Ebbene sì, il museo della Figurina esiste! E non lo dico solo a tutti i bambini che ancora oggi durante gli intervalli si scambiano doppioni o piccole foto dei calciatori che non vogliono avere nel loro album. Lo dico soprattutto a tutti quei collezionisti curiosi che già immaginano sale piene zeppe di piccole card decorate.
E in effetti il Museo della Figurina di Modena è così: un lungo salone rivestito di pannelli ben organizzati che raccontano l’evoluzione di una passione, di una originale tecnica di rappresentazione, di un modo diverso per raccontare la società – citando Francesca Fontana curatrice della Collezione permanente del museo della Figurina, oggi responsabilità della FMAV – Fondazione Modena Arti Visive.
Forse perchè di fronte a oggetti tanto piccoli e tanto curati nella loro realizzazione ci emozioniamo tutti o forse perchè sono proprio le figurine a risvegliare in noi un senso atavico di nostalgia nei confronti della nostra infanzia, ma chiacchierando con Francesca mi sono dovuto ricredere. Infatti, ho scoperto che non sono solo questi sentimenti romantici a muovere la volontà di mettere insieme una collezione del genere.
L’interesse è soprattutto storico e sociologico. La figurina è qualcosa di più rispetto a un semplice gioco per bambini.
Facciamo un passo indietro, cominciamo da capo. La collezione nasce da Giuseppe Panini, che naturalmente tutti conosciamo come l’imprenditore della famosa azienda delle figurine. Ma le intenzioni di Panini non erano solo legate alla passione, l’idea era proprio quella di testimoniare la storia di questo particolare oggetto che nasce già a metà dell’800. Basti pensare che all’inizio erano intesi proprio come strumenti di marketing e pubblicità e quindi venivano studiati in ogni loro dettaglio perchè dovevano essere efficaci.
Oggi il Comune di Modena conserva le figurine con grande attenzione, le ha catalogate e organizzate all’interno di contenitori idonei e spazi adeguati anche alla loro consultazione. E questo è assolutamente importante, dal momento che le figurine sono specchio della società che rappresento e attraverso l’attenta osservazione si possono scoprire dettagli per niente scontati.
Anche per questa loro peculiarità, questa voglia di continuare a guardarle, osservarle, insomma fruirne, il futuro del Museo della Figurina sarà sempre più digitale. Come dice Francesca nell’intervista, i processi di digitalizzazione sono e saranno uno strumento che permetterà a questo particolare oggetto artistico di essere conosciuto ancora più in profondità.