonica ed elegantemente orchestrata (lotto 108; stima: £ 700.000-1.000.000).
Il livello del catalogo messo insieme da Christie’s è talmente elevato che tutte le opere meriterebbero di essere citate. Nell’impossibilità di farlo, ci piace almeno sottolineare la presenza di in catalogo di Sacco Rosso Nero di Alberto Burri (lotto 113, stima: 450.000-600.000 £) appartenuto in origine alla Galleria L’Obelisco e che torna oggi sul mercato dopo 50 anni di assenza. Ai lotti 111 e 127 troviamo invece due lavori bellissimi di Gino Severini – Danse de l’ours del 1913-14 (stima: 500.000-800.000 £ ) e Portrait de l’Auteur del 1916 (500.000-800.000£).
Infine, ci piace segnalare la presenza, proprio in apertura di catalogo, di un Lenzuolo di Maria Lai, eseguito nel 1989 e stimato 20-30.000 £. Mentre al lotto 116 troviamo Carol Rama con un Untitled del 1977 valutato 60.000-80.000 £. Due lotti che sarà interessante seguire sia per capire quale sia la tenuta (e le potenzialità) del mercato di queste due nostre artiste.
Infine, non mancano pezzi di arte italiana neanche nella Day Sale di Christie’s del 5 ottobre, dove troviamo un paio di opere di Rudolf Stingel seguite da un corposo nucleo di lavori (lotti 317-343) di Piero Manzoni, Alberto Burri, Giovanni Anselmo, Giulio Paolini, Fausto Melotti, Alighiero Boetti, Vincenzo Agnetti, Lucio Fontana, Pier Paolo Calzolari, Tano Festa, Franco Angeli, Marisa Merz, Afro, Aldo Mondino.
Sotheby’s: l’arte italiana protagonista nella evening sale
Niente Italian Sale per Sotheby’s che cambia strategia e fa entrare a pieno titolo l’arte italiana, ormai più che affermata sulla scena internazionale, nella sua Contemporary Art Evening Auction del 5 ottobre prossimo a Londra dove compare in catalogo una serie di opere storiche di Lucio Fontana, Luciano Fabro, Enrico Castellani, Piero Manzoni e Alighiero Boetti, in mostra da oggi a Milano. Tra le opere italiane di punta che animeranno l’asta, lo stupendo Concetto Spaziale, Attese di Lucio Fontana del 1964 con i suoi 10 radicali e purissimi tagli bianchi. Rimasto nella stessa collezione sin dai primi anni Settanta, questo lavoro è stimato (2.400.000- 3.000.000 £). E sempre di Fontana da segnalare anche Concetto Spaziale, Forma (1958), inchiostro perfettamente quadrato (cm 150.3×150.3) dalla storia espositiva intensissima e la cui tela graffita evoca la crosta lunare (stima: 650.000- 850.000 £).
Raro e dal curriculum ineccepibile è poi l’Achrome di Piero Manzoni del 1962, realizzato con sassi e caolino su tela (stima: 600.000-800.000 £). Un’opera monocromatica appartenente ad una serie iniziata nel 1957 che qui raggiunge il suo vertice creativo, poco prima della scomparsa dell’artista milanese.
Di Enrico Castellani si segnala, invece, Troika, opera che appartiene ad un momento particolarmente felice della vita, sia dal punto di vista personale che lavorativo, dell’artista. Quest’opera, di grandi dimensioni e valutata 900.000-1.200.000 £, fu esposta nel 1972, subito dopo la sua creazione, alla notissima mostra dedicata all’artista dalla Galleria dell’Ariete di Milano, dove tutte le opere presentate furono battezzate da Castellani ad una ad una.
Stesso anno di produzione, 1971, per il Piede di Luciano Fabro in alluminio e seta indiana, che fa parte della famosa Serie dei Piedi realizzati tra il 1968 e il 1971. Dall’importante storia espositiva – a partire dalla 7° Biennale di Parigi del 1971 – Piede fu acquistato direttamente dall’artista nei primissimi anni Settanta e solo oggi torna sul mercato con una valutazione di 650.000- 850.000 £.
E’ datato 1974, invece, Souvenir di Giulio Paolini (stima: 120.000- 180.000 £). E agli stessi anni appartiene anche Ononimo di Alighiero Boetti: opera su 11 pannelli a penna biro su cartoncino, eseguito nel 1973 (stima 1.000.000- 1.500.000 £) il cui titolo è un gioco di parole tra anonimo e omonimo, con un chiaro riferimento alla tematica della paternità delle opere, cara all’artista. Si conoscono solo cinque lavori simili, di questa serie, due in rosso (di cui uno recentemente ammirato alle Gallerie d’Italia nella Collezione Agrati) e tre in blu, tra i quali questo e quello conservato in Giappone presso il Municipal Museum of Art, Toyota.